I Filangieri a Cava de’ Tirreni

DCIM100MEDIAIl nobile napoletano Gaetano Filangieri fu uno dei massimi giuristi e pensatori italiani; nacque a Cercola il 22 agosto 1753, terzogenito di Don Cesare e Donna Marianna principi di Arianello e duchi di Fragnito e di Satriano.
Filangieri si laureò in Giurisprudenza nel 1774 e fu gentiluomo di corte di re Ferdinando di Borbone.
Avviato dalla famiglia alla carriera militare all’età di sette anni, conseguì il grado di Tenente del Real corpo dei volontari di Marina, il reggimento di fanteria da sbarco borbonico al comando del principe Vincenzo de Sangro, figlio di Raimondo; quindi maggiore del II battaglione dei Liparotti.Gaetano Filangieri
Gaetano Filangieri fu affiliato alla massoneria nella loggia di obbedienza inglese del principe Francesco d’Aquino.
Si sposò nel 1783 con la nobile ungherese Caroline Frendel, dama di corte di Maria Carolina, abbandonò la carriera militare; l’anno precedente aveva ereditato la Commenda di Malta tramite uno zio di Sarno.
Nell’estate del 1783, la coppia si trasferì stabilmente a Cava de’ Tirreni, dove Gaetano poteva studiare nella calma e nel silenzio del verde del lussureggiante parco di Villa Eva, sulla strada per Passiano, dove poteva respirare l’aria salubre che giovava alla sua salute, minata dalla tisi.
La Villa era di proprietà della famiglia patrizia Carraturo, di cui faceva parte il canonico e letterato Andrea, professore di teologia, storico di grande erudizione, amico personale di Gaetano. In seguito la villa passò alla famiglia Della Corte, che nel 1830 la trasformò in Hotel Victoria. Gli ultimi proprietari furono gli Argentino; lo storico edificio venne danneggiato gravemente dal terremoto del 1980.Cava_Villa_Eva
Filangieri redasse numerose opere tra cui Le norme generali (1780),  Il diritto e la procedura penale (1783), Sull’educazione (1785).
La Scienza della Legislazione (1781), trattato di Filosofia del Diritto e Teoria della Giurisprudenza, venne tradotto in inglese, in spagnolo, in francese e in tedesco, e ispirò Benjamin Franklin per la stesura  della  Costituzionui e Americana; in seguito fu preso a modello dagli intellettuali illuministi della Repubblica Napoletana del 1799.
Franklin si consultò più volte con lui per via epistolare; nel 1782 Filangieri scrisse all’amico americano della sua idea di andare in Pennsylvania, a Filadelfia, la Città dei Fratelli, dove avrebbe potuto realizzare insieme a loro quella legislazione che metteva l’ordine ideale al centro dei suoi studi giuridici.
Innamorato di Cava, dovette però rientrare a Napoli quando venne nominato dal re Consigliere del Supremo Consiglio di Finanza; la sua nomina venne caldeggiata dal primo ministro Acton.
Tornava sempre in villeggiatura alla sua adorata Cava e nella vicina Vietri, ove mori a soli trentasei anni stroncato dal suo male nel castello della famiglia Giusso, suoi carissimi amici, il 21 luglio 1788. Il Comune di Cava dedicò alla sua memoria il rione e la strada al nome dove sorge Villa Eva.
Con la sua ultima lettera Benjamin Franklin aveva inviato all’amico una copia della Costituzione degli Stati Uniti proprio quando la vita di Gaetano Filangieri stava già spegnendosi: toccò alla vedova Caroline comunicare la notizia della scomparsa del grande giurista.
Ai funerali solenni, in Napoli, partecipò tutta la nobiltà, l’Università, una delegazione del Comune di Cava, le obbedienze massoniche; tra gli altri furono presenti Domenico Cirillo, Mario Pagano, Donato Tommasi, Giuseppe Albanese e il principe Vincenzo de Sangro.
