Il teatro: L’Arte del Dubbio

NAPOLI – Dopo i successi di Processo a Dio e La Commedia di Candido, ritornano in scena al Teatro Nuovo Ottavia Piccolo e Vittorio Viviani in L’Arte del Dubbio dal libro di Gianrico Carofiglio, nella versione teatrale di Stefano Massini, per la regia di Sergio Fantoni.
Prima rappresentazione martedì 12 febbraio 2013 alle 21.00, in replica fino a domenica 17 di Napoli.
È inoltre in programma un incontro con Ottavia Piccolo e Vittorio Viviani,, mercoledì 13 alle 18.00 alla Feltrinelli di piazza dei Martiri, coordinato dalla giornalista del Corriere del Mezzogiorno Natascia Festa.
L’Arte del Dubbio è un cabaret del dubbio, dove nulla è dato per scontato. Una moderna commedia dell’arte articolata in quadri, in cui i giochi di parole, lo strumento dell’interrogatorio e la forma del processo fanno sì che Ottavia e Vittorio si divertano a indossare i panni dei tipi più disparati. E lo fanno su un teatrino da fiera di paese, con siparietto, quinte e luci, che ricorda il teatro-cabaret brechtiano.
Già dall’inizio, Adamo ed Eva, nudi nelle loro sagome, sono stuzzicati dal serpente che, con la voce di Gioele Dix, insinua loro il dubbio, un Dubbio con D maiuscola.
In effetti, il serpente si sostituisce al creatore con il suo dissacrante decalogo «Io sono il dubbio, non esiste altra verità all’infuori di me», e diventa il motore che alimenta e suggerisce i diversi episodi che appaiono in scena.
Le musiche per dieci strumenti, composte da Cesare Picco, ed eseguite dal vivo dal musicista Nicola Arata, scandiscono i ritmi vivaci dello spettacolo che diventano tesi nei pezzi più impegnati: l’assassinio di Don Peppe Diana ad opera della camorra e la morte dei sette operai della Thyssen.
Ha spiegato il regista Sergio Fantoni: «Gianrico Carofiglio ha il merito di aver portato, con il suo straordinario libro L’Arte del Dubbio, il tema del Dubbio fuori del perimetro strettamente giuridico per lasciare che dilagasse nella realtà quotidiana.
Si parla, in realtà,  dei nostri giorni, di quello che sta al di fuori dei teatri, intorno a noi,  di insidie e di trappole nascoste fra le parole e nelle parole. Si parla della persuasione occulta della pubblicità, delle ambiguità, a dir poco, dei giornali.
E in questo strano risiko teatrale, che racconta la guerra fra Vero e Falso, tutto scaturisce nientemeno che da verbali autentici di processi italiani. Presi direttamente dai nostri Tribunali, compariranno in scena truffatori e pentiti, poliziotti e camorristi: un’umanità pronta a testimoniare la verità o la menzogna, in quel gigantesco teatrino che si chiama realtà.
Una sfida-scommessa che ha l’obiettivo, tutt’altro che facile, di divertire, oliando gli ingranaggi del nostro senso critico».
(Foto: Ufficio stampa)