Diego – Non sarò mai un uomo comune

Diego - Non sarò mai un uomo comuneNAPOLI – Presentazione ufficiale in programma al Teatro Piccolo Bellini di via Conte di Ruvo per martedì 18 marzo alle 12 dello spettacolo evento Diego – Non sarò mai un uomo comune, testo di Aniello Mallardo, che ne cura anche la regia e la drammaturgia, con Maddalena Stornaiuolo e Luigi Credendino.
Al dibattito, moderato dalla giornalista Diletta Capissi, saranno presenti anche Lello Serao, direttore artistico di Libera Scena Ensemble, e Pietro Lena, di Lena Insurance Broker.
Lo spettacolo è stato prodotto dal basso, attraverso un processo di crowdfunding che ha visto la partecipazione di oltre 250 persone, che preventivamente hanno acquistato a mesi di distanza dal debutto, il biglietto dello spettacolo per sostenere il lavoro di una giovane compagnia di periferia; l’organizzazione è a cura di Vodisca Teatro, di Vo.di.Sca, associazione di promozione culturale, e Libera Scena Ensemble in collaborazione con Lena Insurance Broker.
La trama di Diego – Non sarò mai un uomo comune
A 30 anni dall’arrivo a Napoli di Diego Armando Maradona, ecco la Napoli degli anni ’80, gli scudetti, la storia d’amore tra due tifosi di un Napoli stellare.
Attraverso l’epopea del più grande calciatore di tutti i tempi si racconta una città allo sbando: la guerra dell’eroina, il totonero, la chiusura dell’Italsider, la disoccupazione, l’inquinamento della Campania Felix, le gioie di un popolo in cerca di riscatto.
La compagnia di Scampia racconta il mito di Maradona e del suo piede sinistro in una Città inedita, assuefatta, narcotizzata da coppe e scudetti che hanno fatto dimenticare 33 mila morti per eroina.
Le rappresentazioni della pièce di Mallardo vedranno la partecipazione di tante special guest: ogni sera in platea, per otto repliche, ci sarà uno dei calciatori di quel Napoli che non aveva rivali in Europa.
Note di regia
5 luglio 1984: settantamila “napoletani” accorrono allo stadio San Paolo di Napoli, per assistere alla presentazione di Diego Armando Maradona, mentre, contemporaneamente, duemila operai dell’Italsider vengono messi in cassa integrazione. Siamo nel cuore degli anni ’80. Napoli è una città “terremotata” che cerca di mettersi alle spalle il terribile sisma che l’ha devastata.
Sono anni difficili, anni della più violenta camorra e della più corrotta politica. Il tasso di disoccupazione è elevatissimo,  l’eroina si diffonde tra i giovani mietendo molte vittime, il governo vara una delibera per sancire che Napoli è una città ad alto rischio ambientale, molti quartieri sono invasi dai rifiuti ed il mare è sempre più inquinato, il totonero appare come l’unica ancora di salvezza.
In questo panorama apocalittico giunge dalla lontana Argentina un giovane ragazzo, dal sinistro magico, un ragazzo che, come molti napoletani, proviene dal basso, che ha conosciuto la miseria e la fame ma che, coltivando la sua passione con ostinazione e determinazione, lentamente, un calcio dopo l’altro, riesce a modificare il corso della sua esistenza.
L’arrivo di un argentino/ napoletano, dunque, stravolge il destino di un’intera città. Maradona rappresenta la valvola di sfogo delle frustrazioni e delle tensioni del vivere quotidiano, esprime la ribellione al tic tac degli orologi, ai diktat della storia e all’ordinarietà dei giorni, colma quel vuoto originatosi col crollo delle ideologie, supplendo una politica ormai irrimediabilmente compromessa da troppi scandali, da una corruzione eretta a sistema e da connivenze varie.
È  la possibilità di riscatto, è il sogno di una vita migliore.  Sembra una bellissima favola, la storia di un eroe che con il suo estro e con il suo talento riesce a risollevare le sorti di un intero popolo, attraverso il gioco più amato e più seguito nel mondo ma ogni vicenda presenta anche degli aspetti negativi.
La messinscena intende appunto evidenziare l’impatto di questo Maradona sugli anni’80, raccontando la parabola discendente di due giovani ragazzi, Lello e Tonia, attraverso un linguaggio semplice e a tratti grottesco, per sottolineare l’inconsapevolezza e l’ingenuità dei protagonisti che, all’interno di una società “ipercalcistizzata”, provano a ritagliarsi un proprio piccolo angolino ma che risulteranno inevitabilmente schiacciati.
Lo spettacolo andrà in scena dal 20 al 23 marzo e dal 27 al 30 marzo al Teatro Piccolo Bellini.
L’intero ricavato dello spettacolo sarò utilizzato per la realizzazione di una Fattoria Didattica per bambini disabili a Chiaiano, sita in via Comunale Margherita, sui terreni della municipalizzata ABC. Prevista l’inaugurazione per il 21 aprile.
Per maggiori informazioni e prenotazioni botteghino@teatrobellini.it; vodisca@gmail.com; http://vodiscateatro.jimdo.com