Calcio: derby al Toro dopo 20 anni, flop Roma, poker Napoli

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Soccer: serie A, Torino-JuventusNAPOLI – Nella 32esima giornata di campionato, macchiata dagli episodi di violenza di Torino e Bergamo, i granata vincono il derby dopo 20 anni, la Lazio pareggia con il Chievo, superando un punto la Roma, caduta a Milano e  perciò a +2 dal Napoli, protagonista di un poker sulla Samp. Il Milan perde a Udine, il Palermo a Parma. Ottime Genoa e Verona. Il Cagliari vince a Firenze, mentre conquistano un punto ciascuna Atalanta ed Empoli.
NAPOLI – SAMPDORIA 4-2 Poker del Napoli che affonda una Samp ben disposta in campo, ma schiacciata da un super Higuain. E’ l’argentino infatti a creare problemi ai blucerchiati nei primi minuti, ma Eder crossa al centro e un impacciato Albiol devia:omaggiotutto azzurro l’autorete del 12’. I padroni sembrano impazziti d’improvviso, ma Viviano è sempre lì, finchè al 31’ non rende un facile gol a  Gabbiadini , lasciandosi passare la palla tra le mani . Tre minuti dopo è ancora il ventitreenne di Calcinate a fare da sponda per Higuain, che si riporta facilmente in vantaggio. Acqua passata il terribile infortunio di Insigne solo sei mesi fa: la sua corsa da giaguaro, con la fascia di capitano, finisce mettendo di destro in un angolino con una precisione che è solo dei fuoriclasse e da altrettanti è l’umiltà, tutta racchiusa nelle lacrime commosse dello scugnizzo, mentre esulta sotto la Curva B.  E’ appena il 47’ e anche De Silvestri colleziona erroracci da “Paperissima”come quello di stendere Hamsik in area rigore e così Higuain, dal dischetto segna il  26° gol della stagione. Lo slovacco potrebbe regalare la quinta rete, ma non è proprio al top e  nonostante la fiammata di Muriel (89’), la meritata vittoria porta il Napoli a -2 dal terzo posto.
INTER – ROMA 2-1 La Roma cade al Meazza e scivola al terzo posto, vittima, ma non troppo di un agguerrita Inter, che torna a vincere dopo lo scorso8 febbraio contro il Palermo. Preziose per il club nerazzurro le presenze di Kovacic, Shaqiri e Podolski.<< Il paraggio sarebbe stato più equo!>> – le amareggiate parole di Garcia a fine partita. E in effetti il possesso palla dà ragione all’allenatore giallorosso. Il gol però non può arrivare nel primo quarto d’ora se De Rossi è poco incisivo , Totti non corre abbastanza e Gervinho sembra con la testa ancora alla Coppa d’Africa, e va da sé che non risulta difficile al mancino Hernandes, ieri più che in forma, sbloccare il risultato (15’). Spettacolare anche l’esultanza con capriola, più che lecita del brasiliano. La reazione degli ospiti è immediata, ma Ibarbo colpisce il palo. Nella ripresa Florenzi spara altissimo da una posizione dorata e cinque minuti dopo un errore difensivo di Ranocchia, che sbaglia l’appoggio, regala il pareggio agli ospiti (Nainggolan 63’). Sempre vigile Handanovic, protagonista di un mezzo miracolo su Pjanic. Ma è’ il solito Icardi a decidere il match: all’84’ divora un gol che potrebbe restare sullo stomaco, rimedia con un potente digestivo che fa effetto dopo soli 4 minuti, quando la Roma non può più nulla.
LAZIO CHIEVO 1-1 La Lazio suda un punto contro uno scatenato Chievo e si porta al secondo posto con 59 pt. Nel primo temp circola lentamente la palla dalle parti di Ledesma e la prima azione importante dei biancocelesti giunge solo al 32’, quando Candreva però sciupa ingenuamente; sei minuti dopo è il compagno Klose , su contropiede, a fare tutto da solo e spiazzare Bizzarri con un diagonale chirurgico (45’). Quando l’individualismo premia… L’allenatore gialloblu passa al 3-4-3, ma sono ancora i romani a creare pericoli. Schelotto sfiora l’incrocio dei pali e Botta fallisce di testa. Al 76’ però, Paloski non perdona, ineccepibile su un traversone deviato da Mauricio. E nei minuti finali, solo per un soffio non regala i tre punti al Chievo, che ne ha ottenuti comunque 37.
