Calcio: il futuro dei giovani giocatori in Italia

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NAPOLI – In questi mesi si è parlato molto dei vivai giovanili come punto di riferimento per il futuro. In Italia, negli ultimi tempi, squadre come Milan, Inter, Roma e Juventus stanno  puntando sui vivai, un po’ per contenere le spese e soprattutto per  ringiovanire le rispettive rose. La squadra rossonera quest’anno ha lanciato  giovani come  Mattia De Sciglio e Stephan El Shaarawy, entrambi del 1992, ma  già con diverse partite da titolari.
Anche i nerazzurri hanno scelto questa politica e impostato la squadra con un mix di giovani affiancati dai “vecchi senatori”. Nella Roma si è molto distinto  Florenzi che, a suon di ottime prestazioni,  ha  conquistato la convocazione  in Nazionale . I campioni d’Italia della Juve hanno preso il giovane e promettente Pogba, che era svincolato dal Manchester United e che, a soli 19 anni,  ha già realizzato due reti importanti nel campionato di serie A.
Ma perché in Italia spesso si ha paura a lanciarli? Probabilmente i tifosi e le società non hanno abbastanza pazienza: si vuole il campione già bello e pronto. Giovani come Santon e Balotelli sono andati via dall’Italia per  giocare in Premier League, e lo stesso hanno fatto Rossi, Verratti, Macheda, Sirigu, Criscito e Lupoli  che si sono trasferiti all’estero dove sono molto apprezzati.
La nazionale italiana, come si è potuto vedere nell’ultima partita amichevole disputata mercoledì scorso contro la Francia, sta puntando sui giovani, ma a livello europeo è la Spagna che con la sua  “cantera”  è il team che meglio ha valorizzato i giovani calciatori. Per il  futuro si spera che anche in Italia si punti di più su giovani  e che non si faccia sempre affidamento solo  sugli over 30.

Roberto Scognamiglio