Laszlo S, la nuova pittura?


Chi non si è mai soffermato a guardare un quadro?
Ognuno vede l’immagine e l’assimila in modo personale.
Qualcuno viene assalito da un deja vu;altri più sensibili possono essere colpiti dalla sindrome di Stendhal …
Ma il pittore innovatore com’è che vede le opere che crea?
Anche se sembra che nell’Arte si sia ormai detto e fatto tutto nel panorama artistico è spuntato qualcosa di diverso, un nuovo modo di dipingere: la “distrutturazione” ovvero il movimento “distrutturalista”.
Ancora è presto per parlare di una vera e propria corrente pittorica, ma qualche critico d’arte già sta seguendo gli sviluppi di questa nuova scuola di pensiero; al momento, se ne sa ancora troppo poco.
Oltretutto l’artista in questione, il Maestro Laszlo S ama restare in disparte, parla poco di sé, né vuol farsi fotografare: afferma che è la sua produzione artistica che deve dare informazioni.
Non si sa qual sia il suo Paese d’origine: il nome è slavo, ma è il suo vero o pseudonimo? Ma dall’accento non sembra straniero oppure … ?
Sorride sornione dietro grossi occhiali scuri, da sotto un gran cappello floscio, un sigaro spento all’angolo della bocca …
Ecco lo scoop: Lo Speaker è riuscito a strappargli un’intervista esclusiva.
Maestro, cos’è distrutturare in pittura?
Posso definirlo un modo diverso di fare Arte. La mia tecnica – che poi tale non è – si realizza in due fasi: nella prima, quella della trance creativa, dipingo un quadro; poi lo lascio lì, passo ad altro.
Quando lo riprendo, anche dopo mesi …
Ebbene, quando lo riprendo vedo qualcosa di diverso. L’immagine esistente me ne suggerisce quell’altra che avevo dentro, quasi parlasse, quella che in realtà volevo – probabilmente – esprimere fin dall’inizio … quasi che i colori “parlassero” chiedendomi una scomposizione e ricomposizione, un gate verso nuova speranza e luce.
Allora “distrutturo”  il quadro, perché sento gridare la vera immagine che deve venirne fuori. Ed io mi sento strumento, movimento, del pigmento.
Possiamo definire questa tecnica originale una cover pittorica?
Direi proprio di sì … forse. Come succede nella musica, quando si incide una nuova versione di una vecchia canzone avviene una “distrutturazione”: il brano cambia, diventa quasi una versione originale.
Del resto, questa tecnica può essere applicata ad ogni espressione artistica.
Laszlo, cos’è per lei dipingere?
Diverse le risposte, forse e tutte superflue? Vediamo un po’, ci provo : vegliare le proprie emozioni? Indirizzare la propria inquietudine? Puro piacere parossistico?  Supremo egoismo condiviso? Svuotare il proprio io dei tanti detriti di banale quotidianità sedimentata? Alla fine non so e non posso, si perché non devo esprimere il definitivo quando tutto si rispecchia nel precario costante dell’umana esistenza. 
Quando ha iniziato a creare quadri?
No, non voglio dare nessun riferimento temporale: sono le mie tele che devono dare risposte a chi le guarda, a soddisfare le curiosità …
Del resto l’Arte non si può imprigionare in convenzioni né di tempo né di geografia, né di ideologia … Perderebbe la sua Universalità in favore delle Genti.
(Foto: opere del Maestro Laszlo S – In copertina  “Canaux avec de la crème glacée aux fruits”)

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