Gianluca Attanasio, volontà e sport

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staffGianluca Attanasio, quattro volte Campione Italiano di Nuoto paralimpico, ha gareggiato in Nazionale qualificandosi primo assoluto negli Invernali ‘08 nei 50 e 100 stile libero, ha vinto il bronzo nei 100 Rana nel 2013 – a 44 anni – e fino al 2012 era tra i 15 fondisti (5km Open Water) più forti al Mondo. Al suo attivo il record italiano nei 400 stile in vasca corta, e, nel 2010, Campione Italiano nei 400 stile.                                                                               
Gianluca è un ragazzo come tanti, ma con una forza di volontà non indifferente, da sempre impegnato nel sociale e nella lotta per far valere i diritti dei disabili.
Nato normodotato, a due anni fu colpito da un’infezione fulminante all’anca destra che lo portò a zoppicare; nessun medico fece una diagnosi precisa della patologia di Gianluca: forse displasia, forse artrite, ma in effetti non se ne è mai individuata la causa.
Molti si sarebbero scoraggiati dal praticare qualsiasi attività fisica: l’io fortissimo di Gianluca si annoiava a limitarsi alla ginnastica correttiva: non ascoltava i consigli di chi gli diceva di non affaticare il fisico; praticò la ginnastica artistica e altre discipline prima di approdare al nuoto.
Negli anni Gianluca ha subito una serie di interventi chirurgici, che però non furono in grado di fermare il graduale accorciamento dell’arto destro di quattro centimetri, cui il nostro campione cercava di sopperire con l’uso di un plantare speciale ideato da lui stesso insieme ai tecnici.
A questo punto, per non perdere la gamba era necessario fare un intervento più che impegnativo.
Nel frattempo per un infortunio a una spalla Gianluca dovette sospendere l’attività fisica per quasi due anni; neanche questo l’ha scoraggiato, tanto che, dopo l’intervento effettuato dal professor Guido Grappiolo all’ospedale Humanitas di Rozzano (Milano) già pensa all’allenamento per i prossimi Mondiali di Fondo del 2015.
Lo Speaker ha incontrato Gianluca Attanasio; disponibile come sempre, ci ha raccontato la sua esperienza.
Quando è stato programmato l’intervento?
Da giugno scorso, ma in effetti sin da piccolo sapevo che prima o poi avrei dovuto fare l’intervento per mettere una protesi. Per fortuna è arrivato tardi, perché la durata delle protesi prima era limitata nel tempo, mentre oggi l’impiantologia ha fatto passi da gigante, anche grazie a materiali di nuovissima generazione.
Quali sono stati i materiali usati per la protesi?
Quella che mi è stata impiantata è molto particolare: in parte è in ceramica e in parte in polietilene reticolato arricchito in vitamina E di derivazione aerospaziale; ancora titanio e tantalio, materiali osteointegranti. L’intervento è durato ore.
Parlaci dello staff che ti ha operato.
È uno dei migliori a livello mondiale: il direttore del reparto Protesi del Ginocchio e dell’Anca dell’ospedale internazionale Humanitas Guido Grappiolo è stato coadiuvato da medici come Santoro, Della Rocca, Cardarella, l’anestesista Gurgone, tutti giovani e del Sud. Praticamente l’equipe del professore è composta da nostri medici che purtroppo non trovando strutture sanitarie di questo livello al Meridione si sono dovuti trasferire al Nord.
Ci tengo a sottolineare che l’Humanitas è un istituto d’eccellenza per quanto riguarda questo tipo di interventi, che esegue a migliaia in un anno, specialmente su sportivi: da una classifica mondiale mi pare che si sia piazzato nei primi migliori cinque.
In ultimo, vorrei citare il mio fisioterapista Giovanni Morello, che collabora col gruppo Grappiolo: mi sta seguendo giorno per giorno, passo dopo passo, e continuerà a seguirmi sia in palestra che in piscina. Si sente protagonista di quest’impresa titanica, quella di ritornare a nuotare. La sfida più difficile.
Quando pensi di essere in grado di ritornare in vasca?
Il professor Grappiolo mi ha messo in condizione di poter dare ancora tanto al nuoto; ha preso molto a cuore la mia situazione e mi ha assicurato che tornerò prestissimo in acqua. Penso che aspetterò ancora un mese per provare, proprio per dare tempo alla ferita di rimarginarsi del tutto.
Dopo un’astinenza di due anni, prima dovuta ad un infortunio alla spalla e poi per l’avanzare della mia patologia, non vedo l’ora di tuffarmi!
È difficile la riabilitazione?
Beh, mi hanno allungato la gamba destra di 4 cm per portarla in pari con la sinistra; naturalmente in sala operatoria, oltre ad impiantare la protesi, mi hanno dovuto l’allungare tendini e vene. Questo rende la fisioterapia non solo difficile, ma anche molto dolorosa.
Mi ha aiutato molto la convinzione del professor Grappiolo, che ha visto in me la persona adatta per rispondere nel migliore dei modi a questo tipo di intervento e alle sollecitazioni muscolari che avrei dovuto subire nel post-operatorio, non solo fisicamente ma anche per la mia volontà ferrea. I primi tempi sono stati durissimi, ma li ho superati brillantemente con l’aiuto dei fisioterapisti di Rozzano e poi con quello del dottor Gianni Morello e il suo grossissimo lavoro.
Il ringraziamento particolare va a tutto l’ospedale Humanitas, fiore all’occhiello del Servizio Sanitario Nazionale, che mi ha fornito tutta l’assistenza possibile sia in termini di assistenza medica che in quelli di umanità, e, naturalmente, a titolo assolutamente gratuito. Hanno usato la stessa cura di una clinica privata, non mi sono sentito un numero o un caso, ma una persona.
Come sei arrivato a farti operare in questa struttura ospedaliera?
Grazie al dottor Emanuele Cardarella dello staff di Grappiolo, che, contattato tramite il sito web www.medici.it, mi ha fatto conoscere il professore.
Questa è la storia di Gianluca Attanasio, il campione con una marcia in più, esempio per tanti giovani: nella vita sono necessari forza d’animo e determinazione per raggiungere traguardi importanti.