Io parlo web. E tu?

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Io parlo webUn’instancabile ricerca sul linguaggio web e in particolare  il concetto di link ha condotto lo scrittore Mario Scippa a realizzare, nonché autoprodurre la sua ennesima fatica editoriale: Io Parlo Web. E tu?    
Un titolo emblematico che non stupisce gli appassionati lettori dei suoi precedenti  lavori. È infatti fin dal primo libro di Scippa edito nel 2010, L’antiquario e il professore, che  è proprio il collegamento tra i due personaggi protagonisti della storia,  divenuto bellezza,  a  relazionare due esistenze diverse esattamente come fa un link in una pagina web con due diversi universi.
Ma persevera lo scrittore partenopeo quando nel realizzare il suo secondo libro, Il costruttore di illusioni, arriva a coinvolgere direttamente i suoi contatti in rete attraverso “il gioco della parola” : un appuntamento fisso per scrivere le proprie sensazioni riguardo una parola ogni volta suggerita da lui stesso. Commenti che rielaborati diventano spunto per piccoli scritti, pensieri, o poesie, così come Scippa non ama vengano definite le sue creazioni.
Sommo esempio di umiltà, mai intesa come debolezza, contrario alla superbia, l’antiquario di via Gaetani non disdegna ancora di “ascoltare” la voce dei propri contatti di rete nella correzione del suo terzo volume, Toglietemi gli specchi. Indicendo una sorta di concorso fotografico Mario  li rende partecipi perfino della scelta della copertina . Ed è proprio questa, biglietto da visita dallo straordinario impatto, a lasciar  presagire ai lettori  l’elevato indice di appetibilità di Io Parlo Web. E tu?
Interamente realizzata dall’autore stesso, la grafica della copertina si presenta come un muro dagli intonaci scrostati che nasconde e svela una stratificazione di segni e colori.
Oltre il nero dei graffiti, è il rosso il colore che ferisce come infiamma lo sguardo del lettore, attraverso due vistosi segni rispettivamente sul fronte e sul retro della copertina.
Il rosso rimanda subito la mente al sangue sparso dalla quotidiana violenza – femminicidi, guerre, mafie – o a quello che sgorga dalle vene dei popoli indignati, ma anche al fuoco, caloroso  simbolo di passione e forza, nonché di pericolo per i numerosi rischi che incombono nella vita.
Mario Scippa nel suo interessante libro compara la bacheca di Facebook ad un muro e i suoi utenti  ai writers  che di giorno in giorno pubblicano link, stati, aforismi di celebri autori, foto, note, articoli di giornale e quant’altro.
Un desiderio quindi di condividere le facce della medaglia che è appunto la vita. Dietro un morboso, spesso patologico bisogno di apparire, in realtà si cela solo quello di essere ascoltati in qualche modo, magari capiti.
Messaggi chiaramente interpretabili  come lasciati in una bottiglia tra le onde dell’oceano, il web, nell’attesa che qualcuno li trovi e li legga. Un universo comunicativo destinato a perdersi.
Poter entrare nella homepage di un cliccato social network e commentare in simultanea su svariati argomenti che vanno dalla politica ai costumi sociali o allo sport è saggiamente paragonato da Scippa  all’ accedere in una stanza degli specchi. Un luogo dove le immagini si moltiplicano all’infinito, spesso disperdendosi seppur rimanendo in rete.
In maniera articolata Scippa ha sistemato gli argomenti da sempre a lui cari con una concreta sinteticità, stupendo lui stesso, abituato a scrivere in modo quasi prolisso.
Dunque tutt’altro che noioso il racconto di genuine ma culturali storie nate da conversazioni in chat o incontri che lo scrittore ha avuto con numerosi giornalisti, attori e artisti vari, spesso amici, come nel caso di Dario Perroni, leader dei Mundu Rua. La suggestiva musica post-moderna suonata dal gruppo ha infatti ispirato Scippa a comporre uno stralcio sui nuovi linguaggi musicali alle falde del Vesuvio. Certo uno tra i più appetibili.
I lettori di Io Parlo Web. E tu?  potranno gustare anche ottimi frammenti dei quotidiani viaggi dello scrittore sui treni circumvesuviani tra etnie diverse e mescolate, nonché sulla qualità della vita a Napoli. Non mancheranno emozionanti racconti dell’infanzia legati ai giorni dell’estrazione del Lotto.
Dunque un libro senza una fine, come ama definirlo l’autore, perché presenta tante piccole conclusioni provvisorie. Paragonabile a una  pagina di Facebook di cui si conosce di sicuro l’inizio, ossia l’iscrizione, ma mai la fine.
In conclusione, nella società che parla web si costruiscono più computer per contenere più informazioni e produrre più copie possibili, ma c’è poca comunicazione. Si fanno istantanee amicizie virtuali, ma è problematico attraversare la strada per incontrare il nuovo vicino.
Pertanto leggiamo e riflettiamo tutti: Io Parlo Web. E tu?, di Mario Scippa.

  Nina Panariello