"Italiano medio", la recensione

ITALIANO MEDIONAPOLI – Era il 4 dicembre del 2011 quando, durante la trasmissione “Ma anche no” sul canale La7, andò in onda un fake trailer realizzato da Marcello Macchia, in arte Maccio Capotonda, che si intitolava “Italiano medio”. Da lì in avanti pochi avrebbero pensato che il soggetto di questo ennesimo video parodia, che prendeva in giro il film “Limitless”, sarebbe stato poi utilizzato per realizzare l’omonimo film che in questi giorni è uscito nei cinema italiani. Visto il modo in cui ha costruito il suo successo, a partite dalle sue prime apparizioni nelle trasmissioni Mediaset targate “Mai dire…” e fino ad arrivare alla serie televisiva “Mario” su Mtv, sembra giusto il fatto che Maccio abbia deciso di utilizzare il contenuto di questo video per potersi proporre sul grande schermo.
Il film racconta le vicende di Giulio Verme, interpretato dallo stesso Maccio Capatonda, che è un ambientalista molto integralista che vorrebbe cambiare il Mondo con le sue idee. Purtroppo non riesce ad ottenere mai niente, poiché i suoi propositi non vengono recepiti bene dalla società italiana attuale. Inoltre, gli sta molto a cuore il bioparco della sua città che durante il film cercherà in tutti i modi di salvare dalla demolizione. Egli odia profondamente la televisione che fin da piccolo l’ha allontanato dai suoi genitori, troppo impegnati a seguire le trasmissioni per occuparsi del figlio, e che considera la causa principale dell’istupidimento degli italiani. Questi continui insuccessi però lo porta ad essere continuamente frustrato ed insoddisfatto della sua vita. Tutto questo si ripercuote anche sul suo rapporto con la fidanzata Franca, interpretata da Lavinia Longhi, che è un po’ di stufa di questi atteggiamenti di Giulio, nonostante condivida molte delle sue idee, e lo vorrebbe più elastico su certe cose. La vita di Giulio cambia quando rincontra un suo vecchio compagno di scuola di nome Alfonzo, impersonato da Herbert Ballerina (nome d’arte di Luigi Luciano). Vedendo le difficoltà di Giulio, Alfonzo gli propone di ingoiare una pillola per risolvere i suoi problemi. Inizialmente Giulio pensa che quella pillola serva per aumentare le sue capacità intellettive e perciò decide di prenderla. Subito dopo però Alfonzo gli spiega che così egli non userà più il 20% del suo cervello, bensì il 2%. In questo modo il protagonista si trasforma nel tipico italiano medio: stupido, sessuomane, cafone e in cerca di fama. Dopo aver passato una notte di follie, Giulio si risveglia nel suo appartamento e si accorge che l’effetto della “pillola magica” è sparito. Presto, però, capirà di non poter far a meno di quel farmaco, poiché è stufo di essere costantemente una persona infelice a causa della sua intelligenza. Oltre a comportarsi da italiano medio, Giulio si renderà anche protagonista di alcune azioni illegali che lo porteranno a subire una delle conseguenze più diffuse in Italia in questo tipo di situazioni: la popolarità!
Il questo lungometraggio c’è molta comicità demenziale e le scene nonsense tipiche di Maccio che utilizza anche alcune frasi tormentoni e personaggi già visti nei suoi video in passato. Nonostante il passaggio da un breve minutaggio di un video parodia ad un film che dura 100 minuti, il ritmo della storia è comunque abbastanza buono e scorrevole. A lungo andare però alcune scene e battute diventano un po’ troppo ripetitive e scontate. “Italiano medio” però non può essere considerato soltanto un film di genere comico, poiché rivolge anche delle interessanti critiche e riflessioni sulla situazione italiana di oggi e verso le persone che vivono al suo interno. In questo caso Maccio Capatonda non risparmia nessuno e critica indistintamente tutti i personaggi, mostrandoli nella maniera più grottesca possibile ed estremizzati al massimo. L’esempio più palese riguarda i ricchi e i poveri: i primi indossano dei vestiti stravaganti, hanno delle strane acconciature in testa e disprezzano fortemente la povertà; i secondi invece chiedono l’elemosina, ma poi utilizzano i soldi per delle attività frivole. Entrambe le classi sociali vengono perciò accusate di comportarsi in modo superficiale, senza preoccuparsi dei reali problemi della vita. Una delle cose più criticate, ed anche in questo caso estremizzato al massimo, sono i reality show dalla dubbia utilità che creano dei falsi idoli che il pubblico venera e che vorrebbe imitare. Anche questa cosa non permette al pubblico di dare la giusta attenzione alle questioni più importanti. Quando però una tragedia porta alla ribalta un problema che c’era già da tempo tutti se ne interessano, salvo poi dimenticarsene subito dopo con l’avvento di una nuova notizia sconvolgente. Ci sono anche le cosiddette associazioni pacifiste che per cambiare il Mondo arrivano al punto di compiere delle azioni che vanno contro la loro etica iniziale. Un ultimo esempio sono gli imprenditori che cercano di convincere ed imporre alla gente dei modi di vivere e delle cose che in verità non sono essenziali.
Perfino la fotografia raggiunge è estremizzata in maniera voluta: quando Giulio usa il 20% del suo cervello, i colori intorno a lui sono spenti e grigi; quando invece usa il 2%, i colori sono saturi e vivaci. Con questo lungometraggio, alla fine, Maccio vuole anche farci capire che per lui nell’Italia di oggi bisogna anche saper giungere a dei compromessi, poiché nella vita non può essere o tutto bianco o tutto nero, per imporre le proprie idee: capire ed acquisire il modo di parlare e di comportarsi di un italiano medio per far poi approvare i propri progetti. È in questo modo che Giulio riesce a raggirare una potente persona per ottenere l’approvazione di un suo piano tanto geniale quanto bizzarro che coinvolgerà anche una di quelle cose che fino a poco tempo fa odiava molto: la televisione!
Difficilmente questo film potrà piacere anche agli amanti della commedia tradizionale. Se si presta però più attenzione alla storia, si potrà notare che sotto la sua superficie in apparenza solo demenziale si nasconde un film interessante.
Voto: 7+

Sabato Gianmarco De Cicco