La Città di Portici nella canzone napoletana

Fra la Città di Napoli e quella di Portici vi sono innumerevoli punti di contatto: l’istituzione della prima linea ferroviaria italiana (1839) che collegò la metropoli partenopea alla ridente cittadina vesuviana, l’Università, la Reggia, il porto borbonico , i giardini e l’Orto botanico, la Villa Comunale, tanto per fare qualche esempio.
La canzone napoletana,nel suo piccolo, ha anch’essa contribuito a ciò che ci piace definire certamente non esagerando fratellanza tra le due cittadinanze attraverso variegate espressioni socio-culturali.
Già nell’800, un motivo dell’epoca faceva riferimento al grazioso porticciolo borbonico sito nella ridente cittadina campana, il celebre luogo è denominato Granatello , la zona marittima il cui nome deriva dagli odori che le piante di melograno del posto diffondevano nell’aria.
Ebbene, il  celebre musicista e trascrittore nonché  raccoglitore e conservatore di motivi popolari Vincenzo De Meglio (Napoli 1825-1883), nella sua  celebre raccolta “L’Eco di Napoli” consistente di ben 150 canzoni divise in tre volumi pubblicati dalla celebre casa Ricordi tra il 1882 e il 1883, inserì un testo che ha come riferimento il luogo da noi descritto,  Lo Granatiello.
 
Altro spunto musicale relativo al Granatello risale agli anni 1824-1825; la canzone si intitola “Lu vapore de lu Granatiello” versi e musica del celebre Guglielmo Cottrau (Parigi 1797- Napoli 1847), pubblicata nell’ambito di una sua celebre raccolta di canzonette popolari napolitane  denominata “Passatempi musicali”
Nel 1853 , venne pubblicata “L’addio a Portici” , versi di Carlo De Ferrariis, musica di Errico Wenzel, con testo in lingua,stampato a Napoli.
 

 
Durante il periodo cosiddetto “aureo” della canzone napoletana (1880-1910), celebri e famosi autori dedicarono  loro composizioni alla città di Portici e in particolare alle “belle porticesi”; anno 1888, il più celebre poeta napoletano, Salvatore Di Giacomo (Napoli 1860-1934),scrisse un capolavoro assoluto, ‘E ccerase.
La canzone venne pubblicata per le edizioni Santojanni, e musicata dal maestro Vincenzo Valente (Corigliano Calabro 1855 – Napoli 1921).
Il sommo poeta, evidentemente, aveva una certa predilezione per  la bella cittadina posta alle falde del Vesuvio; infatti, per le edizioni Polyphon pubblicò “’A canzone d’’o Granatiello”, musicata anch’essa dal compositore calabrese Vincenzo Valente.
Nel 1914, Di Giacomo, “ci ricasca”, la stessa casa tedesca di Lipsia,  gli pubblica un ennesimo omaggio alla bellezza delle donne di Portici: “Purticesa” musica di Ernesto De Curtis (Napoli 1875-1937), celeberrimo compositore e pianista, autore dell’immortale“Torna a Surriento”.
Non di meno efficace il contributo apportato dal famoso poeta Ernesto Murolo (Napoli 1876-1939),che due anni prima (1912) del componimento del Di Giacomo , per le edizioni Bideri , pubblicò “ ’A Purticesa”, musicata dal mitico poeta-musicista-editore-cantante E.A.Mario (Napoli 1884-1961).
 

 
Nel 1921, il poeta-musicista Giuseppe Raiola, in arte Raimir ( Torre del Greco 1897-1982) pubblica Miglio d’Oro.
Il Miglio d’Oro, la Strada Regia delle Calabrie è quell’arteria che attraversando  i quartieri napoletani di San Giovanni a Teduccio e Barra, prosegue poi per i comuni di San Giorgio a Cremano , Portici ed Ercolano raggiunge Torre del Greco.
Il termine “d’Oro” gli venne attribuito per la ricchezza storica e paesaggistica di quella tratta viaria e per la presenza di splendide ville vesuviane (quelle censite sono ben 122) costruite a partire dal Settecento.
Concludiamo con “Bellavista”, frazione collinare della città di Portici), canzone  del 1939, scritta da Francesco Fiore (Napoli 1889-1954) e musicata da Giovanni Donnarumma , (Portici 1877-Napoli 1949).
 

 
(Foto gentilmente concesse dall’Autore dell’articolo)

Ciro Daniele