Brividi d'estate all’Orto Botanico: in scena “Matamoro”

Elisabetta D'Acunzo e Ernesto Lama

NAPOLI – “Brividi d’estate” è una rassegna teatrale divisa in sezioni monotematiche per ogni giorno della settimana, dal lunedì alla domenica.
Il tema del lunedì è “Improvvisando”, martedì “Le emozioni di scorta”, mercoledì “Risate d’estate”, giovedì “Musica e parole”, venerdì “La magica fiera dell’arte”, sabato e domenica “Gli intramontabili classici” e, ancora in questi due giorni della settimana , alle ore 18.30 il “Luglio dei piccoli”, una minirassegna di teatro e letteratura per ragazzi,
Il 1° luglio, per i “Mercoledì delle risate”, andrà in scena “Matamoro” di Franco Autiero, con Ernesto Lama e Elisabetta D’Acunzo, affiatati compagni nella vita e sulla scena, e Aniello Palomba alla chitarra
La trama
“Due pellegrini d’incerta età, un uomo e una donna, sul percorso segnato della stella verso il sepolcro di san Giacomo di Compostela, commentano le amarezze del viaggio penitenziale. Lentamente, come in una metamorfosi, si trasformeranno in altri due personaggi: un guitto e la sua compagna che aggiungeranno racconto a racconto sulla fragilità della condizione del viandante.
La lingua utilizzata nel testo è una sorta di italiano infarcito di suoni meridionali e di napoletanismi e le due “voci itineranti”, inquadrate nel riguardare, anzi meglio spiare, i viandanti pellegrini sul percorso della stella del Matamoro, raccontano continuamente a se stessi le stesse cose, le stesse tristi storie per rimarcare ancora una volta le amarezze della vita, ma in modo ironico, buffo e surreale. I protagonisti parlano e straparlano, riferiscono e raccontano storie di santi istituzionalizzati e storie di beati dimenticati, di donne di facili costumi e di gente convinta che tutto può essere piacevole, anche in un viaggio di penitenza.
Ma nonostante le rigide regole del viaggio di penitenza, il protagonista di uno dei racconti, incapace di raggiungere il luogo santo, dove si dirige per scontare “peccati di parola”, finirà per essere incomprensibilmente innalzato agli onori di un povero altare di ghiaccio dalla pietà popolare. Al contempo, l’insieme delle diverse storie che s’intrecciano nel testo, hanno un costante riferimento al faticoso sopravvivere di una povera compagnia di teatranti di giro, come in una forma di moderno e insieme antico dramma sacro. Sono pellegrini del tempo non molto diversi dagli attori del tempo e così, come spesso il tempo confonde il passato con il presente, così i protagonisti accumulano ed esibiscono segni contraddittori che negano e confondono ogni forma di collocazione temporale.
Ma non siamo distanti dal punto di partenza, forse siamo in Navarra a Ponte la Reìna, forse siamo ancora e soltanto a Taverna Catena vicino Teano. Ma in questo punto di convergenza delle strade dei peccati d’Europa verso il sepolcro del Matamoro, si mischiano ancora una volta, come sempre, antiche parlate e nuovi slang metropolitani, si odono lontani frammenti di canti penitenziali, più arcaici ritmi bacchici e musiche roccheggianti.
Tutto ci dovrebbe portare in una situazione di viaggio atemporale che può sembrare del passato, ma che è forse del futuro; forse prima delle apparizioni di Fatima e di Lourdes o forse dopo la scomparsa di tali culti mariani a favore di una nuova frequentazione di più vecchi o nuovi culti cosmici”.
Per ulteriori informazioni e prenotazioni: 081 5422088

Redazione