La Pasqua

PasquaTempo di Pasqua anche quest’anno, festività in cui si fondono significati religiosi e tradizioni culturali, culinarie e non, come spesso avviene in certe ricorrenze.
La festa della Pasqua cristiana è legata alla Resurrezione di Gesù Cristo, ma deriva dalle più antiche origini della Pasqua ebraica, che è invece legata all’episodio biblico dell’Esodo.
Infatti nell’antica lingua ebraica la parola Pasqua deriva da Pèsach che significa passaggio, e celebra, per la cultura ebraica, il “passaggio” dalla schiavitù della sottomissione egiziana al cammino verso la Terra Promessa, verso la libertà.
Questo “passaggio” si riferisce contemporaneamente a due episodi dell’Antico Testamento, uno è l’ultima delle 10 piaghe d’Egitto, quando l’“angelo della morte”, incaricato a prendersi la vita dei primogeniti maschi, “passava oltre” le case delle famiglie ebree con l’uscio marcato da sangue di agnello, mentre l’altro episodio fa riferimento al “passaggio attraverso il mar Rosso” del popolo ebraico guidato da Mosè, inseguito dal faraone.
Infatti gli elementi presenti nelle celebrazioni pasquali ebraiche sono il sacrificio dell’agnello e il “pane azzimo”, il pane non lievitato che gli antichi ebrei consumarono quell’ultima sera passata in Egitto, mentre si verificava l’ultima micidiale piaga, che comportò anche la morte del primogenito del faraone Ramses.
Durante le celebrazioni della Pasqua ebraica ancora oggi gli ebrei ortodossi si astengono dal consumare il pane lievitato: per questo motivo viene anche detta festa degli azzimi. Inoltre la maggior parte delle famiglie conserva la tradizione di usare posate che vengono utilizzate appositamente e unicamente in questa occasione.
Successivamente con l’avvento del cristianesimo la Pasqua assunse nuovi significati, riferendosi appunto al passaggio dalla morte alla vita di Gesù. In tal caso la Pasqua per i cristiani rappresenta la purificazione e il passaggio ad una nuova era caratterizzata dalla Nuova Alleanza con Dio.
La festa della Pasqua, infatti, ha un ruolo centrale nel Nuovo Testamento in quanto racchiude in se tutto il Mistero del cristianesimo, la Passione di Cristo, la cui crocifissione è servita per espiare i peccati dell’uomo oramai corrotto. La Resurrezione simboleggia appunto la purificazione dai peccati e la rivelazione dalla natura Divina di Gesù.
La Pasqua cristiana è dunque un passaggio ad una nuova era, alla vera vita, quella immortale dell’anima.
Le festività pasquali rappresentano un punto di congiunzione tra l’antica religione ebraica e quella cristiana, in quanto gli eventi raccontati dalle Sacre Scritture riguardanti la Passione e la Resurrezione di Cristo avvennero proprio durante i giorni di celebrazione della Pasqua ebraica in terra giudea. Infatti durante l’ultima cena Gesù e i suoi apostoli consumavano il pane azzimo, celebrando il consueto e antico rito della propria comunità, alla vigilia del giorno della Pasqua ebraica.
Nei primi secoli del cristianesimo il giorno della Pasqua pur coincidendo con il giorno della festa ebraica del Pèsach si celebrava però il sacrificio di Cristo. Successivamente si diffuse il desiderio di celebrare il giorno della Resurrezione di Gesù anziché quello della sua morte, per enfatizzare maggiormente il Miracolo Divino piuttosto che il sacrificio.
Fu così che nel 325 il Concilio di Nicea – primo atto ecumenico del mondo cristiano di età apostolica – decise di fissare la festa della Pasqua nel giorno presunto della Resurrezione, ovvero la domenica successiva al Venerdì Santo di Passione, spostandola di due giorni rispetto alla ricorrenza della Pesach.
In base a questo provvedimento il giorno della Pasqua avviene sempre la domenica successiva al primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera, cosa che nel calendario cristiano può avvenire in un periodo compreso tra il 22 marzo e il 25 aprile. È appunto il fattore che ne caratterizza la mobilità della data, presente anche nel calendario ebraico anche se dovuta a motivi differenti
Una curiosità riguardante il carattere più ludico della festa della Pasqua è che tra le varie tradizioni culinarie che avvengono in modalità differenti nei vari Paesi del mondo l’unica che è in qualche modo legata al suo significato religioso è proprio l’uovo. Infatti la tradizione del classico uovo di cioccolato deriverebbe da una antica usanza cristiana che consisteva nello scambiarsi uova vere col guscio variopinto e decorato in vari modi.
L’uovo sin dall’antichità ha sempre simboleggiato la vita, la nascita, e dunque anche per i primi cristiani la rinascita di Cristo. Scambiarsi uova colorate era dunque un segno di buon augurio, di lunga vita e fertilità.

Francesco Bartiromo