Il salvataggio

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La nostra nazione è stata governata per oltre trentanni da una compagine ora di destra, ora di centro- sinistra. (Che poi di governare non se ne occupava molto, visti i clamorosi risultati ottenuti in tanti anni di sperperi e trastulli, trascorsi senza realizzare leggi o iniziative di supporto, né dell’artigianato, né del commercio, né della piccola e media industria.).
I nostri politici, rincorrendo l’interesse dei loro capi ed il proprio, senza badare a spese e aiuti alle fazioni di sostegno, pensando sempre al proprio campicello, hanno  trascurato completamente il benessere ed il futuro della popolazione, dimentichi tutti volontariamente, per comodo personale o per insipienza, che la nazione tutta s’indebitava follemente per sostenere un tenore di vita abnorme, con spese fuori controllo.
Il tutto ha cominciato ad avere un certo peso, con la politica d’espansione industriale del governo Craxi, che giustamente voleva l’Italia fra le prime nazioni del mondo.
Un onore che oggi sta pagando caro.
Dal terzo posto realizzato allora, con spese e sperperi di risorse inauditi, oggi ci troviamo fuori d’ogni conto numerico.
Tutto si è basato su complicità di numerosi governanti e funzionari pubblici, su mazzette iperboliche che hanno creato migliaia di nuovi miliardari di Stato, a scapito dell’intera nazione, impegnata a lavorare e produrre per un futuro sicuro.
Quest’ultimi, posti nei gangli del potere, si preoccupavano solo ed esclusivamente di aumentare il loro conto personale in Svizzera.
Il male è stato che quasi tutti noi credevamo al miracolo economico nazionale!
Quando qualcuno si permetteva di far notare che il pane aumentava di costo, certo non di valore, perché era sempre fatto della solita farina, acqua e sale, la risposta generale era: «Che importa a me se lo pago di più; tanto non siamo mai stati così bene».  Intanto l’inflazione galoppava.
Andavo dicendo ad amici e soci in affari del tempo: «Il debito pubblico sta aumentando continuamente». Mi rispondevano con indifferenza: «Qualcuno lo pagherà».
Ancora oggi c’è l’incoscienza generale sulla gravità del debito pubblico, per non parlare dell’incompetenza dei politici vecchi e nuovi, i quali di tutto si preoccupano, meno che di lanciare idee nuove, o ascoltare consigli su come fare per lenirlo, per non dire meglio… sanarlo.
Passiamo ora al problema odierno.
Oggi ci ritroviamo circa 2200 miliardi di euro d’esposizione.
Meno di due anni orsono eravamo sotto i 2mila miliardi. Già di per sé era una situazione critica.
Il Presidente della Repubblica chiese giustamente al Capo del Governo in carica all’epoca di andarsene.
Lo stesso, nel periodo di potere più che decennale, aveva aumentato il debito di circa 500 miliardi
(E pensare che confidavamo in lui, perché da pratico nuovo miliardario doveva redimere il danno fatto dal suo vecchio sostenitore ed amico).
Da vecchio saggio, sempre lui, ha chiamato al governo un esimio professore che pensò bene di convocare al suo fianco altri illustri cattedratici e alcuni suoi compagni di lavoro (banchieri).
Ben si sa, il professore non è sempre il primo nella vita.
“Il Cittadino è come Ulisse nella caverna di Polifemo, ossia Nessuno”!
Ritornando al fatto, l’urgenza principale era il salvataggio, naturalmente della nave Italia, che stava per andare a fondo nel mare dei debiti.
Da buon banchiere si è mosso nella politica finanziaria, a lui così consona, visto il ruolo di mediatore d’affari che esercitava nel tempo libero dall’insegnamento alla Bocconi, dove aveva la cattedra d’economia.
Subito ha avuto l’idea folgorante” Propongo ai Capi di Stato della UE di fare un fondo salva Stati, la mia quota la sostengo con l’emissione di BOT e CCT, tanto un po’ più, un po’ meno, cosa cambia?
