Francesco e Maria Sofia

francesco e maria sofia di borboneA Gaeta, il 14 febbraio1861 alle 7 del mattino, dopo l’armistizio tra borbonici e piemontesi firmato il giorno precedente, re Francesco II e la sua splendida sposa Maria Sofia, seguiti dalla reale famiglia, dalla corte e dallo Stato Maggiore s’imbarcarono sulla nave da guerra francese La Muette, dopo un feroce assedio durato tre mesi.
Francesco aveva 25 anni, Maria Sofia 20.
Approdati a Terracina i giovani sovrani vennero salutati con i rituali 21 colpi di cannone dall’eroica guarnigione napoletana; quindi raggiunsero in carrozza papa Pio IX a Roma, che li ospitò al palazzo del Quirinale e poi a Palazzo Farnese.
Il 24 dicembre 1869 nacque a Roma l’unica figlia di Francesco II e di Maria Sofia, la principessa Maria Cristina; il 30 dicembre si tennero grandi festeggiamenti per il lieto evento, cui parteciparono oltre all’intera corte in esilio, i reali duosiciliani, il papa e il cardinale Antonelli, l’imperatrice d’Austria Elisabetta, sorella di Maria Sofia.
Purtroppo la bambina di li a poco si ammalò e mori il 28 marzo 1870; venne seppellita il 2 aprile nella chiesa dello Spirito Santo dei napoletani.
Il 17 aprile, invaso dai piemontesi il Lazio pontificio, i sovrani furono costretti a partire: Maria Sofia si recò prima ad Ancona e poi per Marsiglia, dove venne raggiunta da Francesco il 21 aprile.
Venuti a conoscenza della caduta di Roma; il 20 settembre 1870 i due giovani sovrani partirono insieme per la Baviera, soggiornando nei castelli da fiaba di  Ratchhausen e Hohenschwangtau e quindi ad Egern.
Dal 1871, attorniati da pochi nobili fedelissimi tra cui i principi Capece-Zurlo, dimorarono a Parigi a Villa Saint Maude, dove condussero una vita ritirata ma molto dignitosa; a causa del suo diabete re Francesco II si recava in inverno per le cure termali ad Arco vicino Trieste austriaca, usando il nome di signor Damiani.
Nel 1894 la coppia trascorse l’estate insieme sui monti dell’Alta Baviera; poi raggiunsero Monaco, da dove Francesco il 28 ottobre partì per l’hotel Pension Arco.
Maria Sofia tornò a Parigi per poi raggiungere il marito la vigilia di Natale per trascorrere le festività insieme al marito.
Erano sempre uniti, innamorati, ma proprio in quei giorni il male Francesco si aggravò: iI 26 dicembre gli venne somministrata l’Estrema unzione e il 27 dicembre, giorno di San Giovanni d’inverno, si spense alle 14,34.
Il giorno successivo il giornale Il Mattino di Napoli annunciava in prima pagina la dipartita di re Francesco II con un toccante articolo di Matilde Serao.
Le esequie si tennero ad Arco il 29 dicembre con gli onori militari della guarnigione austriaca nella cappella di Santa Agnese, alla presenza dei fratelli del re, della regina Maria Sofia e della rappresentanza della devotissima nobiltà napoletana, tra cui il fedelissimo barone Domenico Carbonelli di Letino.
Il 3 gennaio 1895 alle 16 la bara fu deposta da 6 ufficiali tirolesi nella Collegiata di Arco.
Affranta, Maria Sofia, ultima regina di Napoli si trasferì nella villa di Neuilly sur Seine; trascorreva gli inverni in famiglia a Monaco di Baviera; in autunno si recava ad Arco per visitare la tomba dell’amatissimo marito.
Il 22 ottobre 1898 a Parigi ebbe la visita della giornalista napoletana Matilde Serao; la   ricevette vestita come suo solito di nero e con la fede nuziale al dito, con la malinconia nei bellissimi occhi. Sentiva la mancanza di Francesco, l’amatissimo marito, cui si riferiva sempre come «… Francesco mio, compagno di comuni ideali e sogni romantici … »
Nel 1914, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale si trasferì alla corte reale di Baviera, conducendo una vita solitaria. Qui morì di polmonite il 19 gennaio 1925 all’età di 83 anni, 3 mesi, e 15 giorni; la sua salma fu imbalsamata e seppellita nella tomba reale bavarese.
La stampa italiana tutta ne esaltò la figura e la memoria; in particolare la Serao pianse di vero cuore la scomparsa dell’ultima regina di Napoli.
Nel 1934 la nobiltà napoletana ebbe un incontro con il principe ereditario Umberto di Savoia; il 14 ottobre ottenne di far traslare a Roma le salme di Francesco e di Maria Sofia per riunirle a quella della loro figlioletta Maria Cristina.
Il 2 dicembre 1938 venne riesumato nel cimitero di Arco la salma di re Francesco, trovata in perfetto stato di conservazione; fu raggiunta in treno a Trento da quella di Maria Sofia il 9 dicembre sera e proseguirono alle 6.35, finalmente riuniti, su un treno alla volta di Roma. Giunti il 10 dicembre alle 16.30, vennero accolti dalla nobiltà nera romana e dal patriziato di Napoli accorso in massa.
Alle ore 19.30 furono provvisoriamente seppelliti nella cripta della chiesa del Santo Spirito dei napoletani.
Il 16 maggio del 1942 le due salme riposarono poi nella stessa chiesa romana in una tomba appositamente allestita, alla presenza massiccia di nobili romani e bavaresi, autorità pontificie e italiane, principi di casa Borbone e Savoia e tantissimi esponenti della nobiltà napoletana, nonostante fosse in corso la guerra.
La Reale Deputazione del Sacro Ordine Cavalleresco Costantiniano di San Giorgio, prese dunque in esame una definitiva traslazione delle salme reali nella cappella di famiglia che si trova nella chiesa di Santa Chiara di Napoli.
Francesco, Maria Sofia e Maria Cristina tornarono a Napoli solo nel pomeriggio del 6 aprile 1984, scortate da autorità e nobili napoletani e da Giovanni di Borbone Due Sicilie in rappresentanza di tutta la famiglia reale.
Il 18 maggio 1984 si tenne la Messa solenne per celebrare la traslazione ufficiale alla presenza il duca di Calabria Ferdinando Borbone Due Sicilie e suo figlio il principe Carlo, duca di Castro, Elena Borbone Due Sicilie, vedova del duca Amedeo d’Aosta, l’eroe di Amba Alagi, il Gran priore dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio Giuseppe Muller, il Maggiordomo della Casa Reale borbonica e i rampolli degli Aosta da Arezzo in rappresentanza dei Savoia in esilio.
Tra suoni d’organo ed intensa commozione, sulle note dello struggente inno borbonico Al Re di Giovanni Paisiello, la partecipazione alla cerimonia vide la presenza di autorità militari e civili italiane: il cardinale Corrado Ursi, 15 principi e principesse della casa reale Borbone di Napoli e dei duchi Borbone di Parma, i rappresentanti della casa reale di Spagna e della Gran Bretagna, tra cui il principe consorte Filippo d’Edimburgo, i reali di Belgio, Olanda, Lussemburgo, Norvegia, Svezia, Danimarca, esponenti dei Principati di Monaco e del Liechtenstein, nobili polacchi, russi, bavaresi, austriaci, tedeschi, il Bali e i Cavalieri di San Giorgio e di San Gennaro e 400 nobili italiani.

Michele Di Iorio

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