Gaetano Filangieri ebbe due figli, Carlo e Roberto; il primogenito Carlo nacque a Cava nel 1784 e a 6 anni andò a studiare a Napoli al Seminario dei nobili di Napoli e poi a 12 anni alla Nunziatella.
Carlo Filangieri prese parte come alfiere alla spedizione militare borbonica contro i francesi del Lazio. Deluso però dalle vicende, prese congedo e il 1 gennaio 1800 partì da Livorno per completare gli studi militari all’Accademia militare di Parigi.Carlo Filangieri
Arruolatosi nell’esercito francese, si distinse ad Austerlitz nel 1805; promosso Capitano,  partecipò all’assedio di Gaeta al comando del generale francese Massena e diventò Maggiore; combattè poi contro i briganti calabresi al seguito del generale Manhes dal 1807 al 1819 e prese parte della tentata spedizione di sbarco in Sicilia nel 1810.
Con Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat fu Cavaliere dell’Ordine delle Due Sicilie; promosso colonnello, ebbe il comando del reggimento dei Lancieri a cavallo di Murat e divenne ispettore generale della Guardia reale col grado di Maresciallo di campo, Generale di divisione e Aiutante generale di re Gioacchino, raggiungendo poi il grado di Tenente Generale comandante di Corpo d’Armata.
Nel 1815, al ritorno dei Borbone dopo la parentesi di regno francese, fu fedele a Ferdinando I, conservando onori, gradi militari e titoli nobiliari; nel 1818 aderì al regime costituzionale borbonico. Ricevette anche la Croce di Cavaliere Costantiniano di San Giorgio.
Nel 1820 fu al comando della difesa contro gli Austriaci sul Garigliano, che però riuscirono a sfondare le linee entrando in Napoli; per questo motivo re Francesco I nel 1821 lo dimise da ogni incarico.
Carlo Filangieri nel 1848 venne poi richiamato in servizio con i suoi gradi intatti da re Ferdinando II che gli affidò la riconquista della Sicilia separatista; condusse la campagna brillantemente e fu nominato principe di Taormina, Capitano Generale e luogotenente della Sicilia, dove progettò e in parte attuò una serie di riforme civili e stradali.
Nel 1854 venne riconvocato a Napoli per ricoprire l’incarico di Ministro della Guerra; divenuto Presidente dei Ministri nel 1859, consigliò il re di liberare i confinati e gli esiliati, di concedere l’amnistia ai prigionieri politici, di formare i corpi della Guardia Civica e della Guardia Nazionale.
Uomo lungimirante, propose a re Francesco II di siglare l’alleanza militare con il Piemonte e dare una nuova Costituzione al Regno delle Due Sicilie evitando una guerra civile, ma il giovane sovrano pur ugualmente consigliato da sua moglie Maria Sofia sull’argomento, si fece influenzare dagli altri consiglieri; Filangieri verrà ascoltato solo il 25 giugno 1860, ormai in ritardo e in piena spedizione dei Mille in sicilia e guerra civile.
Deluso ancora una volta dalle vicende militari, Carlo Filangieri si ritirò in congedo in una sua villa a Sorrento per evitare di accettare incarichi militari da parte del re; intanto, era arrivato al massimo grado massonico di 33 e di dirigente della Carboneria segreta militare di Avellino e di Napoli.
Carlo Filangieri fu spesso a Cava de’ Tirreni e visitò sovente San Sebastiano al Vesuvio e Cercola, paese natale di suo padre, dove c’era il palazzo di famiglia, opera di Luigi Vanvitelli del 1742, completato da Carlo Vanvitelli nel 1773.
In seguito la Villa dei Filangieri cambiò nome, adottando quello dei de Curtis.
Carlo Filangieri ex generale borbonico, massone convinto, degno figlio di Gaetano, mori nel palazzo avito nel 1867, assistito da sua figlia Teresa.

Michele Di Iorio