Condannato a morte, una Critica della Ragion di Stato

Condannato a morteNAPOLI – Con il patrocinio di Amnesty International e Giffoni Film Festival, Avamposto Teatro presenta lo spettacolo Condannato a morte. The Punk Version scritto e diretto da Davide Sacco: il regista liberamente si ispira al romanzo di Victot Hugo L’ultimo giorno di un condannato a morte (1829), dove il giovane autore francese, agli albori della sua produzione letteraria, descrive la drammatica agonia di un condannato a morte, costretto ad aspettare la sua fine in cella per tre lunghe settimane.
Così come Victor Hugo riesce a trasmettere il senso di angoscia del protagonista al lettore, anche Davide Sacco costruisce lo spettacolo come un’esperienza culturale dove lo spettatore è partecipe, è anch’egli attore « … perché è proprio nel pubblico che risiede il mistero dell’arte, non in chi la crea, ma in chi la riceve», dice il regista.
«Con “Ultimo giorno di un condannato a morte” abbiamo deciso di fare un passo ancora più pericoloso: affrontare un mondo, affrontare Victor Hugo. E abbiamo scelto di affrontarlo con la stessa sfacciataggine e freschezza con cui Victor Hugo si sarebbe confrontato con se stesso, con lo stesso coraggio, con la stessa calviniana leggerezza e freschezza – continua Davide Sacco con l’intento di « … far accettare l’animo punk che è insito nel linguaggio di Hugo», come egli stesso lo avrebbe rappresentato in scena.
Unico attore dello spettacolo è Orazio Cerino che sullo sfondo di un’arena/tribunale veste i vari ruoli nei costumi di Clelia Bove, in gabbia a sostenere la sua causa contro quel senso di giustizia di cui fa le veci lo Stato, mentre il pubblico partecipa attivamente alle dinamiche della rappresentazione.
Tema caldo del dibattito è la pena di morte, una condanna ancora oggi molto diffusa in alcuni Paesi del mondo, anche in quelli più civilizzati. Già il giovane Victor Hugo aveva affrontato il tema con una nota di critica contro la ghigliottina alla quale era stato condannato il protagonista del suo romanzo, soffermandosi sul senso di morte che il condannato prova in cella nell’aspettare la pena e dicendoci che « … la vendetta è dell’uomo, la punizione è di Dio».
Davide Sacco torna su un tema molto discusso, quello del diritto che si arrogano alcuni Paesi di togliere la vita all’uomo.
Un punto al centro di produzioni letterarie e filosofiche, da Seneca, che per primo invita Nerone alla clementia evitando la pena di morte arbitraria, a Sant’Agostino, primo autore della letteratura cristiana a condannare esplicitamente la pena capitale, fino all’illuminista Cesare Beccaria secondo il quale nessun uomo può disporre della vita di un altro.
Nonostante il progredire delle conoscenze e i traguardi culturali che l’uomo ha raggiunto, ancora oggi, persino nei Paesi Occidentali, la pena di morte esiste ancora: Amnesty International lotta da più di cinquant’anni per i diritti umani, e per questo motivo patrocina l’iniziativa di Avamposto Teatro insieme al Giffoni Film Festival.
Lo spettacolo è stato rappresentato in anteprima il 2 maggio scorso al Festival Le stanze dell’arte di Torre del Greco (NA) e il 3 settembre in prima nazionale al Festival FontanonEstate di Roma.
Il 10, 11 e 12 ottobre sbarca dunque a Napoli, al Teatro Il Primo in Via Capricorno 4, in zona Colli Aminei, e sarà preceduto da un incontro tematico con Amnesty International.
Per maggiori informazioni e prenotazioni: 0815921898/ 3428306707; l’addetto stampa Emma di Lorenzo: 339 4290222; m.emmadilorenzo@gmail.com

Francesco Longobardi