TORINO – JUVENTUS 2-1 Il derby piemontese è aggiudicato con onore da un vivace Toro, come non accadeva da vent’anni, ma la festa è stata macchiata dagli inauditi episodi di violenza che hanno coinvolto entrambi le tifoserie, sugli spalti e fuori dall’Olimpico( 11 feriti, di cui uno grave e 5 arresti). Si, perché il pulman della Juve è stato preso d’assalto intorno alle 13,30, fra corso Agnelli e via Filadelfia,da una trecentina  di ultrà granata, che hanno tirato pietre, bottiglie e due bombe carta, fino a rompere un vetro. Tutto facilitato dal fatto che fossero appena una ventina, gli uomini delle forze dell’ordine in servizio sul luogo. Nessuna ferita sul corpo dei giocatori bianconeri, ma nell’anima sì. Tanto che in campo lo spavento era ancora visibile sui loro volti, e soprattutto nelle loro gambe. Solo un top player del calibro di Pirlo, il re delle punizioni, in un clima surreale, riesce a non sbagliare nella posizione in cui, tra l’altro è specialista (35’). Nella ripresa il metronomo bresciano ci riprova sempre su punizione, ma colpisce il palo. E la standing ovation è tutta per  l’attaccante che ha nel sangue l’energia del Golfo di Castellammare, Fabio Quagliarella : suo l’assist per Darmian, rigorosamente senza esulto (44’), così come il gol della vittoria al 57’. Tevez e Matri alla ricerca del pareggio, ma non succede più nulla e il Toro si porta a 47 pt.
UDINESE – MILAN 2-1 Il Milan conferma la brutta prestazione del derby, perdendo la possibilità di inseguire il sesto posto e saluta per sempre l’Europa, almeno quest’anno. E’ evidente che i giocatori siano troppo presi mentalmente dalle scelte imprenditoriali di Berlusconi, e la deconcentrazione allo stadio Friuli è stata più che tangibile. Alquanto imbarazzante il primo tempo dei rossoneri, incapaci di tirare in porta, ma neanche fuori; i moderati bianconeri però non ne approfittano come potrebbero,  pressando piuttosto timidamente con Badu, Widmer e Guilherme. E’ negli spogliatoi che deve arrivare la decisiva scossa di Stramaccioni, anche se ancora una volta a sbagliare è sempre la difesa ospite, che lascia tutto solo su corner Pinzi, libero di segnare al 58’. Allora il fedele pubblico nerazzurro accorso in trasferta comincia a farsi sentire, a testimonianza che alla vittoria ci crede. Un disperato Inzaghi tenta la carta Destro, ma Badu raddoppia senza concedergli tempo (74’). Il Pazzo prova ad accorciare le distanze all’88’, ma il suo gol si rivela inutile. La reazione del Presidente Berlusconi è furiosa, tanto che Mr Inzaghi si ritrova a un passo dall’esonero, ma è Galliani a intercedere a suo favore.
GENOA – CESENA 3-1 Al Ferraris il Genoa umilia un Cesena dalla difesa di cartapesta e comincia a riguardare all’Europa. Sblocca di testa Bertolacci al 38’servito da un generoso Perotti, che non fallirà dal dischetto l’occasione (contestatissima) da rigore conquista da Perotti, su fallo di Nica (47’). Trascorsi otto minuti dalla ripresa è Pavoletti a segnare il terzo gol rossoblu. Al 69’ il gran gol dal limite di Carbonero,  sarebbe utopistico se riaprisse i giochi di un match, già deciso dal maggiore spessore dei padroni. Come testimoniano le espulsioni nel recupero di Ze Eduardo e Di Carlo, inferiori agli avversari, specie sotto l’aspetto della concentrazione mentale.
FIORENTINA – CAGLIARI 1-3 E’ confermata la crisi viola, così come l’addio alla Champions. Inaugura alla grande la panchina sarda invece Gianluca Festa, che può festeggiare un esilarante vittoria sugli uomini di Montella. Complice il nuovo piuttosto aggressivo  4-3-3  i rossoblu vanno in vantaggio sin dal 7’ con Cop, che spiazza Tomovic. I cross di Pasqual non si risolvono a buon fine e Diamanti sfiora il palo prima di andare negli spogliatoi; perciò nella ripresa è sostituito da Vargas, che subito serve Gilardino, ma Brkic para. Una straordinaria diagonale segna la doppietta di Cop (59’) e dopo ripetuti pressing degli ospiti, il gol di Gilardino da un rasoterra di Vargas. L’ingresso di Mario Gomez  è l’ultima speranza di Montella, ma il tedesco sciupa una clamorosa palla e l’azione personale di Farias, tra  i migliori in campo, mortifica i toscani nel recupero finale (93’).
