Così in basso … mai!


Italia Illusa.
«Vedo un lumicino che brilla lontano …»,  diceva un anno fa l’allora Presidente del Consiglio Mario Monti, il tecnico che doveva tirare fuori il Paese dai guai, che ci ha salvato dal default.
Probabilmente la sua presbiopia lo ingannava: pensava d’intravedeva la luce della ripresa in fondo al tunnel, ma piuttosto prendeva lucciole per lanterne.
Visto il risultato del suo governare siamo sempre alle solite: un Parlamento di 1.000 persone, anzi no, di 996 burattini governati con i fili dai partiti o manovrati da quattro burattinai.
Tutti pagati fior di quattrini, perché debbono alzare la mano all’ordine, e guai se proferiscono un pensiero diverso, sono espulsi dal movimento o partito che dir si voglia.
O addirittura messi in disparte come immondezza: così vogliono i burattinai!
C’è chi compra onorevoli e senatori, chi si vende al miglior offerente, chi si aggrega a questa o quella corrente, ma sopra sempre e solo i Burattinai che tirano i fili di comando.
Poi ci sono i giornalisti, che pur di fare scoop, rincorrono i pupi con domande senza senso, stupidaggini per avere audience, per sviare l’opinione pubblica dai gravi problemi che ci affliggono: sembra che rincorrano uomini e donne politici di grido, invece di poveri cristi, messi lì per puro caso, e li propinano a noi spettatori di una degradata tv pubblica e privata.
Mai così in basso come ora!
I nostri giovani sono  costretti ad emigrare verso Paesi più consoni, dove si fa ricerca, dove si lavora, dove si vive e non si sopravvive come qui in Italia.
Si emigra come ai primi del novecento: Germania, Stati Uniti, Svizzera, Australia …
Le nostre fabbriche si trasferiscono fuori confine, dove la tassazione e la burocrazia non le strozza.
Chi è quel pazzo imprenditore che verrebbe ad investire in Italia dove vige un prelievo fiscale complessivo del 75%, dove un permesso per costruire un capannone – luogo destinato al lavoro di più persone, quindi cosa buona – richiede almeno due anni di tribolazioni e tasse e balzelli e decine di migliaia di euro, più costi d’architetti e commercialisti …
Invece appena fuori confine in due, quattro giorni puoi avere il permesso e a volte anche il terreno e la benedizione dei politici che governano!
E la ricerca, poi? È una pia illusione.
Non vi sono più soldi da investire. Dobbiamo pagare l’interesse sul debito e non investire per la ricerca.
Si debbono mantenere sessantamila e più auto blu per politici, per manager, per chissacchi.
Serve un miliardo o due per sopperire alla dismissione dell’odiata IMU: su ottocento miliardi che costa lo Stato non si riesce a trovarlo.
Ma che amministratori abbiamo?
Cambiarli? Tanto sono sempre i soliti che si prenotano alla guida: cambia la musica ma rimangono i musicanti.
Lasciamo che le menti eccelse, giovani promettenti, se ne vadano in cerca di realizzazioni concrete all’estero,  e ci teniamo i vecchi burocrati in tutti i gangli politico-economici-amministrativi-giudiziari-industriali ed altro, con le paghe e i privilegi che neanche il Presidente degli Stati Uniti si permette di avvalersi.
Poi uno per volta, fatti i danni e gli sperperi, ecco che arriva la meritata liquidazione milionaria e la dovuta pensione dorata.
Così la nostra burocrazia si mangia a pezzetti, a bocconi, la Povera Nostra Nazione.
Connazionali che lavorano all’estero, raccontano che le nostre imprese hanno perso in credibilità e fiducia.  «Italia=mafia», dicono.
Il credito, poi, giustamente è finito. Se compri all’estero, prima di mettere in produzione il materiale ordinato vogliono avere in banca il bonifico relativo con l’intero importo, altrimenti non ti si fornisce nulla. troppe le promesse di pagamento non mantenute.
E se neanche lo Stato paga i propri fornitori, perché dovrebbe pagare il singolo cittadino italiano?
Mai così in basso!
E chi ha causato tutto questo ancora insiste a voler governare: che vergogna italiana, che insulto alla creatività, all’intelligenza dei cittadini laboriosi ed onesti!
Mi fa pena vedere alla tv centinaia, migliaia di lavoratori che scandiscono la parola LAVORO!
Nemmeno più la dignità di un lavoro ci hanno lasciato, fra sindacati che volevano sempre di più, senza dare mai niente del loro raccolto all’operaio, se non proclami, scioperi e soprattutto chiacchiere … e Governi Benpensanti che hanno fatto i loro comodi, i loro interessi personali.
Hanno sperperato miliardi senza pagare un centesimo del debito pubblico, anzi aumentandolo a dismisura.
«L’inflazione ci fa esportare di più»: questa era la teoria ignorante dei sapienti che ora è arrivata al pettine della storia.
Ora un Governo che si loda di curare con qualche pillola di vitamina, con qualche placebo un malato di broncopolmonite doppia, tale qual è l’Italia nostra.
Cosa crede di combinare questo Governo con qualche miliardo di euro spalmato su più anni a favore dell’imprenditoria che assume giovani inesperti, quando il lavoro va all’estero perché la tassazione è insostenibile?
Solo un miope non vede e prende sassi per case.
Così purtroppo si dimostra l’incapacità di prendere provvedimenti seri e decisivi, d’azioni forti e definitive.
Si tira a campare rispettando i costi pubblici, anzi tenendoli ben nascosti, per non far vedere che in realtà siamo sostenuti dai soldi dell’UE prestati alle nostre banche che ci fanno la cresta, reimprestandoli allo Stato allo 0,5% contro il 5%.
Altro ci vuole per sbloccare la situazione!
Via la tassazione al 75%: al massimo si deve arrivare al 30%, ma che sia pagata da tutti nel vero senso della parola.
E allora sì che è giustificata la caccia all’evasore; invece oggi se uno non evade non sopravvive.
Bisogna dunque ridurre paghe e pensioni d’argento e d’oro.
Il momento è critico e soprattutto si deve chiedere aiuto a tutti i cittadini: che contribuisca ognuno per ciò che può a ridurre il debito, quindi il pagamento dell’interesse che ci svena, che svuota il senso del lavoro, che ci toglie occupazione  e la dignità del vivere.
Solo così, tutti assieme, potremo pensare di riprendere la nostra dignità, la nostra tranquillità.
Un vero e proprio cambio di rotta della Nave Italia.
Via tutti i comandanti che l’hanno portata sugli scogli!
Così la penso io.
(Foto: dipinto by W. Turner, Shipwreck of the Minotaurus, 1793)

Gilberto Frigo, l’uomo del nord.