Cuciniamo nell’era dell’Expo: il mio mare …

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DCIM100MEDIA«Guardo la tua immensità, mi vorrei perdere in essa, essere tutt’uno con te.  Brilli di luce mattutina, mi ami, mi circondi, io vivo in te. Avvolgimi con le tue calde  acque e fammi sentire unica, io vivo in te. Mi  inebri del tuo silenzio inabissata in te. Mare sei la mia vita». (Cinzia Medea Manzoni)-
La nostra penisola è bagnata dal mare, ha coste meravigliose, amene, con panorami mozzafiato, con colori così brillanti, così vivi che solo uno sguardo basta  ad inebriarti.
Il mare è il più grande erogatore di cibo, con milioni di specie di prodotti ittici. Oggi perciò, voglio parlarvi del pesce azzurro. La denominazione “pesce azzurro” non si riferisce ad un gruppo scientificamente definito di specie ittiche, ma è utilizzata commercialmente per indicare alcune varietà di pesci, generalmente di piccola pezzatura, di varia forma e sfumature di colorazione, il cui costo è generalmente ridotto per la grande quantità di pescato.
In genere si dicono azzurri quei pesci dalla colorazione dorsale blu scuro screziati di verde e ventrale argentea. Il rapporto qualità/prezzo è decisamente buono. Tra questi rientrano pesci come l’aguglia, l’alaccia, l’alice, la costardella, il lanzardo, il pesce sciabola, la sardina, il sugarello, lo sgombro.
Inoltre possono essere considerati azzurri per la loro colorazione anche molti pesci che, per dimensioni e forme, non hanno nulla in comune con “gli azzurri” più conosciuti. Tra questi troviamo l’alalunga, l’alletterato, il biso, la lampuga, la palamita, il pesce spada e il tonno.
Il pesce azzurro ha grassi simili a quelli vegetali, caratterizzati cioè prevalentemente da composti “insaturi”, in particolare quelli della serie Omega3 importanti per lo sviluppo cerebrale e protettori del cuore e delle arterie.
Di questa prerogativa sono privi i grassi degli animali di terra, più ricchi di composti “saturi” che al contrario – se consumati in eccesso – possono facilitare l’insorgenza di alcune malattie, spesso favorite da una vita sedentaria e da una dieta poco equilibrata ricca di calorie e colesterolo, contenuto solo in modeste quantità – salvo poche eccezioni – nei prodotti ittici.
I piatti preparati con il pesce azzurro sono spesso considerati “cucina povera”, ma invece sono molto apprezzati in cucina. Anche per questo il suo consumo è consigliato nelle diete nelle quali sono da evitare i grassi saturi. Essendo, inoltre, un alimento ricco di calcio (350 mg per 100 g di alimento) è consigliato per combattere i processi di   decalcificazione ossea.
Ed ecco la ricetta di oggi. Questo è uno dei piatti amati dalla cara zietta Guendy: alici indorate e fritte ripiene di provola.
Ingredienti: 500 g di alici, 150 g circa di provola affumicata, farina, 3 uova, olio extravergine di oliva, sale.
Preparazione: Pulire e spinare le alici, riporle su di un piano tutte aperte a libro, mettere su ognuna una fettina di provola  e ricoprire con un’ altra alice. Passare dunque il composto così ottenuto prima nella farina e poi nell’ uovo sbattuto e salato.
Quindi friggere nell’ olio molto caldo giusto il tempo necessario a far dorare l’impanatura. Appena cominciano a gonfiarsi bisogna scolarle, metterle su di un foglio di carta assorbente per asciugare l’olio in eccesso, infine impiattare su di una base di insalatina verde. Servire calde.
Per oggi è tutto e alla prossima, Saluti da zia Guendy

Caterina Mazzola