Calcio: scudetto Juve, Cagliari ancora in bilico, sorpasso Roma

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Soccer: Serie A; Roma-GenoaNAPOLI – Non è ancora conclusa la 34esima giornata di campionato serie A che, iniziata lo scorso sabato con Samp- Juve, decretando in anticipo la Vecchia Signora vincitrice del tricolore, terminerà mercoledì sera con il posticipo di Torino – Empoli, in cui se i toscani dovessero espugnare i granata, sarebbero salvi. E all’incubo retrocessione sembra proprio non volere cedere il Cagliari, che lunedì sera ha affondato il Parma al Sant’Elia. Sul podio della classifica, la Roma batte il Genoa e torna al secondo posto, a +1dalla Lazio, fermata a Bergamo. Segue a -4 il Napoli, che piega il Milan al San Paolo. E’ancora corsa Champions per Fiorentina, Samp, Genoa, Inter e Torino, tutte strette in soli cinque punti.
CAGLIARI – PARMA 4-0 Il rush finale dei sardi non è niente male, a dispetto di chi aveva ipotizzato un Parma poco stimolato a toccare palla. E invece la gara scorre sull’equità del possesso palla , ma Ekdal è scatenato sin dal 3’, quando raccoglie un assist di Rossettini e insacca potente sotto la traversa. Più veloce della luce Farias, che al 14’ raddoppia con un preciso rasoterra. La timida reazione di Coda si dissolve nel nulla . Ci vorrebbe ben altro contro i rossoblu affamati di vittoria. E infatti al 38’ è Mpoku a lasciare di stucco Iacobucci, poi sullo scadere del primo tempo, Ceppitelli spreca il 4-0 a porta vuota: nessun problema, ci pensa Cop al 63’. E’ “Festa” al Sant’Elia, che alla salvezza ci crede eccome! Il Cagliari si ripromette di continuare a fare bene nelle prossime quattro giornate e aspetta solo un passo falso dell’Atalanta.
NAPOLI- MILAN 3-0 Una tiepida serata al San Paolo si surriscalda fin dal primo minuto dopo il fischio d’inizio, quando un ingenuo De Sciglio atterra Hamisik in area. Eppure Saturno non sembra essere così contro i rossoneri o forse è Higuain che in certe gare decisive, si fa sempre prendere dal panico, sul dischetto o ancora non sono stati puntati come di dovere  i riflettori, sulle incredibili qualità di Diego Lopez, autore di una parata, che fa salire il sangue al cervello dei tifosi partenopei. Menez manca come acqua nel deserto e Destro non può certo sopperirgli. Ma in compenso la squadra si accorcia come cotone in lavatrice e al 13’tenta persino il vantaggio. L’attacco è solo azzurro per tutto il primo tempo, ma il gol non arriva se scarseggiano le verticalizzazioni. Solo nella ripresa il Napoli capisce che è necessario alzare il ritmo, quello che ha impedito di sfruttare al meglio la superiorità numerica. Allora sì che comincia il pressing sulle fasce: Hamsik si lascia deviare una palla da Paletta, ma la seconda volta non sbaglia (70’). E’ il momento giusto per colpire un Milan stremato non solo fisicamente, totalmente a riserva di energie mentali. In sei minuti chiudono il match Higuain (74’), con la rabbia di chi vuole rifarsi dopo il gol fallito e l’acquisto giusto, Gabbiadini (76’), ma solo di nome, visto che è un uccello da far volare sempre più in alto. Milan dunque undicesimo a soli 3pt. in più a quelli utili per la salvezza. Eppure Inzaghi resta sulla panchina e il Presidente Berlusconi allunga i tempi della trattativa che porterà, forse, alla cessione dell’amato Club.
