Il teatro: Giovanna, la regina napoletana

PIANO DI SORRENTO – La XXXI edizione della rassegna “Incontri al buio” diretta dal prof. Antonio Volpe e promossa dal Circolo Endas Penisola Sorrentina presieduto dalla dott.ssa Adele Paturzo, si svolge ogni mercoledi sera al Gran Caffè Marianiello in piazza Cota.
Mercoledi 27 febbraio in particolare  l’arte teatrale è stata combinata alla cucina. Il pubblico, infatti, dopo le prelibatezze dello chef Cristoforo Trapani, ha potuto gustare lo spettacolo “Giovanna, la regina napoletana”, un testo di Giuseppe De Chiara messo in scena con le musiche di Stefano Busiello, le coreografie di Floriana Cafiero e le vivaci interpretazioni di Giuseppe De Chiara stesso nei panni della sensuale Regina Giovanna II d’Angiò Durazzo, di Angelo Picone detto O’ Capitano nelle vesti del Coccodrilo, lo stallone e il palafreniere, nonché Giacomo di Borbone, e del medico Carlo Alfaro, animatore del gruppo di promozione culturale Il Caffè delle Muse, come Giovanni Berlingieri, valletto della sovrana.
Lo spettacolo, uscito in anteprima nazionale il 13 novembre scorso nell’VIII edizione della rassegna “La Corte della Formica”, prestigioso festival di corti teatrali ideato e realizzato a Napoli da “Teatro a Vapore”.
La trama.
Vita e mito della sovrana di Napoli Giovanna D’Angiò-Sforza, incoronata il 19 ottobre 1419 col nome di Giovanna II, famosa per le truci leggende popolari nate intorno alla sua figura che l’hanno tramandata come una regina scandalosa, spietata e lussuriosa, dedita alla ricerca del sesso e all’assassinio dei suoi amanti.
Si racconta che la regina ospitasse nella sua alcova uomini di ogni genere ed estrazione sociale, e poi non esitasse a disfarsi di loro appena soddisfatte le sue voglie, dandoli in pasto al suo coccodrillo. Proprio a questo proposito si è narrato per secoli che la regina disponesse, all’interno di Castel Nuovo, il Maschio Angioino, di una botola segreta: i suoi amanti, esaurito il loro compito, venivano gettati in questo pozzo e divorati da  un coccodrillo che viveva nei sotterranei del castello.
Famosa è anche la leggenda della sua passione per il cavallo, scoppiata quando si riparò nell’enorme albero dal tronco cavo di più di trenta metri di diametro con cento cavalieri per sfuggire ad un violento temporale estivo che li colse di sorpresa, e presa da raptus erotico e non soddisfatta dai suoi cento cavalieri, scoprì la sua “zoofilia”.
Lo  spettacolo è tratto da “Il III Arcano Maggiore. L’Imperatrice. La lagrimevole historia di Virginio e Camilla  ai tempi della regina Giovanna”, complesso lavoro di De Chiara prossimamente in scena a teatro.
Applausi e risate per le esilaranti gag, come quando la regina si fa preparare per un matrimonio dal suo fedele valletto Giovanni Berlingieri in presenza del prepotente consorte Giacomo di Borbone, le deliziose parti cantate, i  lussureggianti costumi  che si devono ad Ida Falconetti per il coccodrillo, Margherita Sagnibene per la regina Giovanna, e la sarta sorrentina Luciana Aprea per il fido Berlingieri.
La rappresentazione al Marianiello dimostra come diverse arti, quali cucina e teatro, possano combinarsi perfettamente assieme, quando c’è l’amore e la passione per le cose.
(Foto: Ufficio stampa)