I giganti caduti dell’Orto Botanico

DCIM100MEDIAPORTICI –  La furia degli elementi nei giorni scorsi si è scatenata su quel lembo di terra che giace sotto il vulcano addormentato.
Portici è stata investita in pieno da una tromba d’aria che solo per un miracolo non ha provocato perdite di vite. I danni sono stati ingenti, da vero e proprio stato di calamità.
 
 
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Foto di Antonio D’Amore
(Foto di Antonio D’Amore) 

La tromba d’aria è un violento fenomeno meteorologico che si forma quando « … l’aria calda in salita si scontra con aria fredda e asciutta che scende verso il basso; il flusso di aria calda si espande formando una nube temporalesca e i venti laterali accentuano il moto rotatorio dell’aria calda in risalita».
È questo il fenomeno che lo scorso martedì 17 giugno ha investito la cittadina vesuviana; quasi tutti lamentano danni, ognuno ha il suo episodio da raccontare …
La furia degli elementi non ha risparmiato praticamente niente, costruzioni antiche e moderne, ma soprattutto gli alberi.
In un comune densamente popolato come la città di Portici, che si estende su un territorio di circa 4 km², di cui un terzo occupato dal Bosco della Reggia Borbonica, si può ben immaginare l’entità dei danni subiti.
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Il Bosco Reale si estende dalle pendici del Vesuvio sin quasi fino al mare; la parte inferiore è aperta alla cittadinanza; nella parte superiore, più grande, ha sede l’Orto Botanico del Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, uno dei più importanti e antichi del mondo.
Incalcolabili i danni arrecati dalla tromba d’aria al polmone verde della Città e ai suoi alberi secolari.
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Dopo lo sbigottimento, dopo il dolore, ecco che Portici si rimbocca le maniche e pensa non solo a quantificare i danni, ma a restaurare e riportare quanto più possibile il parco monumentale della Reggia di via Università al suo splendore.
Poi, un commosso pellegrinaggio tra i giganti verdi abbattuti dalla furia degli elementi, cui è stata invitata tutta la cittadinanza, Lo Speaker ha incontrato il professor Riccardo Motti, direttore dell’Orto Botanico.
 
 
DCIM100MEDIACome procederanno gli interventi?
Si comincia con un’operazione di pulizia, asportando rami e detriti; poi si passerà alle piante che stanno ancora in piedi, valutando quali risanare o eliminare per problemi di sicurezza.
Quante persone saranno impiegate?
I nostri sette operai; in più avremo una mano dall’AUSF (Associazione Universitaria Studenti Forestali). Sono stati molto cari i ragazzi, si sono organizzati in turni e daranno una mano a togliere tutta la ramaglia caduta nei viali. Paradossalmente questa è una delle fasi più lunghe e faticose del risanamento. Perciò, il fatto che arrivino una ventina di questi volontari è un grandissimo aiuto.
Si può già quantizzare il danno?
Sarà in autunno che si tireranno le somme per capire che cosa è successo effettivamente. Noi siamo pieni di entusiasmo e di energie positive e ricostruiremo. Per il momento posso solo quantizzare il costo della pulizia preliminare: intorno ai 15mila euro. Poi, bisognerà mettere in conto che un esemplare d albero ha un costo di 15mila euro … E un albero di centocinquant’anni non ha prezzo.
Quanti alberi sono stati abbattuti dalla tromba d’aria?
Considerando anche il parco inferiore della Reggia, da informazioni scambiate con i tecnici della Provincia pare che siano circa 250 quelli abbattuti o a rischio; l’area dell’Orto Botanico è più grande, perciò in proporzione i nostri dovrebbero essere in numero maggiore. Ma è ancora presto per dirlo con esattezza. Ci sono zone dell’Orto Botanico in cui non si riesce neanche a penetrare, quindi non si può dire quante piante siano cadute. Tutta l’area boschiva della Reggia è stata la prima ad essere investita dal tornado, e perciò è stata devastata in modo terribile.
Qual è il messaggio che si vuole lanciare con l’apertura straordinaria dell’Orto Botanico di questo pomeriggio?
Per effettuare il restauro in modo completo si dovrebbero avere a disposizione cifre altissime. Se qualche vivaio, associazione o ente ci volesse dare una mano, magari regalandoci qualche pianta, ne saremmo felicissimi.
Per questo motivo oggi lanciamo il progetto Nuova linfa all’Orto Botanico; si potrà contribuire con una donazione all’IBAN IT71F0101040090100000300047, intestandola a Museo delle Scienze Agrarie – MUSA; causale: ORTO BOTANICO DI PORTICI.
L’area boschiva della Reggia sarà agibile per il prossimo settembre?
Sì, per allora almeno l’Orto Botanico sarà rimesso in sesto. Abbiamo già la prenotazione da parte di un gruppo austriaco per una visita e saremo in grado di accoglierlo.