Grande adesione alla marcia per la Legalità


ACERRA – I docenti della scuola media statale “N: Capasso”, in particolare la professoressa Anna Rosita Di Dato e il professor Vittorio Esposito, referenti  per la Legalità, hanno sottolineato la ricaduta positiva che la marcia  “Ferma il silenzio della violenza … Dai voce alla tua vita! – Marcia e staffetta – No alla violenza”  ha avuto sui ragazzi.
Hanno dunque sentito di dover i ringraziare in primis tutti gli allievi, i loro genitori della scuola Capasso ed i docenti, che con impegno il 24 maggio scorso hanno affollato  le vie della Città che con fragorosi e molteplici passi hanno simbolicamente schiacciato il silenzio dell’omertà.
Nel corso della manifestazione adolescenti, genitori, sindaco, assessore, dirigente P.S., comandante VV.UU., dirigenti scolastici delle scuole Capasso e Ferrajolo e docenti si sono presi idealmente per mano nella speranza che la tesimonianza si perpetui in un continuum di iniziative capaci di dare risposte concrete alle difficoltà della vita di tutti i giorni.
L’ intento è stato quello di trasmettere ai ragazzi attraverso azioni educative e forme di attivismo i valori profondi che spezzano il cerchio della violenza.
Il giudice Caponnetto, capo del pool antimafia di Falcone e Borsellino, diceva che « … la mafia teme più la scuola che la giustizia» e sottolineava  « … l’istruzione taglia l’erba sotto i piedi della cultura mafiosa”.
«Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere», diceva ancora Ghandi, ma perché non sia solo un auspicio bisogna educare a realizzare un modo diverso di fare le cose: il malaffare non deve introdursi nell’immobilismo delle coscienze.
Aldo Capitini, maggiore pensatore ed attivista della nonviolenza in Italia, il Gandhi italiano, riteneva di trasmettere ai giovani la tensione per comprendere e rifiutare l’insufficienza della realtà e, quindi, di battersi per quei valori che avrebbero dovuto liberare dalla violenza e dall’oppressione che trasformandola in realtà.
L’intervento degli educatori deve perciò essere quotidiano, 365 giorni all’anno, per trasmettere ad ognuno i valori  indispensabili al cambiamento, con più fatti e meno parole.
La violenza non è causata solo da chi causa il male, ma è generata e alimentata anche da chi guarda e tace, perciò bisogna anche educare a combattere l’indifferenza, manifestando insieme ai giovani affinché comprendano in piena libertà quanto sia importante essere in tanti ed avere la voglia di continuare a crescere.
Gli adolescenti presenti il 24 maggio in piazza Falcone e Borsellino hanno manifestato la nonviolenza con voce, cartelloni e striscioni dimostrando che è attiva e fattiva, tutt’altro che passiva.
A questi ragazzi si augurano nuove opportunità proprio attraverso lo scambio di idee e di progetti, attività volontarie promosse da ciascuno e realizzate con l’aiuto disinteressato di tutti.
Si ringraziano perciò i partecipanti per la preziosa partecipazione e l’impegno profuso per la buona riuscita dell’iniziativa, confidando nella collaborazione tra comunità religiosa e civile per educare i giovani non alla temerarietà e all’illusione ma al coraggio e alla speranza per una società libera e rispettosa di ogni persona.
Non si può distaccarsi dalle idee di chi ha dato la propria vita, si deve sente il dovere di proseguire la “staffetta” per continuare a smuovere la coscienze,  “portare il testimone” che ci hanno lasciato e rendere vive, concrete, le parole di Borsellino contro la mafia « … un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le nuove generazioni le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare…»
(Foto by Marinella Paesano)

Marinella Paesano