Io, mai niente con nessuno avevo fatto

IO, MAI NIENTE CON NESSUNO AVEVO FATTO - una scena6 (ph Dalila Romeo)NAPOLI – Dopo il successo della tournèe italiana, al Teatro Elicantropo giovedì 20 marzo  alle 21, con repliche fino a domenica 23, la Compagnia Vuccirìa Teatro in collaborazione con Diana Oris presenta lo spettacolo Io, mai niente con nessuno avevo fatto, opera prima di Joele Anastasi, che ne cura anche la regia, oltre ad essere in scena con Enrico Sortino e Federica Carruba Toscano.
Con questa pièce teatrale la Compagnia Vuccirìa Teatro ha vinto il Bando Stazioni d’Emergenza/V atto/Nuove creatività 2014 di Galleria Toledo a Napoli, ed ha vinto il Roma Fringe Festival 2013, ottenendo il premio come Miglior Spettacolo, Migliore Drammaturgia a Joele Anastasi, Miglior Attore a Enrico Sortino. 
Io, mai niente con nessuno avevo fatto indaga su tematiche essenziali, difficili e profondamente attuali, adottando una visione originale, ma soprattutto cercando un contatto diretto con il pubblico, attraverso un linguaggio immediato.
In una Palermo crudele e spietata si muovono tre personaggi, Giovanni, Giuseppe e Rosaria – Joele Anastasi, Enrico Sortino e Federica Carruba Toscano, tre corpi, a metà strada tra uomini e bestie, angeli e demoni, in bilico tra istinto e ingenuità, violenza e innocenza.
Su tutte la storia di Giovanni, incarnazione dell’ingenuità e della passione allo stato puro, dell’innocenza che supera tutte le barriere della conoscenza e dell’ignoranza: un pezzo unico di anima che dice tutto quello che pensa, che crede a tutto quello che gli viene detto.
Giovanni è la forza e il coraggio di chi non riesce a vedere il mondo se non come uno spartito di note da danzare: l’istinto alla vita, alla sopravvivenza, al di là della malattia, al di là del male.
I tre personaggi sono sospesi in un universo popolare brutale e d’istinti feroci, dove nulla è comandato dalla mente ma solo dall’impulso del corpo. Uomini che sono bestie, che sono angeli, che sono demoni.
La violenza si contrappone all’ingenuità di Rosaria, cugina di Giovanni, che per lui è sorella, fidanzata, madre e figlia.
C’è spazio per l’amore, c’è spazio per la rivalsa, ma tutto ha un prezzo e Giovanni lo sconterà attraverso gli occhi ambigui e violenti e il corpo pulsante e focoso di Giuseppe, insegnante di danza, unico amore-amante di Giovanni.
Tre attori, tre monologhi, tre vite in scena legati drammaturgicamente, ma che non interagiscono fra loro a livello scenico.
Tre cellule, tre piccoli spazi evidenziati da altrettanti fari, tre finestre di emozioni, confessioni e sentimenti.
(Foto by Dalila Romeo)