Sono solo 100 miliardi: un poco li tiro fuori dalle tasche degli Italiani, tanto ne pagano solo il 60% sul reddito ( un piccolo salasso non sarà mica la morte), un po’ per le piccole spese aumento il carburante. Soldi facili ed immediati che ogni nuovo Presidente del Consiglio dell’ultimo quarantennio ha perseguito, quindi nulla di male, l’hanno fatto sempre tutti!
Poi gli italiani sono abituati a questo prelievo forzato.
Alla fine a cosa serviva questo fondo salva Stati?
È stata un’operazione di furbizia, perpetrata con la complicità del presidente della BCE (anche questo vecchio collega in campo della mediazione finanziaria internazionale).
È servita a farsi prestare i soldi per sanare momentaneamente i conti e fare bella figura presso la dirigenza vera della Ue e della finanza internazionale.
Qui subentra la seconda furbata: i soldi alla Bce non vanno richiesti  dal Governo, bensì dalle banche nazionali che, in accordo con il loro referente Ministro del Tesoro, ex banchiere, le coinvolge dando loro un guadagno facile, facile, garantito dallo Stato di circa 5 punti percentuale netti.
Il ricavo sarà quindi: dal 0,5 % pagato alla BCE,  5,5% riscosso da BOT e CCT = netto 5%.
Niente male come interesse……..  un utile talmente allettante che sparisce la liquidità nel Paese, e quasi tutti ne soffriamo.
Benissimo. Lo spread altalenante si abbassa per un po’, (i mercati sono stati gabbati) poi si rialza perché la cosa non è proprio piaciuta a tutti gli investitori ed il rating nazionale subisce due svalutazioni.
In realtà l’operazione salva Italia è stata solo un bluff che ci sta costando caro.
I soldi delle tasse sono finiti nel calderone degli interessi sul debito e per pagare gli stipendi e le pensioni d’oro di politici, magistrati e funzionari di Stato che rischiavano perché non c’era più liquidità.
I soldi raccolti dall’odiosa tassa sugli immobili sono finiti per il salvataggio della banca del partito. I soldi ricevuti dalle banche, dalla BCE, sono stati destinati ad acquistare i debiti dello Stato, contratti verso investitori esteri:  ma poi si dovrà restituirli!
Pertanto sempre debito verso l’estero è.
Gli interessi derivati dalla quota versata per il fondo salva Stati ci sta costando il doppio, perché? Per finanziarla in realtà abbiamo contratto un doppio debito: il primo con gli investitori, il secondo con le banche, e ci costa circa 11/12 mld l’anno.
E ancora: il debito con le nostre banche ci costa  circa 12/13 mld l’anno.
Nel complessivo il debito pubblico è salito a più di 2.200 miliardi.
E il salvataggio?
Non mi soffermo a parlare di Mose di Venezia o della ministro piangente del passato governo. Sarebbe troppo penoso.
Oggi ci ritroviamo un governo formato da studenti appena laureati, ex sindaci amici degli amici politici. Tutti ammanicati con premier, ex premier, ex previsto premier, un’accozzaglia pseudo  politica di tutte le fedi  politiche ed etniche, che dice di governare, e che al solito, come fan tutti s’auto elogiano, facendo d’ogni erba un fascio.
I vari ministri studenti e vecchi ammanicati della politica che si gloriano di aver soppresso la tassa sulle imbarcazioni di lusso, per aiutare la cantieristica navale  da diporto, come se fosse necessario far risparmiare  € 1.000/1.500 a ricchi che possono permettersi di spendere da 400.000€ a più di 1 milione per comprarsi una barca, fra questi anche  i figli dello stesso Ministro che ha proposto la Legge di sgravio.
Chi sarà il prossimo Salvatore, prima che la nave Italia tocchi il fondo del mare in cui sta affondando?
Quante sono le scialuppe disponibili e per chi?
I salvagente, per non finire nel mare dell’indifferenza come  migranti, chi ce li lancerà?
Di sicuro non saranno gli attuali politici e nemmeno i vari professori esperti in “SALVATAGGIO”.
Purtroppo!
 
Così la penso io.

Gilberto Frigo, l’uomo del nord