Festeggiamenti per la statua del Nilo

Nilo 0 Il gruppo marmoreo attualmente restaurato.Dopo alcuni mesi di lavoro è stata restituita nel suo splendore la storica statua del Nilo nel centro storico di largo Corpo di Napoli, scultura che risale al II secolo D.C.
Eretta dalla comunità alessandrina dell’antica Neapolis in onore della divinità fluviale del Nilo, raffigura il corpo di un uomo che da un lato ha una cornucopia, simbolo propiziatorio, e dall’altra una testa di Sfinge, a ricordare le origini egizie di questa comunità. Dà il nome all’omonima via Nilo che si trova nelle immediate adiacenze.
Nell’antica cultura greca e romana si usava raffigurare il Fiume, considerato una divinità,  con un corpo umano disteso o seduto.
Molti gruppi scultorei  sono presenti in Italia, molti altri ancora conservati nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli ed altri in monumenti stradali, come in questo caso,  e quello della fontana del Sebeto, l’antico fiume napoletano oggi scomparso, in largo Sermoneta.
Del gruppo scultoreo che rappresenta  il Nilo  si persero le tracce già nell’antichità, e  solo nel Medioevo (probabilmente nel XII sec.)  venne nuovamente alla luce durante gli scavi per l’edificazione dell’antico Seggio di Nilo.
Inizialmente il popolo la descrisse come un corpo di donna che allattava i piccoli che si vedono nel Gruppo marmoreo, ma in realtà i puttini aggrappati al torace della divinità rappresentano le diramazioni del fiume che ne traggono acqua.
Un primo restauro datato a metà del 1600 fu eseguito dal Bartolomeo Mori per ordine degli Eletti di Nilo. Il marmo fu sollevato su un basamento a forma di parallelepipedo e probabilmente  fu restaurata la testa del Nilo ed inseriti il  braccio con cornucopia, la testa del coccodrillo, la testa della sfinge, e vari puttini.
Un ulteriore intervento di restauro, intorno al 1734 vide l’inserimento della lapide dettata da Matteo Egizio ancor oggi leggibile, ed una pulitura dei marmi.
Dell’antico gruppo scultoreo restano il corpo, la spalla ed il braccio sinistro, il corpo della sfinge, il corpo del coccodrillo e le onde sottostanti ; dopo il trafugamento delle teste del Coccodrillo e della Sfinge, elementi iconografici riferiti alla origine alessandrina del popolo che la volle in questo luogo, con il  ritrovamento e la ricollocazione del quest’ultima, si restituisce alla città un pezzo di storia creduto perso.
La cerimonia di scopertura della scultura , organizzato dal Comitato per il Restauro della Statua del Corpo di Napoli,  si è tenuta nella splendida Piazza San Domenico Maggiore dove  hanno partecipato numerose personalità del mondo culturale con un brindisi offerto dal comitato stesso ed un Concerto della Fanfara del X Reggimento dei Carabinieri della Regione Campania.

 Antonio Vitale

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