Il mistero di Villa d’Elbeouf, una favola triste?

Villa d'Elbeouf
PORTICI- Emanuel Maurice duca d’Elbeouf e principe di Lorena (Parigi, 30 dicembre 1677 – 17 luglio 1763) nel 1711 commissionò all’architetto Ferdinando Sanfelice la costruzione di una villa a Portici.
Il genio del Sanfelice rimase rapito dal contesto naturale in cui il d’Elbeouf voleva che sorgesse la sua residenza: all’imboccatura del porto naturale di origine vulcanica, il Vesuvio alle spalle, la vegetazione profumata e il mare davanti, uno degli specchi d’acqua più pescosi della zona.
Ferdinando Sanfelice non sbizzarrì il proprio estro sulla costruzione vera e propria, che si presenta come un blocco, un parallelepipedo a quattro piani, ma piuttosto sulla propensione verso lo specchio d’acqua, dotandola di una magnifica, enorme terrazza che sembrava quasi far respirare alla struttura l’aria marina, una spettacolare scalea ad elica i cui ultimi scalini lambivano quasi l’acqua, un approdo privato.
Emanuel Maurice viveva felice nella sua splendida magione, ora ricevendo ospiti, or dilettandosi di una scienza che poi  sarebbe stata definita archeologia. Tanto appassionato, che ordinava scavi sotterranei per arrivare alla città sepolta dall’eruzione del Vesuvio del 79 a.C.
Nelle sue sortite sotterranee rinvenne statue policrome, suppellettili, ogni sorta d’oggetti di squisita fattura, che spesso con animo gentile regalava ai potenti d’Europa.
Era una notte buia e tempestosa del 1738: re Carlo di Borbone e la sua consorte Maria Amalia di Sassonia attraccarono, costretti da un fortunale, all’approdo privato del d’Elbeouf.
Accolti dal generosissimo ospite, si fermarono esausti alla Villa; al risveglio furono subito catturati dalla malìa dei luoghi e decisero di far costruire una propria residenza nei pressi, praticramente consacrando la residenza d’Elbeouf   Villa Vesuviana ante litteram.
Incastonata in quel tratto di costa che poi sarebbe stato chiamato Miglio d’Oro, diventò la Cartolina della cittadina vesuviana, e da quel momento rimase nel cuore di tutti i porticesi, più del Vesuvio, più del sole, più dello stesso mare.
Lo è ancora oggi, immagine dolorosa di tempi che furono e che ognuno vorrebbe che tornassero …
Passata di mano per tanti proprietari, in ultimo la villa era stata acquistata da una società e poi andata ancora in asta fallimentare.
Una serie di aste, in verità, tutte andate deserte, con una base d’asta – irrisoria per il complesso monumentale – che di volta in volta calava …
Che tristezza! Tanta bellezza che piano piano crollava di qua e di là, diventata rifugio per senzatetto e animali, addirittura scena di crimini …
Poi, quasi sei mesi fu aggiundicata nell’ultima asta della Villa ad un’altra società; con un costo ribassato a circa 4 milioni e mezzo di euro.
I porticesi avevano tirato un sospiro di sollievo quando l’Amministrazione comunale, sollecitata dalla Sovrintendenza proprio quando mancava poco alla scadenza dell’esercizio del diritto giuridico di prelazione, aveva deciso di combattere per contrastare l’alienazione a privati di Villa d’Elbeouf.
Espletati i necessari  passaggi amministrativi, la Giunta Marrone per ottenere i finanziamenti per affrontare questa titanica impresa si era dapprima rivolta ad un istituto bancario, senza ottenere, per motivi burocratici, riscontri positivi.
Allora, senza scoraggiarsi, aveva interpellato la Cassa Depositi e Prestiti di Roma, ente che precipuamente finanzia tali progetti, ottenendo questa volta un buon riscontro.
Si attendeva perciò che il Parlamento appoggiasse la richiesta dell’Amministrazione comunale, ma quest’ultimo logico passaggio è stato disatteso: è quanto comunicato da sindaco Nicola Marrone in conferenza stampa.
Disatteso perché ignorato, non appoggiato da alcun parlamentare che la Città di Portici ha contribuito a far eleggere.
Eppure, il progetto di riqualificazione di tutto il waterfront è stato a cuore a tutti gli ultimi amministratori di Portici.
Il waterfront, cioè la linea di costa che da Pietrarsa dovrebbe arrivare fin dopo l’area dismessa della Montecatini, dopo la spiaggia delle Mortelle.
È impensabile che un waterfront progettato sin dall’inizio senza soluzione di continuità venga interrotto da una proprietà privata, quale è Villa d’Elbeouf.
Allora a questo punto, bisogna chiedersi: «Cui prodest?»
Chi è che non vuole che il cuore di Portici rimanga ai porticesi? Che la città abbia la sua spettacolare litoranea, progettata sin dall’inizio come passeggiata e pista ciclabile, polmone di un nucleo abitativo troppo densamente popolato? E perché?
La storia di Villa d’Elbeouf è una favola triste con un finale ancora più triste? Non è ancora detto …