La ninfa che tesse i fili

Chiara VigoNAPOLI – Alla Sala del Capitolo del Convento di San Domenico Maggiore giovedì 11 marzo l’attrice Mariagrazia Cucinotta ha  presentato il documentario di Rossana Cingolani e il libro di Susanna Lavazza “Chiara Vigo l’ultimo Maestro di bisso”. Il volume, tradotto anche in inglese, è illustrato con foto che esprimono la magia del bisso più delle parole, ed è edito da Carlo Delfino.
Al dibattito, oltre alla Vigo e alla Cucinotta, era presente l’autrice del documentario, proiettato nel corso della serata, Rossana Cingolani.
La presentazione, introdotta da Nino Daniele, assessore comunale alla Cultura e al Turismo, ha visto gli interventi di Claudia Origoni, responsabile ufficio studi e cultura della Fiera di Roma, e di Vittorio Gazale, direttore del Parco naturale regionale di Porto Conte  di Alghero e dell’Area marina protetta di Capo Caccia.
L’origine del bisso marino, una fibra tessile di origine animale – da non confondere col bisso di puro lino – si perde nella notte dei tempi. La tessitura del bisso è antichissima e la sua trama è trama di pace, come ha sottolineato Chiara Vigo.
Non pesa e non viene rilevato dall’analisi al carbonio. Di bisso erano tessuti gli abiti di Re Salomone e dei Faraoni Egiziani e la leggenda racconta che lo fosse anche il Vello d’Oro di Giasone.
La tradizione vuole che sia stata la principessa ebrea Berenice di Cilicia, amante dell’imperatore Tito, a portarlo in Sardegna, dove vive Chiara Vigo, l’ultimo Maestro del bisso, l’ultima erede di una storia che si è tramandata di madre in figlia.

Pinna nobilis
Pinna nobilis

Il Bisso viene prodotto dalla barba della pinna nobilis, un macro invertebrato endemico del Mediterraneo, una specie longeva che può raggiungere anche 1 metro di altezza.
«Il Bisso non può essere né comprato né venduto», spiega Chiara Vigo, che può considerarsi l’ultima vestale del mare. L’unico Maestro rimasto, il Magister latino, che significa La Guida, il Consigliere, colui che conduce.
Il suo rapporto con il mare è d’amore. Ed è questo amore che la porta sott’acqua in apnea a raccogliere questa magnifica fibra che poi sapientemente dissala e carda. Ne tira fuori il colore oro naturale o lo colora diversamente usando erbe, cortecce e la sapiente influenza della Luna. Poi lo tesse al telaio a mano con l’aiuto delle unghie, unendolo al lino, creando opere bellissime.
Tutto questo Chiara Vigo lo fa cantando motivi antichi ed incomprensibili. Ogni cosa che conosce del bisso lo ha imparato dalla nonna, compreso il nuoto in apnea. Ha appreso le tradizioni, i canti. Tutto il suo sapere di ninfa marina proviene dalla tradizione orale, motivo per il quale è sempre alla ricerca di un nuovo Maestro al quale trasmettere questa arte magica diventata oggetto di riconoscimento da parte dell’Unesco quale Patrimonio dell’Umanità.
Tela di bisso marino
Tela di bisso marino

Chiara Vigo ha un rapporto molto particolare con la città di Napoli, da quando nel 1982 vi venne in viaggio di nozze e scoprì che al Museo Nazionale si conservava un vestito nuziale tessuto con il bisso appartenuto ad una nobile matrone di Pompei.
La Vigo ha condotto le persone presenti in un viaggio magico tenendoli per mano e cantando per loro. Ha raccontato che tutte le notti alle tre si alza e va vicino al mare e fa una preghiera universale, come un anacoreta, e dopo entra nella Stanza del Bisso.
Ha poi mostrato come si lavora il tessuto. Mentre lo faceva, si è spezzato un filo. Chiara si è guardata intorno, scrutando le persone con i suoi magnetici occhi neri profondi come il mare e ha detto che era segno che tra di loro c’era una donna in stato interessante. Era davvero così, e a questa futura mamma ha donato un pezzo di tela, come pure ad una bambina presente, simbolo di una trasmissione esclusivamente femminile dell’arte della tessitura del bisso marino.
Un pomeriggio indimenticabile, un incontro con una persona magica, Chiara Vigo, l’ultimo Maestro del bisso, e la magia di una vestale del mare dei giorni nostri.
Il documentario

Bona Mustilli