SAMPDORIA – JUVENTUS 0-1 A Genova i bianconeri festeggiano in netto anticipo il 31°scudetto, nonché il quarto consecutivo, battendo di misura i blucerchiati, che invece non vincono dallo scorso 22 marzo. A inizio gara però ci aveva provato Obiang, ma sfiorando quasi il palo, in seguito a Vidal, lasciato colpevolmente solo,  non costa molta fatica lasciare il segno al 32’. E’ il solito Tevez a tentare il raddoppio, ma Viviano dice no. Nella ripresa Mihajilovic si affida a Bergessio e in effetti l’argentino, dà modo a Bonucci di mostrare le sue qualità di difensore, evitando un pareggio, che comunque non avrebbe pregiudicato le sorti del tricolore. Nei restanti minuti del match, la Samp sembra accettare passivamente la sconfitta , confidando nelle cattive prestazioni delle rivali in corsa per l’E.L. La capolista intasca tre punti e “vola” a 72 pt.e forse costituisce solo un dettaglio, se i punti erano invece 102, nello stesso periodo dello scorso campionato. In fondo, i tifosi più prevenuti non avevano dormito sonni tranquilli al solo pensiero di Allegri sulla panchina, al posto di Conte, ma ormai l’importante è festeggiare! Seppure in maniera piuttosto moderata: l’entusiasmo è frenato dal grattacapo Real, l’ insidiosa sfidante da affrontare martedì sera allo Juventus Stadium.
ROMA – GENOA 2-0 Una Roma dall’atteggiamento piuttosto provinciale, riesce per sua fortuna a concludere a buon fine una missione, se non impossibile, di sicuro molto ardua, messa più volte in difficoltà dal fraseggio genoano. Il match scorre lento e impreciso su entrambi i fronti fino al 35’, quando Roncaglia regala un assist dorato a Doumbia, abile saltatore di De Maio, che rende impotente Perin. Niang prova a rispondere, ma sbaglia completamente un cross. Nel secondo tempo Gasperini inserisce Falque nell’intento di potenziare l’assetto offensivo e l’attaccante rossoblu infatti tenterà il gol dai 20 mt., ma niente paura per De Santis, neanche quando lo spagnolo tirerà sul primo palo. Sale il ritmo e Garcia opera dei cambi per cercare maggiore copertura difensiva ; poi i crampi di Niang nell’afoso pomeriggio romano, fermano momentaneamente il gioco, ripreso con un brivido provocato da Tino Costa. Giallorossi stretti nella propria metà campo, è una spettacolare di FlorenzI, che si fa da solo 60 mt. di corsa, a fulminare Perin al 93’. La Roma dunque riprende il secondo posto, un punto sulla Lazio, che pareggia in casa dell’Atalanta.
ATALANTA – LAZIO 1-1 E’ Mr. Reja infatti a fermare i bergamaschi in una gara che mostra sin dai primi minuti la poca lucidità degli ospiti e l’assoluta mancanza di cinismo, che invece aveva caratterizzato le precedenti giornate. Il palo di Keita l’occasione sciupata di una Lazio che rischia tanto perché D’Alessandro attacca Radu e Ciani. Tra le migliori parate di Marchetti, come sempre ineccepibile portiere biancoceleste, un vero e proprio miracolo è  quello compiuto su una perfetta girata di Gomez. Un guizzo fenomenale che strizza in gola l’urlo dei tifosi della Dea. Siamo verso la fine del primo tempo e nella ripresa ci riprova ancora lui, il centrocampista argentino, ma un dispettoso palo respinge la palla, messa poco dopo in rete, invece da Biava (50’). Sul piede di Keita continuano le più ghiotte possibilità di pareggio, mentre gli agonisti padroni colpiscono in ripartenza. Allora interviene una rovesciata di Parolo al 77’ a sistemare, seppur nei limiti, una partita che poteva rivelarsi un disastro.
FIORENTINA – CESENA 3-1 Montella ritrova la vittoria dopo quattro sconfitte e si piazza al quinto posto, lasciando sprofondare il Cesena nelle fiamme della B. I k.o. delle genoane devono aver influito positivamente sullo spirito di gioco dei viola. Fatto sta che al 31’un fallo netto di Mudingayi su Borja Valero, scaturisce il rigore messo a segno da Ilicic. E non serve protestare ai romagnoli perché dopo soli quattro minuti, la doppietta, conclusione chirurgica precisa e prepotente, è ben servita, tanto che Giorgi, saltato come un fosso, resta a bocca aperta. Undici minuti dall’inizio del secondo tempo, il tocco sotto misura di Gilardino, sigla il terzo gol dei toscani. Merita comunque attenzione l’ottima palla gol di Rodriguez al 59’, se non altro per sottolineare le qualità del giocatore. Peccato sia stato l’unico tiro in porta del Cesena, che la prossima stagione dovrà dunque ricominciare da capo ogni progetto . In delirio i tifosi viola all’A.Franchi: << Montella, portaci a Varsavia>>.
