I tesori di Napoli nel mondo

Le trésorPARIGI – Per la prima volta fuori dal Belpaese, dal 19 marzo al 20 luglio l’arte orafa partenopea raggiunge la capitale francese con l’esposizione del Tesoro di San Gennaro al Museo Maillol.
La mostra Le Trésor de Naples-Les Joyeux de San Gennaro è la nuova iniziativa che rende il tesoro accessibile al di fuori di Napoli; in precedenza vi era stata una sola esposizione a Roma a Palazzo Sciarra in collaborazione con la Fondazione Roma che aveva ottenuto uno straordinario successo con oltre 300mila visitatori.
Il progetto parigino è stato curato da Paolo Jorio, direttore del Museo del Tesoro di San Gennaro, grazie ad un’ intuizione tanto semplice quanto geniale.
La collezione di inestimabile valore, paragonabile forse solo ai gioielli della Corona inglese, appartiene ai napoletani stessi, rappresentati da un’antica istituzione laica votata nel 1527: la Deputazione della Real Cappella del Tesoro.
Il Museo, nato 10 anni fa, ospita anche antichi documenti, argenti e dipinti; ha dunque necessità di sovvenzioni per l’ immensità della mole dei manufatti custoditi.
Jorio ha fatto d’ uopo, ergo, gettare le basi per un progetto di mostra itinerante, iniziando da Roma e Parigi, due grandi capitali dell’ arte per proseguire poi a Bruxelles, San Pietroburgo e Zurigo fino ad attraversare l’Atlantico per giungere a New York e Chicago.
La straordinaria esposizione, racchiusa in una raffinata scenografia firmata da Hubert Le Gall, presenta al pubblico solo una selezione della immensa collezione realizzata nel corso di 700 anni di donazioni fatte da papi, imperatori, re, uomini illustri e persone comuni.
Infatti, degli oltre ventimila capolavori che costituiscono il Tesoro di San Gennaro, sono esposti circa 90 pezzi di altissimo livello, tra i quali spiccano per bellezza e valore storico la meravigliosa Mitra in argento dorato con diamanti, rubini, smeraldi e granati, realizzata da Matteo Treglia nel 1713 e la preziosa Collana di San Gennaro.
L’ allestimento al Museo Maillol è stato pensato per un pubblico laico: il percorso parte dal Vesuvio e dalla contrapposizione del naturale/sovranaturale. Ripercorre poi l’ evoluzione del culto del Santo che ha il più grande numero di devoti nel mondo, per continuare con un itinerario sull perfezionamento dell’arte orafa della Città del Sole durante i secoli.
Si attende dunque quale sarà la reazione del pubblico davanti a questo inestimabile tesoro diventato il biglietto da visita di Napoli a livello europeo e mondiale nei prossimi mesi e anni.
Noi, che da Napoletani siamo tanto fieri quanto gelosi della nostra cultura, lasciamo il giudizio ad occhi esotici sui miracoli dei nostri artisti e dei nostri santi.

                                                                                                   Irene Campese