Daniel Pennac al Teatro San Ferdinando

NAPOLI – Mercoledì 19 dicembre il teatro San Ferdinando ha ospitato la prima italiana di Journal d’un corps (Storia di un corpo).
Daniel Pennac (f0t0), uno dei più rinomati scrittori contemporanei, ha infatti scelto il capoluogo campano per iniziare i suoi “reading” italiani.
Un po’ lettura, un po’ recita, lo spettacolo diretto da Carla Bauer ha intrattenuto gli spettatori per un’ora circa.
“Storia di un corpo” non è un romanzo né un diario nel senso classico del termine: viene definito dall’ autore come « … la cronaca dei messaggi inviati, durante la nostra vita, dal nostro corpo alla nostra mente».
Un diario dove il ritmo di scrittura  non è lineare, ma procede «di sorpresa in sorpresa»; una saggia intelaiatura, insomma, degli eventi corporei che corrispondono sempre a un cambiamento nucleare.
“Storia di un corpo” è nient’altro che il diario di bordo scritto dall’abitante della sua fisicità, di cui diventa sempre più consapevole con lo sfogliare delle pagine.
Lo scrittore  francese intrattiene gli spettatori in una scenografia minimale: un tavolo, uno sgabello e una sedia.
Il dialogo dell’unico attore si riflette negli occhi lucidi e nelle risate fragorose del pubblico, che risponde bene all’alternanza di passi commoventi a passaggi ridanciani.
L’ilarità, talvolta, assume però carattere di difesa impostata dal pudore: alcuni termini arrivano a turbare gli astanti. Altre volte, invece, è suscitata da vere e proprie candid letterarie.
A “stonare” il ritmo purtroppo c’è un’asincronia tra la lettura lenta ed espressiva dell’autore e i sopratitoli, che anticipano le emozioni del pubblico rispetto alla narrazione vocale.
Gradevoli i brevi intermezzi musicali che accompagnano i cambiamenti  d’età e alcuni dei passaggi più intensi.
La scrittura e la lettura, nel caso letterario di “Journal d’un corps”, riescono a toccare  non le corde della nostra anima, ma proprio gli intestini, la pelle,attraverso questa esposizione universalizzante delle sensazioni umane.
(Foto: Ufficio stampa)
Irene Campese