Il teatro: Un anno dopo

UnAnnoDopo_TonyLaudadio_EnricoIanniello_fotoGiuseppeDistefano_1NAPOLI – A inaugurare il nuovo anno al Teatro Nuovo venerdì 2 gennaio 2015 alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 11) sarà la collaudata coppia scenica Tony Laudadio e Enrico Ianniello, protagonisti del nuovo spettacolo “Un anno dopo”, testo e regia a cura dello stesso  Laudadio.
Presentata da Onorevole Teatro Casertano e Teatri Uniti, la pièce, atto unico per due attori, ricostruisce e racconta trent’anni di due vite.
Il testo, una scrittura originale di Tony Laudadio, ricompone per frammenti – trenta flash per trenta giorni, uno per ogni anno – la storia di due persone, impiegate in un medesimo ufficio, nella condizione obbligata di una condivisione forzata e continua dello stesso luogo fisico.
Per trent’anni costretti, quasi inconsapevolmente, a partecipare delle situazioni, emozioni, aspirazioni dell’altro, Giacomo e Goffredo, i due protagonisti, interpretati rispettivamente da Tony Laudadio e Enrico Ianniello, trascorrono insieme la loro vita.
«Una condizione comune a tanti – sottolinea l’autore – in cui capita di essere in relazione costante con un’altra persona, un collega in questo caso, che forse non sopporti neanche ma con il quale ti trovi a vivere, giorno dopo giorno, le stesse situazioni, le stesse fantasie di fuga, la voglia di lasciare finalmente la provincia per conoscere qualcosa di nuovo, quindi la disillusione e la frustrazione che deriva dall’impossibilità di realizzare questi desideri».
Il racconto segue il percorso di vita dei due protagonisti, fra stasi, noia e scambi di esperienze esistenziali, riportate nel microcosmo quotidiano tra una mansione e l’altra.
La “frammentaria” struttura del testo si traduce, scenicamente, in una serie di quadri, che realizzano le inclinazioni e le tappe fondamentali della vita dell’italiano medio, tratteggiate nella diversità dei due protagonisti.
Per uno dei due sono il primo giorno di lavoro, il fidanzamento, l’adattamento alla stabilità e il matrimonio, i figli, il divorzio con conseguente giovanilismo di conquista, qualche problema giudiziario e ancora la volontà di cambiamento, di fuga dal provincialismo, che non riesce a diventare scelta concreta, la malattia finale e la morte.
Per l’altro pesano il vuoto di una vita ripetitiva, la convivenza regolare, ma senza slanci, con la sorella, l’assenza di pretese o aspirazioni, con l’unica particolarità di un passatempo singolare ai limiti dell’assurdo: scrivere sinossi. I suoi sono piccoli racconti in forma contratta e dal contenuto paradossale che, privi d’ispirazione, rispecchiano l’impossibilità di una chance di evoluzione.
Nel loro continuo dibattersi intorno agli stessi temi, tra ossessioni, paure e anche innocui o inconfessabili segreti, i due protagonisti riescono a sopravvivere a loro stessi e, come in un attimo, trascorrono trent’anni.