Myth on Fashion Show – La sfilata

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PORTICI – Il 7 dicembre le stanze della Reggia borbonica si sono aperte per ospitare la seconda edizione del “Myth on fashion show”.
Dopo il successo della manifestazione del giugno scorso, gli studenti di design per la moda della Sun hanno deciso di replicare alla grande.
Attraverso un’intervista, Alessandra Maglioli, una delle organizzatrici ha descritto sinteticamente l’allestimento del “Mith on”.
«La scelta del tema è nata in seguito ad un brainstorming tra tutti noi stilisti. Sono stati sorteggiati due temi, scelti anche in base alle tendenze più in voga quest’anno: la monarchia e il cinema. Alla fine, però, ha trionfato la Monarchia. Così i 26 designer si sono divisivi in 16 gruppi di lavoro realizzando circa ottanta capi».
Dopo le mise fiabesche sul Mito presentate alla prima edizione, che si tenne a Villa Savonarola, questo progetto autofinanziato dai soli studenti approda ad un nuovo soggetto, proponendosi di ripercorrere attraverso la creatività della moda i grandi imperi della storia.
Tutto il mondo e tutti le epoche si sono dunque dati appuntamento in questa location sfarzosa, attraverso una rivisitazione in chiave moderna di capi che sanno di antico ed esotico ma soprattutto profumano di impegno stilistico e creatività.
Il risultato in passerella è stato decisamente eclettico, passando dai colori freddi  e i tessuti pesanti della Russia ai modelli morbidi in tessuti pulsanti  del regno tolemaico d’Egitto, alle prospettive dark della rivisitazione dei capi di Maria Antonietta alla rilettura  futuristica dell’impero bizantino.
Tra capi, musiche a cura di Daniele Strazzullo e luci vespertine, la manifestazione si è rivela un’interessante esperienza che ha coinvolto i sensi, anche il gusto, grazie alle dolci delizie sistemate come petit cadeux su ogni poltroncina ma anche lo squisito buffet  che ha seguito la sfilata all’Arcades Club, adiacente Palazzo Reale.
Ad incorniciare il tutto, l’esposizione di opere di arte figurativa di alcuni giovani creativi del nostro territorio.
Prima della sfilata,  all’interno del backstage c’è stata la possibilità di intervistare alcuni dei giovani stilisti.
Giuliano Teodonno e Gianluca Iengo hanno realizzato una linea di capi ispirata a Maria Antonietta D’ Asburgo: «Abbiamo rivisitato l’immagine della regina più sfarzosa di tutti i tempi in chiave moderna, più dark.  Si tratta di una rielaborazione personale ottenuta sfruttando alcuni degli elementi più significativi degli ambienti aristocratici.
Ci siamo ispirati al film “Marie Antoinette” di Sofia Coppola,  pensando a come sarebbe stata questa regina così controversa e chiacchierata nel 2012, dandone la nostra interpretazione sinestetica».
Nadia Colamatteo invece si è ispirata alla Russia grazie alle sue radici: «Mia madre è una stilista di origine russa: è a lei che devo la mia passione per la moda.
Questi capi sono stati realizzati in pochissimo tempo, due settimane, ed oltre agli abiti ho creato una linea di accessori. I colori sono quelli tipici della Russia : rosso, oro e anche bianco e nero».
Albachiara Guindani, che ha trovato in India l’ispirazione perla sua linea, ha raccontato l’impero Moghul attraverso i suoi capi: «Come tonalità ho usato un crema ed un bordeaux, ho realizzato io gli accessori e anche le scarpe, sempre utilizzando gli stessi colori degli abiti».
A far sfilare in passerella il Regno Tolemaico d’Egitto sono state Maria di Tuoro e Serena Matarazzo: «Abbiamo utilizzato prevalentemente il bianco, il bronzo, l’oro e il nero. Stoffe più leggere sono state utilizzate per i colori chiari come il bianco e il bronzo e stoffe più pesanti per quelli scuri, in virtù del tema invernale. Abbiamo decorato il tutto con catene  d’oro a simboleggiare lo sfarzo egiziano. Nei vestiti c’è spesso il richiamo alla forma triangolare, caratteristica della simbologia egizia».
Le tre designer Emanuela Marchese, Lucilla Sirto e Alessia Spina hanno detto del loro tema: «La nostra linea d’abbigliamento s’ispira alla Russia. Le tonalità usate sono molto chiare, per richiamare il freddo, il gelo e la neve dei paesaggi russi.
Vorremmo ricalcare la parola “ispirazione” perchè il nostro intento era quello di inserire delle innovazioni nei capi, essere originali e nel frattempo richiamare gli elementi caratteristici della cultura russa. La costante nei capi è l’utilizzo della pelliccia, essenziale per sopravvivere all’inverno rigidissimo.
Vorrei inoltre sottolineare il ruolo centrale di Emanuela – parla Lucilla – che è stata il vero leader del nostro gruppo, lei ci ha fornito l’ispirazione e noi abbiamo accolto positivamente questa sua intuizione».
Attendendo la terza edizione, già preannunciata, il giudizio sull’evento di quest’anno è decisamente positivo ed lascia ben sperare: questi giovani attraverso la loro creatività omaggiano il “motto vitalistico”, nonostante i tempi impongano utilitarismo e tecnica.
 

Irene Campese & Francesca Mancini

Mith on: the backstage