La Supercoppa infinita: altri veleni riaccendono la contestazione

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L'espulsione di Pandev a Pechino

Napoli e Juventus. Non si amano, questo è certo, ma forse mai come oggi si odiano ancora di più per conto di terzi. Un po’ come se due persone senza stima reciproca arrivino alle mani per zizzania di una terza persona. Tanto per farla metaforicamente semplice. La Supercoppa Italiana ha lasciato strascichi incredibili e altri particolari, aneddoti, situazioni, emergono a mente fredda e grazie alla testimonianza di protagonisti e di chi ha seguito i protagonisti. Due pesi e due misure, preventivamente segnate perchè doveva andare così, punto e basta. Uniformità di giudizio nel campo arbitrale non se né mai visto come se una legge più che applicata vada interpretata.
Primo particolare, inquietante, perchè fa capire già dal principio il canovaccio gestionale del match: “Mi raccomando, niente falli, niente chiasso sulla panchina e niente capannelli in campo”. Una raccomandazione, certo, arrivata al Napoli ma non alla Juventus. Cosa vuol dire, inoltre, niente falli? Praticamente è come dire che per quella sera bisogna eliminare una componente di questo sport e, tant’è, nel secondo tempo sono fioccate ammonizioni a iosa appena una maglia bianconera sveniva sul tappeto verde. Inquietante, certo, perchè poteva sembrare una sorta di minaccia mettendo in chiaro la zero tolleranza, sempre a senso unico visto che, tali “raccomandazioni” non sono arrivati dall’altra parte.
Questo il primo aneddoto, ma il secondo è quasi originale: dopo la gara e la mancata premiazione, il presidente azzurro Aurelio De Laurentiis ha deciso di riconoscere ugualmente il premio partita di 500 mila euro lordi a testa nonostante la “sconfitta sul campo”, ma la stessa squadra, durante una serata in discoteca, avrebbe chiesto al patron di alzare la voce e pretendere un trattamento arbitrale più respettoso nelle sedi competenti. A tal proposito non si può negare che gli stessi calciatori hanno notato una discrepanza evidente nel trattamento e nel modo di fare. Basterebbe sgranare gli occhi e guardare nei particolari le immagini televisive per rendersi conto che Mazzoleni sorride quasi amichevolmente ad ogni rimbrotto di Pirlo, Lietchsteiner, Marchisio e compagni per poi virare a muso duro sui calciatori in maglia azzurra. Dati di fatto e non vittimismo, tanto per ricordare qualche bocca larga.
Gestione non uniforme così come in occasione del di rigore; Graziano Cesari, ex arbitro di Serie A e ora commentatore televisivo, ad una radio locale ha chiarito la questione del penalty: “Vucinic prova a controllare palla, gli sfuggi per via del campo difficile e frana su Fernandez che, a sua volta, finisce giù. Non può essere rigore da regolamento”. Sentenza inappellabile. E cosa dire del richiamo falloso e della battuta? Strano che a ravvisare il rigore sia stato l’assistenza di porta Rizzoli, di Bologna, urlando “rigore, rigore” quasi a squarcia gola per farsi sentire mentre, dall’altra parte del campo, l’assistente di linea Faverani è riuscito a sentire da trenta metri un’ingiuria di Pandev in lingua macedone?! Il rigore, poi, del cileno Vidal. C’è qualcosa di strano? Facciamo un passo indietro e capiremo: è l’undicesima giornata di campionato, al San Paolo c’è Napoli – Juventus, Hamsik batte un calcio di rigore e segna, ma l’arbitro Tagliavento impone la ripetizione in quanto, al momento della battuta, in area c’erano due calciatori azzurri. Il penalty viene ripetuto e Hamsik spara alle stelle. Supercoppa Italiana, Pechino, 11 Agosto, Vidal calcia la massima punizione e segna, tutto normale, se non fosse che in area ci fosse Leonardo Bonucci e andrebbe ripetuto. Due storie terribilmente simili ma dal risultato diverso. Caso? Impossibile!
Infine ci mancava l’ultimo tassello: il momento di vero godimento per il Giudice Tosel: Dossena e Pandev squalificati per 2 turni, Mazzarri e Zuniga per un turno. Si è divertito il solito Tosel trascrivendo che in merito alla mancata premiazione del Napoli dispone la copia degli atti ufficiali al Procuratore federale di competenza. Fosse stato per lui avrebbe sicuramente aizzato tutta la sua goliardia. Manco si dovesse aprire un processo. I calciatori: “Pandev insulta al 40′ del secondo tempo l’assistenza di linea con frase ingiuriosa”, forse in macedone, da trenta metri, non sfuggita a Super Faverani! Dossena, invece, che non è stato espulso, “per aver rivolto all’Assistente una frase intimidatoria al termine della gara”. Mio Dio! Una minaccia! Altro che i continui vaffa in italiano e da zero metri di Pirlo e Lietchsteiner! Una farsa tutta italiana! Le squalifiche di Zuniga e Mazzarri, poi, vabbè, il danno è fatto!
Adesso il Napoli si ritrova già in emergenza per Palermo alla prima di campionato. Magari, fino ad allora, Palazzi avrà già scrutato al meglio gli atti impugnati dopo il proscioglimento di Pepe e Bonucci per ridare un briciolo, piccolo, di giustizia a chi tale parola la manipola a proprio piacimento. Chi la fa, l’aspetti!
 

Fabio D’Alpino