"Avengers: Age of Ultron", la recensione

11187832_949469325097136_470994571_oNAPOLI – Dopo il grande successo critico e commerciale di tre anni fa, cosa serve per rendere il sequel del cinecomic più redditizio della storia del cinema all’altezza del suo precedessore? A giudicare da quello che è stato realizzato in “Avengers: Age of Ultron”, si potrebbe dire che le soluzioni siano un maggiore approfondimento sulle storie di alcuni personaggi, l’incremento del numero e del tasso di spettacolarità delle scene d’azione. Detto così potrebbe sembrare tutto molto semplice, ma in realtà questa cosa ha richiesto uno sforzo notevole da parte del regista e sceneggiatore Joss Whedon che ha cercato di creare un film armonioso in cui ciascun elemento avesse il giusto spazio. Tuttavia, questo obiettivo non è stato completamente centrato da Whedon.
Il film inizia subito con delle scene ad alto contenuto spettacolare: gli Avengers stanno attaccando la base dell’HYDRA a Sokovia che è comandata dal Barone von Strucker (Thomas Kretschmann). Quest’ultimo ha compiuto degli esperimenti sugli esseri umani tramite lo scettro alieno giunto sulla Terra nel primo film e che ha permesso di donare dei poteri ai fratelli gemelli Maximoff: Pietro/Quicksilver (Aaron Taylor-Johnson) e Wanda/Scarlet (Elizabeth Olsen). Gli Avengers, dopo una serie di duri scontri, riescono sia a catturare Strucker che a recuperare lo scettro. Tuttavia, non sono riusciti a catturare i due fratelli che più avanti gli creeranno diversi grattacapi. Quando il gruppo torna alla loro base per festeggiare il successo dell’ultima missione, Tony Stark/Iron Man (Robert Downey Jr.) inizia però a pensare nuovamente ai problemi relativi alla sicurezza mondiale. Questo pensiero lo attanaglia già da molto e, visto che nessuno dei suoi compagni vuole combattere dei nemici per tutta la vita, decide che è il momento di costruire una intelligenza artificiale in grado di arginare tutte le future minacce per la Terra. Con l’aiuto di Bruce Banner (Mark Ruffalo), che è l’unica persona del gruppo a cui rivela le sue intenzioni, utilizza la tecnologia dello scettro alieno recuperato per dare vita ad una entità pensante di nome Ultron (James Spader) che però si rivolterà subito verso gli Avengers. Nella sua distorta visione della pace pensa che tutta la razza umana deve essere annientata, poiché indegna di governare la Terra, in favore di una intelligenza superiore. Da questo momento in poi gli Avengers saranno costretti ad affrontare più volte Ultron per evitare di fargli portare a termine il suo piano.
In questo film le tematiche principali sono quelle relative alla sicurezza mondiale e quello che si è disposti a fare pur di ottenerla. Questa cosa, tra l’altro, segue un filo conduttore che è stato inaugurato nel primo film sugli Avengers ed è proseguite tramite la serie televisiva “Agents of S.H.I.E.L.D.” e nel film “Captain America: The Winter Soldier”. Come scritto in precedenza, le paure di Tony Stark lo spingono a cercare una soluzione definitiva per la sicurezza in tutto il mondo. In questo modo, però, arriverà a costruire un qualcosa che poi si dimostrerà ancora più pericoloso e incontrollabile delle minacce che erano già presenti sulla Terra. In questa faccenda si può vedere, per esempio, un richiamo all’invenzione della bomba atomica. In passato era stata creata inizialmente per porre fine alla seconda guerra mondiale, mentre adesso è un’arma alla portata di diversi paesi che potrebbe un giorno rischiare di distruggere l’intero pianeta.
