Caccia e vivisezione: il "no" degli italiani

ROMA – Gli italiani si oppongono a caccia e vivisezione. È quanto emerge dal Rapporto Eurispes 2013 presentato il 31 gennaio. Oltre la metà degli italiani intervistati possiede almeno un animale domestico: solo un animale il 33,3 per cento e più di uno il 22 per cento. Non stupisce, quindi, che vi sia un forte rifiuto verso la vivisezione: 87,3 per cento gli italiani contrari, l’86,3 per cento nel 2012, dimostrando così una maggiore sensibilità verso il rispetto dell’animale, piuttosto che verso la ricerca spasmodica di eventuali successi legati alla sperimentazione dolorosa sugli esseri viventi. Diminuisce, poi, l’opinione favorevole degli italiani sulla caccia, dal 21,4 per cento del 2012 al 19,9 per cento del 2013, pratica cui si dicono contrari più di 8 italiani su 10.
«È giunto il momento che la politica sia veramente rappresentativa della volontà degli italiani – dice Walter Caporale, presidente dell’associazione “Animalisti Italiani Onlus” – e il rapporto Eurispes conferma la tendenza sempre più animalista degli italiani di cui i candidati premier e i segretari di Partito devono tenere conto nei loro programmi.
L’associazione “Animalisti Italiani Onlus” ha pertanto inviato una richiesta di incontro ai candidati premier affinché s’impegnino, dopo le elezioni, ad approvare leggi nel rispetto degli animali e della volontà degli italiani.
In particolare, le richieste della onlus sono: l’abolizione dei finanziamenti ai circhi con gli animali che nel 2012 ammontavano a 6 milioni di euro; una legge che contrasti il traffico illecito di cani e gatti che dall’Italia vengono inviati all’estero spesso con la scusa di false adozioni diventando invece cavie da laboratorio, pellicce o pelli o mangime per animali; incentivazione della ricerca con metodi alternativi alla vivisezione, con modifiche alla normativa n. 116/92, abolendo la deroga per la sperimentazione senza anestesia, vietando l’utilizzo degli animali nella didattica e la possibilità di sperimentare su cani, gatti, cavalli e primati non umani, nonché il contrasto del fenomeno della sabbiatura, sandblasting, invecchiamento artificiale dei tessuti denim tramite sabbia sparata con aria compressa, impedendo l’importazione di capi d’abbigliamento realizzati con tali tecniche, dannose per uomini ed animali; riconoscimento agli equidi dello status di animali d’affezione.
(Foto di Giulio Alonzi)