La riflessione: l'offerta politica

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Tutti noi che frequentiamo questa testata giornalistica sappiamo che non si occupa di politica ma vuole trattare altri argomenti.
Quindi, fedele alla consegna, non intendo avviare alcuna riflessione in favore di questo o quell’altro schieramento politico. Figuriamoci poi in tempo di par condicio.
Ognuno si tiene le proprie idee ed orientamento ideologico. Ideologico, poi, non mi sembra che ci sia molto più posto, nella società attuale, per le ideologie, ma comunque …
Sembra, piuttosto, tutto ridotto ad un mero calcolo di convenienze, alleanze, giochi di potere, preponderanze di questo su quello, ma non da solo, con i propri più fidati amici e/o collaboratori etc. etc.
Prendete, ad esempio, i programmi dei vari partiti. Alla fine tutti tendono ad omologarsi nella corsa verso il consenso, verso più voti. E così via: tu dici che riduci le tasse, allora lo dico anch’io, tu dici che farai questo ed il dico che farò questo più quello. Poi, nella maggior parte dei casi, come si dice, passata la festa gabbatu lu Santu e si ritorna nella ordinarietà quotidiana e nel prevalente immobilismo.
Ed i problemi restano tutti lì, almeno fino ad oggi: lavoro per i giovani e per tutte le donne e uomini che lo hanno perso, per varie ragioni e che hanno superato i quaranta trovandosi espulsi dal ciclo lavorativo non riuscendo più a recuperare un minimo inserimento e salario. L’ accesso al credito delle PMI, il carico fiscale, la lotta all’evasione etc. etc. Intanto, in questo periodo, sebbene in par condicio, assistiamo a dibattiti politici televisivi in cui gli ospiti passano la maggior parte del tempo ad accusarsi ed a recriminare sul comportamento dell’uno contro l’altro, nel tentativo generale di evidenziare una mancanza di concretezza e fattività nel campo avversario che l’antagonista del momento controbatte regolarmente in una querelle senza fine in cui noi, poveri spettatori, non riusciamo a mettere a fuoco i segni distintivi di una proposta rispetto all’altra, in una “marmellata” generale incolore ed insapore. Forse voluta?
Non voglio apparire nostalgico ma vi ricordate, chi di voi avesse qualche annetto in più, senza voler pubblicizzare questo o quello schieramento, i dibattiti, le analisi, i discorsi e la preparazione dei vari leader di un tempo?
Giganti, indipendentemente dal colore politico. Uomini che si avviavano alle proprie carriere politiche con spirito di servizio e militanza, partendo dalla gavetta, cominciando a livello amministrativo locale, poi provinciale, regionale e nazionale.
Anni ed anni di militanza e fidelizzazione ad un’idea, un gruppo di persone, una collettività.
Senza considerare quei grandi partiti di un tempo, contenitori nei quali la concorrenza dell’emergere rispetto agli altri era a dir poco aspra e ciascuno doveva sgomitare e farsi apprezzare non poco per avere un posto al sole.
E se lo doveva conquistare quel posto, con campagne elettorali in cui si cimentava direttamente alla ricerca del consenso personale, nelle piazze, con i comizi, nei così chiamati caseggiati, in cui incontrava varie famiglie riunite in questa o quella dimora.
Ed oggi? Non c’è problema, basta conoscere questo o quel leader, che si è fatto il proprio partito e, se sei gradito per varie ragioni, il più delle volte indipendentemente dalla tua capacità personale, professionale, sociale ed umana, si viene nominati e si entra direttamente ai massimi livelli della rappresentanza nazionale, onorevoli o senatori.
E noi cittadini siamo frastornati, non sappiamo a chi votare, aumentiamo nella disaffezione verso questo sacrosanto diritto di esercitare il nostro potere di delega nelle urne, scoraggiati dal semplice fatto che ognuno dei leader che professa il proprio rinnovamento, scava scava, alla fine, si accompagna con professionisti della politica e non, ci metto anche molti di quelli della società civile, che vorrà dire poi, di lungo corso come se non fossero personaggi portatori di interessi oppure appartenenti a ristretti gruppi di potere e sensibilizzazione sociale.
E noi? Che dobbiamo fare? Boh! Proprio non riesco a trovare una risposta, forse sarà perché oggi mi sento pessimista. Almeno spero sia questo!
Gradite le vostre testimonianze e riflessioni che vorrete inviare a : info@lospeaker.it.
Alla prossima …

Un Uomo Tranquillo