La Notte dei Licei Classici per il rilancio della cultura

Notte dei Licei ClassiciNAPOLI – Nel clima di evidente crisi culturale, che ha investito negli ultimi tempi la cultura e, in particolare, la forma mentis classica, l’AICC (Associazione Italiana della Cultura Classica) risponde con l’apertura serale di oltre 60 Licei Classici della Penisola aderenti all’iniziativa.
In occasione di questo evento, gli Istituti resteranno aperti dalle 18 alle 24 di venerdì 16 gennaio per promuovere la cultura classica attraverso varie iniziative. Gli studenti organizzeranno mostre, dibattiti, presentazioni di libri, letture di testi classici e di poesie, rappresentazioni teatrali, proiezioni di cortometraggi anche per chiarire le idee agli allievi che si apprestano alla decisiva scelta della scuola superiore.
L’iniziativa è partita da alcuni istituti siciliani ed è aperta a tutti: a Napoli aderiscono  i Licei della città e dei dintorni, tra cui il G. B. Vico, il G. Garibaldi, il Sannazzaro, il Vittorio Emanuele II, il Pansini.
La cultura classica risponde con fermezza a quanti negli ultimi tempi hanno messo in discussione l’utilità di questo tipo di formazione, una “accusa” mossa da quei mercenari dell’imprenditoria che ritengono improduttivo e quasi inutile l’impegno votato allo studio delle materie umanistiche. Così il latino, il greco, lo studio delle civiltà classiche, della loro storia, della filosofia, delle letterature e dell’arte vengono screditate da quanti hanno una visione pragmatica del mondo e del lavoro.
In effetti è sempre più difficile il futuro lavorativo di chi decide di intraprendere questo percorso anche all’università, vista la disastrosa situazione del mondo dell’insegnamento in Italia, che è forse il traguardo più naturale dei laureandi in queste discipline, ma non l’unico.
In realtà lo studio delle materie umanistiche anche all’università è una preparazione ad una laurea che sa essere molto versatile in campi lavorativi che apparentemente non hanno nulla a che fare con gli studi intrapresi e che richiedono creatività. La grande industria dello spettacolo, della pubblicità, del cinema, del teatro, richiedono infatti personalità che siano sensibili all’arte, e che molto spesso provengono da un tipo di formazione prettamente classica.
La cultura classica non si limita ad uno studio sterile ed accademico del latino e del greco, o almeno così dovrebbe essere negli intenti e nelle finalità originali di questo indirizzo formativo: la cultura umanistica forma le menti, elasticizza il pensiero, scrosta il cervello dai pregiudizi e dagli stereotipi, sprovincializza gli animi, insegna ad imparare, ad essere sensibili al mondo e alle persone, a pensare con la propria testa, ad essere burattinai di sé stessi e non burattini di chi vuole soggiogare.
Il filologo del reale non è soltanto lo studioso di un testo di Polibio o di Cicerone ma è uno studioso a tutto tondo, che sa scomporre un dato per analizzarlo e saperlo usare in un certo modo: una personalità che ben si presta non solo alla letteratura, ma addirittura alla politca. Ma attenzione: quanti hanno svolto studi classici non devono fare della cultura umanistica un segno di appartenenza ad una certa élite. Forse è questo l’unico limite della formazione classica, il fatto che molti studiosi di questo campo tendono spesso ad ibernarla, a staticizzarla e ad escluderne chi non li ha intrapresi.
Il latino e il greco non sono solo lingue morte da studiare e da capire per svolgere traduzioni fini a se stesse: sono strumenti di logica, di scomposizione di un testo, di analisi di un dato per ricomporre di nuovo il testo, come se fosse un puzzle. Insegnano ad essere risolutivi un domani di fronte ad un problema di vario tipo: non si limitano ad una conoscenza delle civiltà antiche, chiusa nelle mura del classicista che non vuole che qualcuno le varchi. Per questo motivo andrebbero insegnate a tutti ed estese a tutti gli indirizzi scolastici.
La cultura classica prepara alla democrazia, ad apprendere il presente ed il futuro grazie alle testimonianze del passato: la cultura è vita e in quanto tale va protetta e va costantemente diffusa ed applicata nel quotidiano, affinché tutti possano entrarne in possesso.

Francesco Longobardi