Geografia politica

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L’Italia ha necessità estrema di progredire, quindi di cambiare rotta.
Si deve pensare ad un nuovo Paese: quello nata con la Costituzione oramai non funziona più.
Penso alla formazione di tre regioni: CENTRO-SUD-NORD, con la conseguente chiusura di tutte le sedi regionali e provinciali, centri di potere politico e di spesa inutili.
Penso alla necessità di ridurre il numero di deputati e senatori con una sola istituzione (Centro Direzionale dello Stato) sotto la diretta responsabilità del Capo dello stato, ossia un Presidente della Repubblica che abbia le prerogative anche di direttore responsabile delle funzioni essenziali della federazione delle regioni.
Le regioni diverrebbero in questo modo il fulcro della politica economica -agricola-artigianale-industriale, della ricerca, dello sviluppo, della scuola, del turismo, della socialità, dell’economia bancaria.
Il Capo dello Stato sarebbe eletto direttamente dal popolo e dovrebbe essere coadiuvato da un numero limitato di parlamentari  eletti  dalle assemblee regionali.
Assemblee che andrebbero a loro volta elette dal popolo delle regioni.
Lo Stato così strutturato avrebbe la prerogativa di legiferare su tutto ciò che fa parte integrante dell’economia generale, della difesa, dell’integrazione extracomunitaria e comunitaria, della polizia federale.
Ma lo Stato dovrebbe avere anche l’incarico di nominare una Corte federale di Giustizia che dovrebbe occuparsi del terzo ed ultimo grado dei processi, con incluso l’obbligo di giudizio in tempi brevi o giustificabili, e di tutte le funzioni che le regioni non possono amministrare direttamente per ovvie ragioni di non competenza.
Le nomine dei consiglieri regionali, deputati statali, presidente della Repubblica, dovrebbe essere accessibile a tutti, ma la possibilità di essere eletti dovrebbe essere consentita due sole volte nell’arco della vita, con un  mandato  a termine della durata di quattro anni, al fine di contrastare l’instaurazione di centri di potere scriteriati, come invece è avvenuto dall’inizio della vigente Repubblica.
E come l’elezione del Presidente della repubblica così pure l’elezione del Presidente delle regioni dovrebbe essere direttamente effettuata dal popolo sovrano.
Le regioni accorpate  in tre blocchi avrebbero molte più possibilità di sviluppo in tutti i campi, lo spreco di sinergie verrebbe limitato, il potere politico più controllato dagli elettori – in teoria – ridistribuendo il debito pubblico per ogni singola regione in base alle presenze demografiche delle forze di lavoro di sviluppo artigianale-industriale-commerciale.
In questo modo sarebbe possibile ridurre il debito a misura sopportabile.
Temo purtroppo che per raggiungere questo ordine di nuova geografia politica si dovranno combattere parecchie battaglie istituzionali politiche e sociali, e non del tutto indolori.
Così la penso io.
(Foto: web)
Gilberto Frigo, l’uomo del Nord