VERONA – SASSUOLO 3-2 A Verona gli scaligeri vincono una partita densa di emozioni grazie alla fondamentale presenza di Toni che realizza una magica doppietta (63’; 72’), nonostante l’inferiorità numerica. L’episodio chiave si verifica al 18’quando il portiere dell’Hellas, Rafael uscito dall’area nell’intento di bloccare Sansone, è espulso dall’arbitro, sebbene il braccio fosse attaccato al corpo. Ma i padroni non si perdono d’animo e al 30’ in contropiede tutto solo davanti a Consigli è Gomez.J. a mettere in rete. Quattro minuti Moras pasticcia su Zaza regalando l’autorete agli avversari, confermando quello che sembra essere diventato un vizio per i veronesi. Colti da una leggera stanchezza si fanno sorprendere da Floro Flores, che prova a riaprire il match all’89’, ma nulla di fatto.
ATALANTA – EMPOLI 2-2 A Bergamo il risultato del match è conforme alla percentuale del possesso palla delle due sfidanti (50%). Tutto liscio fino alla mezz’ora quasi a dimostrare, nel caso dell’Empoli, che non conviene sprecare troppe energie,utili invece nel prossimo giovedì contro il Napoli. Il primo pericolo per l’Atalanta giunge a opera di Rugani su colpo di testa, ma Denis è tempestivo nel salvare sulla linea. I toscani insistono e al 41’dopo uno scambio con Pucciarelli è Saponara, uomo non certo insolito al gol, stavolta con uno strepitoso destro a giro. I padroni cercano il pareggio e lo ottengono dopo solo tre minuti, grazie a Gomez A. che segna praticamente a porta vuota. Nel secondo tempo un ineccepibile Sportiello, n° 1 tra i pali nerazzurri, respinge un’insidiosa palla di Maccarone. Indiscusso “man of the match” che se non avesse prima beccato il palo dopo la sua rete al 60’, avrebbe chiuso definitivamente la storia. I nerazzurri interpretano quel pizzico di fortuna che gira dalla loro parte come incentivo a pressare di più e il 2-2 è servito a passo di tango( Denis 93’). Delirio all’Azzurri d’Italia. Delira pure Denis, che disturbato per gran parte del match da Tonelli con minacce di morte alla sua famiglia, secondo quanto dichiarato ai microfoni dal dirigente dell’Atalanta Pier Paolo Marino, ha ben pensato di raggiungere il giocatore dell’Empoli a freddo (15 minuti dopo la partita)negli spogliatoi, colpendolo di dietro a un occhio e al naso. A inferire sul comportamento di Denis, ci sarebbe la testimonianza di Maccarone, il quale sosterrebbe che le luci nel sottopassaggio erano spente proprio durante l’accaduto, volendo insinuare che più di black out, si sia trattato di “imboscata”. Intanto la Procura federale indaga.
PARMA – PALERMO 1-0 Al Tardini doppia delusione per i rosanero: sconfitti dall’ultima in classifica, a opera dell’ex Nocerino. Gioie amare invece per Donadoni che conquista la sua terza vittoria in cinque partite, ma ormai il Parma è già con un piede in serie B. I ducali partono bene sin dai primi minuti come mostrano i tentativi di Ghezzal e Coda e l’errata mossa difensiva di Rispoli, giocatore in prestito proprio dal Parma,che atterra in area Gobbi, provocando un rigore netto, centrato perfettamente da Nocerino (22’). Il Palermo è sbigottito e attacca a pieno organico solo dopo un quarto d’ora, sbagliando l’occasione più nitida proprio con il gioiellino Dybala, beffato da Feddal , che salva vicinissimo alla linea di porta. Nella ripresa Iachini si affida a Belotti , ma il Parma ieri ha potuto godere del migliore Mirante dall’inizio del campionato e ai siciliani non resta che soccombere.

                                                                                                                                                   Nina Panariello

(Foto: Ansa)