I Guaranì rimarranno nella loro terra

La comunità del Pyelito Kue – M’barakay, 170 membri, vive su un pezzo di terra stretto tra un fiume e una piantagione di soia.
Nel 1970 la terra dei Guarani venne in gran parte occupata dagli allevatori, costringendo gli indios a vivere in riserve sovraffollate in condizioni spaventose.
Nell’agosto del 2011 Guarani hanno subito una serie di attacchi brutali e il loro territorio si è ridotto ulteriormente.
Intimiditi dagli uomini armati, per procurarsi il cibo e acqua potabile al di fuori del loro territorio sono dunque stati costretti a guadare le pericolose acque del fiume filandosi ad una fune per non essere travolti dalla corrente.
Questo stato di cose è perdurato perché nessuno si è interessato veramente di proteggerli, come invece prevede la legge che dovrebbe tutelare il loro status.
Qualche mese fa i Guaranì presero posizione scrivendo una drammatica lettera di denuncia al Governo brasiliano, dove affermarono che avrebbero preferito essere uccisi piuttosto che essere cacciati dalla loro terra ancestrale.
Gli indios Guaraní sono orgogliosi della loro cultura e della loro lingua, della propria tradizione agricola, ma è stato praticamente impedito loro di poter coltivare piante.
I prodotti della terra sono il loro principale sostentamento, insieme a quelli della pesca e della caccia, ma non possono procurarseli perché sono costantemente esposti ad attacchi violenti.
Dopo il drammatico appello che sconvolse il mondo, finalmente si stanno tracciando tutti i terreni Guarani per fissare, delimitare e preservare i loro confini, purtroppo in modo estremamente lento.
Per il momento gli indios possono rimanere su una parte della loro terra ancestrale fino a quando il processo di demarcazione formale sarà completo, ma finalmente hanno la certezza di poter vivere con dignità.
Un portavoce della comunità ha dichiarato a Survival: «Siamo molto felici. Noi stiamo lottando per la nostra terra, perché è nostra. Mio nonno è sepolto qui. Siamo stati minacciati dagli allevatori ma noi non ci arrendiamo, rimaniamo forti e uniti, perché abbiamo bisogno di questa terra».
Un altro uomo Guaranì detto: «Questo è un primo passo per noi. È una vittoria. Abbiamo bisogno della nostra terra per coltivarla e far prosperare e crescere la nostra comunità».
(Foto © MPF Survival)

Fonte Survival