Il segreto di Napoleone

NapoleoneEsistono uomini la cui volontà ha cambiato l’esistenza di milioni di persone, come i faraoni Ramsete II e Akenaton, Mosè, Gesù, Maometto, Budda, Cagliostro, Saint Germain, Raimondo de Sangro, Giordano Bruno. E tanti altri.
Accadono eventi che gli studiosi con la loro scienza non riescono a spiegare e preferiscono tacere: sono momenti in cui la storia scarta dal naturale corso e prende all’improvviso una rotta diversa, misteriosa, inspiegabile …
È quello che successe la notte del 12 agosto 1799, quando un giovane ambizioso generale della Francia rivoluzionaria, il còrso Napoleone Bonaparte, sbarcò sulle coste dell’Egitto con un esercito di 38mila soldati, ufficialmente per indebolire il dominio degli inglesi in Medio Oriente. Perché organizzare una campagna militare tanto imponente per un obiettivo militare cosi insignificante? Perché portarsi al seguito una nutrita schiera di 500 scienziati, tra ingegneri, architetti, letterati, matematici, astronomi e archeologi?
La verità è altrove: con la sua capacità di rovesciare il presente, il giovane Napoleone era al centro di un’ enigma mai risolto.
Si trovò in Egitto, preso in un vorticoso puzzle i cui pezzi nascondevano possibilità inquietanti, come la ricerca della formula egizia della vita eterna sul mito della Fenice o Bennu, tra le sette islamiche hascaschini, sufi, neoegizi faraonici alessandrini, alchimisti arabi, ma anche tra i saggi del deserto berberi, beduini, cristiani copti, ebrei.
In uno scenario metafisico, tra piramidi, Sfinge e profanatori, viaggi e incontri avvenuti nottetempo di Napoleone si snodarono tra vangeli nascosti e apocrifi, il mito dei Templari e dei Rosacroce in versione cristiano copto ed egizio arabo preislamico, ma anche donne bellissime …
Il giovane Bonaparte inseguiva un segreto, quello dei Faraoni, che secondo le antiche scritture erano in grado di resuscitare dalla morte, al di là dello spazio e del tempo, accedendo all’immortalità fisica.
Seguendo tracce presenti in alcuni capitoli del Libro Egizio dei Morti e dei libri delle Piramidi , interpretando i misteriosi e non facili geroglifici egizi, si potrà capire perché Napoleone provò paura per la prima e ultima volta nella sua vita.
Era il tramonto della calda giornata del 12 agosto 1799: Napoleone varcò la soglia dell’imponente piramide di Giza; uscì all’alba del mattino successivo, sfidando la maledizione che colpiva chiunque osasse oltrepassare la soglia di quella tomba.
Liberò la sua mente, chiudendo gli occhi, espirando profondamente.
Era stato preparato dai saggi del deserto beduini, dai cristiano-copti del Cairo, dalla setta egizia non islamica ancor fedele segretamente alla religione dell’antico e immortale Egitto proibita dalla religione araba, con in pugno il libro egizio dei morti e la croce egizia anh, simbolo della vita e del passaggio oltre la soglia di dimensioni misteriose per l’aldilà, tra tenebrose presenze e una pura musica egizia irreale.
Precedentemente aveva avuto contatti con i massoni egizi cairoti fedeli al maestro Cagliostro, ai cui precetti obbediva il giovane e temibile generale Bonaparte …
Dopo quella notte il mondo non fu più lo stesso e Napoleone non fu mai più lo stesso uomo …
Dopo una carriera militare folgorante, a 29 anni il1 luglio 1798 comandò una prima spedizione in Egitto con 38mila soldati, di cui 2 mila ufficiali, 300 donne mogli di militari e 500 civili, di cui 177 scienziati come Champollion, che aveva il compito di decifrare i misteriosi geroglifici.
La flotta da guerra francese fece sbarcare ad Alessandria la compagine militare, che poi proseguì per Rosetta e Damitetta in marcia verso Il Cairo, capitale del regno dei Mamelucchi, governatori autonomi militari in nome dell’Impero turco, alleato degli Inglesi.
La flotta britannica dell’ammiraglio Horatio Nelson intanto aveva attaccato e distrutto  quella francese nella rada di Abukir, la terra del saggio San Ciro, medico egizio divenuto santo, le cui reliquie son conservate nella chiesa del Gesù Nuovo di Napoli e nel Santuario diocesano di Portici.
Napoleone,rimasto senza l’appoggio delle navi occupò militarmente Il Cairo, dopo aver sconfitto a Giaffa, Siria, le truppe turche che volevano riconquistare l’Egitto nella Domenica di Passione del 10 marzo 1799.
Napoleone in EgittoNella battaglia rimasero uccisi 1441 turchi e fatti prigionieri 3000, di cui 1200 artiglieri turchi, che per ordine di Napoleone vennero sterminati insieme a vecchi e donne e bambini, in una città messa a ferro e fuoco, passandoli tutti alla baionetta. Una feroce rappresaglia per impressionare il comandante supremo turco Giazzar Pascià detto il Carnefice, perché, imprigionati i francesi, li faceva torturare, scorticare, evirare e quindi impalare.
Bonaparte assediò dunque l’ultimo avamposto di San Giovanni d’Acri, per vendicare la sconfitta dei Crociati e dei Templari del 1291. Durante il periodo necessario all’azione militare, contro la volontà dei suoi generali Napoleone attraversò la Palestina e pernottò a Nazareth per incontrare il 14 aprile i capi della setta cristiano-copta, che lo iniziarono ai misteri dei vangeli apocrifi.
