22 Double Two: la reggia di Portici a Castel dell'Ovo

copertina paginaLa mostra evento “22 Double Two” saluta San Leucio per spostarsi nel cuore pulsante di Napoli, mantenendo accesi i riflettori su 22 siti Reali Borbonici presenti in Campania.
Figlia dell’associazione no-profit ORANGE reEVOLution, sostenuta da Miria Amalia Di Costanzo e Raffaella Forgione e nata proprio con lo scopo di salvaguardare l’inestimabile ricchezza del territorio campano, l’esposizione itinerante porta ora al Caste dell’Ovo capolavori assoluti di un pezzo di storia dimenticata.
Le residenze che furono di Carlo III di Borbone prima e del figlio Ferdinando poi, possono adesso essere ammirate e apprezzate dal pubblico grazie a pannelli fotografici e didattici nella Sala delle Terrazze di Castel dell’Ovo, dove il 24 aprile si è tenuta l’inaugurazione a cui hanno partecipato, oltre airappresentanti istituzionali dei Comuni partner, Massimo Bray, ex ministro dei Beni Culturali a attualmente direttore editoriale dell’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, e Nicola Marrone, sindaco di Portici.
Il Palazzo Reale di Portici, altra residenza oltre alla Reggia di Caserta e al Palazzo di Capodimonte, è proprio uno dei 22 siti messi in mostra fino al 17 maggio 2015 dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 16.30 alle 19.30 mentre nei giorni festivi e la domenica dalle 13 alle 14.
Fatto costruire da re Carlo nel 1738 dopo aver visitato la Villa di Portici del principe d’ Elboeuf Emanuele Maurizio di Lorena, il Palazzo Reale della costiera vesuviana fu inizialmente affidato a Giovanni Antonio Medrano e, in seguito, ad Antonio Canevari.
Fu poi plasmato dalle abili mani dell’autore dell’Albergo dei Poveri e dall’ideatore della celebre Reggia casertana, rispettivamente i maestri Ferdinando Fuga e Luigi Vanvitelli, che si occuparono della struttura, mentre la realizzazione del parco spettò a Francesco Geri, già da tempo al servizio della corona.
Il palazzo Reale porticese della realizzazione delle cosiddette “Ville Vesuviane”, residenze costruite nella zona circostante per volontà di molte famiglie aristocratiche, il Miglio d’Oro, fu poi q abbandonato e privato di numerose opere durante la rivoluzione napoletana del 1799, e definitivamente spogliata da Giuseppe Bonaparte, che fece trasferire nel Museo di Napoli tutto ciò che ancora rimaneva nel Palazzo.
Si dovette dovette attendere il regno di Gioacchino Murat e la nascita della ferrovia Napoli-Portici con Ferdinando II di Borbone perche fosse nuovamente valorizzata. Nel 1872 fu ampliata con circa 9mila m² di verde ed un nuovo orto botanico diviso in due giardini.
Meraviglie architettoniche come la residenza reale porticese non se ne vedono tutti i giorni, con in più un tale bagaglio storico.
Da non perdere anche il Palazzo Reale di Napoli, il Palazzo d’Avalos di Procida, la Real Tenuta degli Astroni, la Real Fagianeria di Resina, la Villa d’Elboeuf e tante altre bellezze da restare veramente senza fiato.
 

Fabiana Stornaiuolo