Barry Lyndon, come far rivivere un mito

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La versione restaurata dalla Cineteca di Bologna del capolavoro di Stanley Kubrick verrà proiettata in Italia per tutta la settimana, a quarant’anni dalla sua uscita negli Usa.
La pellicola, ambientata nel 1700 a cavallo della Guerra dei Sette Anni, mette in scena la storia di un giovane irlandese di origini modeste, che scala la società attraverso intrighi e colpi di fortuna e che, raggiunto l’apice, ha un lento e inesorabile decadimento per il volgersi della sorte.
Vincitore di quattro premi Oscar (scenografia, fotografia, costumi e colonna sonora), Barry Lyndon, tratto dal romanzo “Le Memorie di Barry Lyndon” di William Thackeray, ebbe  a suo tempo  un modesto successo di pubblico, che rischiò di compromettere i rapporti tra il regista e la casa di produzione, che si attendeva un boom d’incassi, visto il mastodontico lavoro di filmaking.
E Kubrick fu davvero straordinariamente meticoloso nella regia. Le scene, i costumi, tutto fu esteticamente finalizzato nel ricreare l’atmosfera del secolo in cui si svolge la storia: il regista americano studiò i dipinti di Gainsborough, Hoghart e Constable, e si avvalse del lavoro della costumista italiana Milena Carbonero per riprodurre quanto più fedelmente lo stile e l’impronta della società aristocratica dell’epoca; la fotografia è studiata in maniera quasi maniacale (forse la migliore della storia del cinema): Kubrick utilizza, per le riprese, lenti Zeiss progettate per la Nasa.
Si avvale esclusivamente di luce naturale, persino per le riprese notturne: paesaggi della ridente campagna inglese e irlandese e interni di dimore settecentesche illuminate solo da lampade a olio e candelabri, creano fotogrammi irripetibili.
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Infine per quanto riguarda la colonna sonora, Oscar a Leonard Rosenman, che riscrisse e reinterpretò le celebri sonate di Schubert e di Handel, che accompagnano i momenti più ricchi di pathos delle ben 3 ore e 4 minuti di pellicola.
L’idea di un film storico nacque dal proposito di Kubrick di realizzare un kolossal su Napoleone, visto il quasi contemporaneo fallimento di “Waterloo”, del regista russo Bondarčuk, decise di abbandonare il progetto. Sorse l’idea di un’epopea che fosse un vero e proprio “documentario sul XVIII secolo”; e di qui l’adattamento del romanzo di Thackeray, basato sulle memorie di Redmond Barry che, tra guerre, tavoli da gioco, salotti e giardini di delizie, dipinge uno spaccato esemplare del ‘700 europeo.
Barry Lyndon oggi è considerato un cult della storia del cinema. Ed è solo uno dei tanti capolavori di Stanley Kubrick, il quale, nonostante sia riconosciuto come uno dei migliori registi di sempre, non ha mai ricevuto il premio per la miglior regia. Ma forse è proprio questa maledizione a rendere ancor più affascinante, una figura come la sua. E a far sì che tutt’oggi, non si sia stanchi di vedere i suoi capolavori.
Programmazione in Campania per la rassegna “Il Cinema Ritrovato”:

  • venerdì 16 gennaio: cinema Ambasciatori, Napoli
  • martedì 20 gennaio: Big Multicinema, Marcianise
  • martedì 20 gennaio: Happy Maxicinema, Afragola

Gianlorenzo Attanasio