Intanto dalle navi inglesi alleate ad Abukir erano sbarcati 15mila turchi dei Mamelucchi d’Egitto decisi a riconquistare il Paese. Dopo un memorabile discorso alle sue truppe sotto le piramidi di Luxor dove ricordò gli antichi fasti, Napoleone il 15 luglio nella piana di Abukir affrontò i nemici turchi e li sconfisse.
Poi, il 2 agosto si fermò per ammirare i sacri monumenti, in particolare la Sfinge, ascoltando affascinato i racconti delle guide arabe su Atlantide, sull’Egitto osirideo, sui i faraoni e sulle piramidi dell’antica epopea solare.
Champollion intanto era riuscito a decifrare i geroglifici grazie al ritrovamento della Stele di Rosetta, aiutato anche da studiosi egiziani e nubiani: su una delle facciate del parallelepipedo era riportata una traduzione in greco del testo dell’iscrizione.
Napoleone aveva confidato in questa importante scoperta, e si preparava a più grandi traguardi iniziatici, conversando sotto le tende dell’accampamento – non lontano dal sacro fiume Nilo – con i saggi delle varie sette islamiche e con i massoni egizi venuti con lui dalla Francia.
In una di quelle occasioni si prese a parlare della formula dell’Immortalità dei faraoni contenuta sia nel Libro Egizio dei Morti sia nel libro murale delle piramidi, argomento che venne ripreso poi l’11 agosto a Il Cairo.
Bonaparte aveva in mente il responso che il famoso astrologo francese Bonaventura Guyon che il 12 agosto 1795 gli aveva dato nel suo studio di rue d’Estraspade n. 13 della Parigi dell’epoca, in cima a Saint Geneve , proprio dietro al Pantheon … Pochi giorni dopo il colloquio, negli ambienti della massoneria egizia di Cagliostro senti parlare del conte di Saint Germain, di Templari, di piramidi, di obelischi, di egizi, faraoni, della Sfinge,di reincarnazioni …
In Egitto dal 6 agosto 1799, il giovane generale leggeva avidamente il Libro dei Morti, tradotto da poco in francese; così il 12 notte andò nella tomba più grande di Giza, la piramide di Cheope, vicino allo zed centrale, simbolo celato dell’usura del tempo.
Era solo, o meglio in compagnia delle ombre della notte e dei secoli trascorsi …
Vegliò fino all’alba, preparato a quell’esperienza dai saggi cristiano-copti di Luxor e di Il Cairo, fermo nella Camera del Re, illuminato da una luce tremenda, tra misteriose presenze e voci stupende di invisibili creature del passato, i sacerdoti dell’antico Egitto, come riportò in alcuni cenni delle sue memorie scritte a Sant’Elena …
Il Napoleone che uscì alle 6 e mezzo in punto del 13 agosto era un uomo profondamente cambiato …
Dieci giorni dopo partì dall’Egitto per la natia Ajaccio in Corsica; vi giunse il 28 settembre; da lì, undici giorni dopo, andò a Frejus, Francia.
Il 10 novembre a Parigi, con l’aiuto dei suoi fratelli, dei massoni e delle truppe a lui fedeli, fece il colpo di stato contro la Repubblica e si proclamò Primo Console di Francia.
Con il suo esercito il 14 giugno 1800 sbaragliò a Marengo gli austriaci nella seconda campagna d’Italia; nel 1802, dopo stupefacenti vittorie militari dove piegò i potenti ed orgogliosi eserciti di Austria e di Prussia, fu nominato Console a vita e poi incoronato Imperatore nel 1804.
Nel 1806 conquistò la Spagna e il Regno di Napoli e di Sicilia e altri stati, sostituendone i sovrani con i suoi fratelli e il cognato Murat: Intanto la massoneria francese dirigeva in senso egizio e scozzese gli alti ufficiali francesi, con il benestare di Napoleone che nel 1808 acconsentì anche al ripristino dell’Ordine Templare a Parigi.
Il 17 maggio del 1809 annesse al suo impero anche lo Stato della Chiesa, azione che  il 10 giugno 1809 gli valse la scomunica di papa Pio VII; il generale non ne fu affatto sconvolto, tanto che nella notte del 5 luglio fece arrestare il Pontefice dalle sue truppe, deportandolo sotto scorta militare ad Avignone e poi per tre anni a Savona.
Il 1 aprile 1810 sposò Maria Luisa d’Asburgo, figlia dell’imperatore d’Austria.
La sua stella a questo punto cominciò a tramontare.
Nel 1812 condusse la disastrosa campagna di Russia; sconfitto, affrontò i potenti nemici in Germania, lottando fino alla sconfitta di Lipsia del 1813.
Venne esiliato nell’isola d’Elba, in Toscana, con 1600 soldati francesi di scorta, quasi una piccola corte, un’ironica consolazione per un grande capo di stato, mentre un’Europa coalizzata contro di lui partecipava al congresso di Vienna del 1814.
Bonaparte fugge dall'ElbaNapoleone però non era ancora domo e fuggì: memore della sua consacrazione in Egitto del 12 agosto 1799, sbarcò in Francia con 1100 soldati in cento giorni la riconquistò, sollevando gli animi a lui fedeli.
Napoleone a Sant'Elena
Venne sconfitto definitivamente a Waterloo e confinato dagli Inglesi a Sant’Elena, un’isola dell’oceano Atlantico meridionale, lontana da tutte le coste, ove mori in modo oscuro, probabilmente avvelenato da coloro che continuavano giustamente a temerlo …
Napoleone morente

Michele Di Iorio