I punti di forza di questo sequel sono indubbiamente il ritmo scorrevole, e. Oltre al ritmo piacevole e all’andamento scorrevole della storia, uno dei punti di forza di questo lungometraggio lo si può trovare nelle numerose scene d’azione molto avvincenti e davvero spettacolari sul piano visivo (lo scontro tra Hulk e l’armatura Hulkbuster vale da solo il prezzo del biglietto). Questo film supera, perciò, decisamente il suo predecessore nella qualità degli effetti speciali. Un altro punto a favore di questo film riguarda i dialoghi: quelli più seri sono ben alternati con le frasi ed i momenti più divertenti che non sono mai fuori luogo. Laddove il film invece ha un po’ deluso è in fase di montaggio: in più occasioni si ha l’impressione che manchi qualche passaggio importante della storia o dei momenti che avrebbero richiesto un maggiore approfondimento. Questa cosa si ripercuote anche nei percorsi che svolgono in questo film i singoli personaggi. Per esempio, c’è un momento in cui il personaggio di Tony Stark ha dei confronti verbali con alcuni dei suoi compagni per la sua decisione di creare Ultron senza il loro permesso. Questi confronti, però, si risolvono molto in fretta e senza apparenti strascichi. Un maggiore approfondimento su questa vicenda sarebbe stato sicuramente gradito, anche se, il regista un paio di tempo ha affermato che in questo lungometraggio vuole dare allo spettatore la sensazione di un qualcosa di finito che non si deve per forza ricollegare ai prossimi film della Marvel/Disney. Il riferimento in questo caso è al film “Captain America: Civil War” in cui il confronto tra Tony Stark e Steve Rogers/Capitan America (Chris Evans) dovrebbe raggiungere un alto tasso di drammaticità. Il personaggio che ha ricevuto indubbiamente pagato di più il montaggio di questo film è Thor (Chris Hemsworth). Oltre al fatto che non ha un importante approfondimento psicologico, le sue scene danno spesso la sensazione di essere troppo sbrigative.
Uno dei personaggi su cui Whedon invece si è maggiormente concentrato stavolta è Clint Barton/Occhio di Falco (Jeremy Renner). Al di là delle enormi differenze con la sua controparte fumettistica, egli rappresenta il classico americano medio dedito sia alla famiglia che al lavoro. Questo è un insegnamento per far capire allo spettatore che anche una persona normale, pur non essendo dotata di superpoteri, può essere un elemento importante di un gruppo. Questa decisione di Whedon di dare più spazio a Occhio di Falco è stata presa probabilmente a causa del trattamento che questo personaggio ha ricevuto nel primo film sugli Avengers e di cui si lamentò anche Jeremy Renner. Gli altri personaggi che hanno ricevuto un maggiore approfondimento sono quelli di Natasha Romanoff/Vedova Nera (Scarlett Johansson) e Bruce Banner/Hulk (Mark Ruffalo). Entrambi sono alla ricerca di un po’ normalità e stabilità nella loro vita, visto che hanno avuto un passato triste che non gli ha permesso di essere felici al giorno d’oggi. Questo approfondimento è abbastanza interessante e porterà questi due personaggi ad avere un forte avvicinamento sul piano sentimentale.
Il personaggio di Ultron, che ha un aspetto e delle origini diverse nei fumetti, si dimostra in questo film un villain sufficientemente all’altezza del suo ruolo . Oltre a seminare caos e distruzione, tenta di dilettare lo spettatore con degli arguti ragionamenti filosofici che però talvolta sono un po’ superflui. Il personaggio di Visione (Paul Bettany), che fa la sua comparsa nella parte finale, dimostra di avere una buona personalità che però non aggiunge molto alla qualità di questo lungometraggio. I personaggi di Quicksilver e Scarlet invece risultano un po’ impalpabili per quasi tutta la durata del film, a parte il momento in cui rivelano il motivo che li spinge a combattere gli Avengers ed alcune scene drammatiche nel finale.
In conclusione, “Avengers: Age of Ultron” è un ottimo film che però si dimostra un pochino inferiore al suo più equilibrato e brioso predecessore. Chiaramente non era facile per Whedon gestire così tanti personaggi e tematiche a cui bisogna anche aggiungere le enormi aspettative che molti fans avevano per questo film.
Voto: 8-

Sabato Gianmarco De Cicco