INTER – CHIEVO 0-0 Si conclude con un deludente 0-0  la sfida casalinga dei nerazzurri, impotenti nel penetrare una difesa, quella del Chievo, che assomiglia vagamente a una Muraglia Cinese. Tutto scorre senza particolari emozioni fino al 19’ quando Icardi becca il palo. In fondo il club di Maran è salvo (obiettivo di stagione) e al tecnico pare conveniente puntare su un 4-4-2. E il modulo effettivamente funziona. Prova il vantaggio Brozovic, ma il lancio è alto sulla traversa; poi è Marcelo a sbagliare: preferisce passare a Bizzarri, invece di tirare in rete quella generosa palla che poteva fruttare molto. Nella ripresa  Schelotto sfiora una clamorosa autorete; Mancini avrebbe gradito l’omaggio, ma urge cambiare modulo (4-2-3-1). Non serve. Izco fa sul serio e dai 25 mt. mette a dura prova le coronarie di Handanovic, che però respinge sui piedi di Meggiorini, ma quest’ultimo non ne approfitta. Non è il pomeriggio giusto per Podolski, Shaqiri e Kovacic che tentano iniziative personali, invece di costruire gioco di squadra. E al 40’ l’Inter non vede l’ora, anzi il minuto, che finisca. Ci mancava solo essere beffati da Biraghi, che per loro fortuna colpisce la traversa.
SASSUOLO – PALERMO 0-0 Un pareggio a reti bianche è anche quello di Reggio Emilia, che forse penalizza di più i neroverdi. Afflitto da numerose preziose assenze, il Sassuolo non riesce oltretutto a trovare il gol con Zaza, ormai dal primo febbraio. Nel primo tempo quasi non si contano le tazzine di caffè, che avrebbero potuto comodamente sorseggiare i portieri di entrambi le squadre. Eh si, perché di pericolosi attacchi neanche l’ombra, se non quelli di Dybala, su punizione dai 22 metri,che accarezza il vantaggio, ma la palla sorvola la traversa; e poi Acerbi di testa, sebbene il tiro sia troppo debole per sconfiggere Ujkani. Al ritorno degli spogliatoi Dybala e Zaza ,come Zeno Cosini, nel famoso romanzo di Italo Svevo: l’immagine è un costante senso di inadeguatezza e inettitudine. Meglio non osare, per il timore di perdere. Motto che vale specie per i siciliani, d’altro canto con 43 pt. , nettamente salvi.
H.VERONA – UDINESE 0-1 A Verona si disputa una gara tra le due squadre a cui appartengono due campioni italiani classe ’77, indispensabili, inossidabili cannonieri: Toni e Di Natale. La spunterà quest’ultimo, appena qualche minuto dopo il suo ingresso, con uno strepitoso gol di tacco al 63’, su delizioso assist di Widmer. Lo scugnizzo che rifiutò di giocare nella sua Napoli per volere della moglie, raggiunge la 206esima rete in A, superando addirittura il mitico Roberto Baggio. Al 5’ era già stato annullato per fuorigioco un gol a Thereau, mentre Toni non aveva inquadrato bene la porta, sullo scadere del primo tempo. Poi Lopez aveva illuso i suoi prima di rientrare negli spogliatoi. A complicare la situazione degli scaligeri, l’inopportuna espulsione al 61’ di Sala (fallo su Thereau), ma non certo da rosso. L’arbitro Cervellera  però, aveva decso così. Tanto nervosismo tra le file del Verona, coronato dalla squadra lasciata in 9 (Marquez 91’), non permette a Toni e compagni di ottenere il prezioso punto.
 

Nina Panariello