Apple, l’altra faccia della Mela

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Lo scorso autunno è arrivato nelle sale cinematografiche Jobs, il film diretto da Joshua Michael Stern e interpretato da Ashton Kutcher, che racconta la vita di Steve Jobs, fondatore della Apple Inc. riconosciuta oramai come la più prestigiosa società informatica al mondo.
Il film oltre ad essere una semplice biografia tenta di scavare abilmente nel privato di Jobs riportando alla luce il lato oscuro dell’uomo, rivelando uno Steve Jobs cinico e spietato dal punto di vista manageriale, che arriva a sacrificare la sua vita per gli affari al punto da commettere numerose scorrettezze morali nei confronti delle persone a lui care, in particolare lo storico socio cofondatore della Apple, Steve Wozniac.
In effetti la planetaria fama di Jobs ha quasi completamente oscurato la figura dell’ex socio, senza il quale probabilmente la Apple Inc non sarebbe mai nata.
Infatti in pochi sanno che questo informatico statunitense, nato a Sunnyvale, California, l’11 agosto 1950 – un destino ironico ha voluto portasse lo stesso nome di battesimo del suo più celebre amico – fu in realtà il vero artefice dei computer col marchio della Mela.
Se Jobs nella storia della Apple è da considerarsi “la mente”, il genio degli affari, Wozniak è il vero e proprio “braccio”, il genio dell’ingegneria informatica e principale progettista di tutte le componenti elettroniche che hanno caratterizzato i vari prodotti Apple commercializzati nel corso degli anni ‘80.
Il giovane Steve Wozniak ereditò la sua passione per l’elettronica dal padre Jerry, ingegnere della “Lockheed Corporation”, dimostrando uno spiccato talento nel settore: a soli 11 anni riuscì ad assemblare la sua prima stazione radio amatoriale.
In seguito, durante gli anni ’70, abbandonò l’Università californiana di Berkeley trovando lavoro presso la Hewlett Packard (società attualmente più conosciuta col marchio HP) mentre nel tempo libero continuava a dedicarsi alla sua passione per l’informatica che considerava semplicemente un hobby.
Il suo talento lo portò a sviluppare nuove soluzioni informatiche versatili ed estremamente semplificate, riducendone enormemente le complessità e i costi; in tal modo riuscì a progettare una nuova versione del linguaggio di programmazione Basic da utilizzare per il nuovo microchip MOS-6502 che lui stesso aveva contribuito a produrre per conto della “MOS Technologies” , il microchip a 8 bit che in seguito verrà utilizzato da molti celebri modelli di computer degli anni ‘80, come il Commodore, l’Atari, il Motorola e lo stesso Apple II.
Steve Wozniak presentò questo suo prodotto in una delle sue tante conferenze al “Homebrew Computer Club”,  un circolo di appassionati di informatica con sede a Paolo Alto, la cittadina californiana vicino San Francisco. Fu proprio in quella occasione che conobbe Steve Jobs che si dimostrò molto interessato al suo progetto intuendo i vantaggi commerciali del suo prodotto.
Jobs convinse Wozniak a lavorare insieme a lui per la creazione di un nuovo personal computer dal linguaggio semplificato per essere usato con facilità dagli amatori del genere, dimostrando fin da giovanissimo uno spiccato senso per gli affari, e lo persuase a commercializzare il suo prodotto creando una linea di computer.
Fu così che iniziò il sodalizio Jobs-Wozniak che vide i due geni dell’informatica realizzare insieme nel garage di Steve Jobs il loro primo prodotto nell’aprile 1976, l’Apple I, che montava proprio il microprocessore MOS 6502; venne commercializzato alla cifra di 666,666 dollari (il numero della “bestia satanica”).
L’Apple1, in assoluto il primo personal computer della storia, altro non era che uno “spoglio” computer formato soltanto da una scheda madre e una tastiera: era l’acquirente che poi doveva assemblarlo e metterlo in un qualunque “involucro di fortuna” (è facile trovare nel web delle immagini d’epoca che ritraggono  diverse versioni dell’Apple1 assemblato in una scatola di legno).
Gli introiti della vendita degli Apple I consentirono a Wozniak di lavorare alle migliorie del prodotto sempre rispettando la sua filosofia basata sulla semplificazione informatica.
Fu così che riuscì a realizzare nel 1977 l’Apple II che rispetto al suo rudimentale predecessore era normalmente assemblato in un regolare involucro di plastica che comprendeva una tastiera e un economico lettore di floppy disk, realizzato dallo stesso Wozniak.
Era ancora senza un proprio monitor che poteva essere acquistato a parte, dal momento che l’Apple II si poteva tranquillamente collegare a qualsiasi apparecchio video in commercio o ad un comune televisore.
L’Apple II inoltre presentava una prima bozza di “sistema operativo” dal linguaggio semplice e intuitivo che, nel corso del tempo grazie all’assiduo lavoro di Jobs e Wozniak, più al notevole contributo di numerosi altri colleghi del settore, sarebbe poi diventato il famoso sistema operativo “Macintosh” – oggi conosciuto come “Mac” – il primo sistema operativo a “interfaccia grafica” con l’uso del mouse.
Era facile da usare anche dagli utenti poco esperti di informatica; fu alla base di quasi tutti gli altri sistemi operativi realizzati da altre società informatiche come ad esempio la Microsoft, il cui sistema operativo “Windows” fu ispirato proprio dal lavoro di Jobs e Wozniak.
Ma Steve Wozniak non mostrò mai molto interesse per l’aspetto commerciale del settore dell’informatica, lavorando ai suoi progetti sempre con semplice spirito amatoriale.
Un grave incidente col suo aereo privato nel 1981 gli causò una amnesia temporanea; dopo un lungo periodo di convalescenza riacquistò lucidità ma non più la serenità e la spensieratezza di un tempo. Fu così che si allontanò momentaneamente dalla società per dedicarsi al completamento degli studi e al matrimonio, laureandosi in informatica e in ingegneria elettrica all’Università di Berkeley nel 1982.
Nel 1983 cominciò a staccarsi dalla società per poi abbandonarla definitivamente nel1985, nove anni dopo a verla fondata assieme all’amico Steve Jobs: non sopportava più lo stress di una logica economica che comportava la gestione d’un business diventato troppo grande. Fondò così una nuova compagnia chiamata “CL9” che si occupava dello sviluppo di interruttori ad uso domestico con controllo remoto.
Il vecchio amico Jobs non gli perdonò mai questa scelta, considerando l’abbandono e la successiva fondazione di una nuova societàun oltraggio personale; ne fu amareggiato al punto tale da spingere i fornitori a boicottare la nuova società di Wozniak, che spaventati dalla potenza economica di Jobs lo assecondarono.Fu così che Steve Wozniak fu costretto a chiudere per fallimento la “CL9”, deluso e ferito dallo scorretto comportamento dell’ex amico e ex socio.
In seguito Wozniak si dedicò ad attività di beneficenza, soprattutto verso le scuole frequentate dai figli sovvenzionandole economicamente, e alla realizzazione d’una nuova società, la “Wheels Of Zeus”, dedicata allo sviluppo di soluzioni per le reti wireless.
Wozniak ha ottenuto numerosi riconoscimenti dalle varie comunità dell’informatica: da tutti gli esperti del settore viene considerano il vero genio che ha reso possibile la rivoluzione tecnologica che ha portato l’informatica nelle case di tutti.
 

Francesco Bartiromo