I 50 di Walmart. Lezioni di capitalismo.

Il 2 luglio del 1962, Sam Walton, con l’appoggio dei suoi cinque fratelli e cinque sorelle, aprì al 719 di Walnut Avenue, in quel di Rogers (Arkansas), la prima filiale dei supermercati , che presero il nome di Wal-Mart, dalla fusione della contrazione del  suo cognome con quella della parola Market.
Aveva idee molto precise. “Allways low prices. Alllways”: sempre prezzi bassi, sempre, era il suo slogan; in 5 anni “conquista” l’Arkansas; nel ’68 sfonda in Oklahoma e Missouri ; poi la nazione intera. La sua è davvero una marcia d’invasione. Va all’estero: in quindici nazioni, compresa la Cina e l’India, è presente con più di diecimila punti vendita, che sono tutti dei mega stores di 17mila metri quadri in media . Il suo fatturato 2011 è di 450mlrd di dollari: una cifra da nazione.
La sua politica dei prezzi, molto aggressiva, tale da spezzare ogni concorrenza sul territorio, si regge su quattro pilastri: approvvigionamenti al minor costo possibile, con propri marchi, in quantitativi sempre over size, per lo più in Cina con cui hanno intensi, proficui rapporti pluriennali (per  l’80% dei loro prodotti); logistica e movimentazione organizzate in modi efficienti e rigorosi, con fonti energetiche autonome (ne hanno dato prova i loro aiuti alle popolazioni colpite nel 2005 dall’uragano Katrina, arrivando a New Orleans prima di tutti); fidelizzazione dei clienti più deboli con linee di credito proprie. E il quarto, il più importante, è il controllo ferreo e dittatoriale della forza lavoro, tra le peggio pagate degli USA (in media ca 21mila dollari annui): veramente alle soglie della povertà, senza diritti, nemmeno l’Assicurazione Sanitaria , e cui è inibita l’organizzazione sindacale, pena l’immediato licenziamento. E’ un modello di capitalismo fortemente aggressivo, che distrugge ogni altra forma d’impresa concorrente, impone le sue leggi e i suoi comportamenti, specie a quelli che cercano di resistergli, con un conseguente generale scadimento del senso di socialità.
Il vostro cronista ha trovato una testimonianza di un lavoratore della Walmart , qui riproposta.                                                                                                      «Nemmeno una pausa per un brindisi – pensava Michael J. Jordan, solo omonimo del grande giocatore, azzeccato alla cassa numero 5c – Solo per il pubblico ci stanno offerte più forti , lecca lecca e palloncini colorati per i bambini, per questi 50 anni che loro hanno fatto …
Qui a New York, in questo quartiere di confine, vengono tutti, bianchi, neri, mezzi-e-mezzi, ispanici: tutti a comprare queste schifezze  a 50cents…Non faccio pausa da due ore … C’è sempre questo continuo biing delle casse che ti perfora il cervello … Mi sono scordato perfino di dover fare pipì: finisce che me la faccio sotto … Qui bisogna fare una specie di complicata ginnastica: con una mano continuare  a battere sulle casse, con l’altra segnalare al Line Supervisor di farsi sostituire per poter andare al bagno, solo per quei minuti necessari conteggiati prima, e solo un determinato numero di volte,  sforando i quali, in automatico te li tolgono dalla busta paga … E se il Supervisor è distratto, o ti vuole impallinare, fa finta di non vederti, tu ti devi stare …
Meno male che oggi c’è Big Johnny, che per essere un negro non è malaccio : anzi quelli della Direzione se lo portano in giro come una specie di piccola star, per far vedere che loro non sono razzisti e anche un nero può salire di livello. Ma chi ci crede? Certo,di quelli che lavorano con me, nessuno si fa infinocchiare. Non è di queste parti: viene dal Sud, dall’Alabama, dicono; e quindi non so cosa ha fatto e ne’ l’azienda invoglia i contatti tra noi: non li vede di buon occhio, perché sospetta sempre che possa nascere una Union sindacale, come è capitato tra le ragazze di Oakland, che sono state cacciate immediatamente.
Per questo, anche se ci frequentiamo  per una birra nel Bar dietro l’angolo della strada , quando entriamo facciamo finta a stento di salutarci: anche perché vediamo benissimo che ci stanno le Telecamere rivolte verso la strada, a controllare appunto che arriviamo separati, anche se loro dicono che è per la Sicurezza del negozio.
E’ chiaro che serve a controllare noi : qui ci stanno occhi dappertutto: anche nei bagni, almeno fino alla porta del water; e in quelle  piccole città rurali che hanno il “privilegio” di avere un WalMart, anche lo Sceriffo lavora per loro a controllare gli employeed.                                                                                                                          Come è uscito in quella cittadina proprio dell’Alabama: e l’hanno fatta franca in Tribunale, perché i testimoni hanno ritrattato (vuoi vedere che Big J.?…): peggio della mafia…
Sempre questo biing accompagna i tuoi pensieri anche quando sei via della sediolina della Cassa … Mi sveglio la notte con questo suono nella testa e nell’orecchio … un incubo …
Non era così all’altro Supermercato dove lavoravo, col vecchio Samsung, ma non era questo il suo nome, noi lo chiamavamo così, un vecchio coreano che mi aveva assunto perché aveva sistemato i suoi figli maschi all’Università, e pensava di sistemare lì la figlia Ciò.                                                                                                         C’era tempo per delle chiacchiere col cliente, riuscivo a dare perfino dei consigli … c’eravamo fatti degli amici …
Il lavoro andava: tra gratifiche e stipendio mi ero potuto sposare, avevo messo su casa, poi un figlio.                                                                                                 Insomma, nel mio piccolo, un’esistenza decente …
Poi sono venuti quelli, già i margini si erano ristretti: hanno fatto un’offerta buona a cedere, il Vecchio e la figlia hanno accettato; in più, era stata prevista la mia assunzione, come loro “ringraziamento”.  Pur lavorando tutti e due a stento sbarchiamo il lunario.                                                                              Ma a quasi cinquant’anni, che vita è questa qui?»

Francesco “Ciccio” Capozzi