Analisi logica della politica italiana – Terza e ultima parte

RGB baseEmerso improvvisamente dall’ombra. Enrico Letta, un emerito sconosciuto sottosegretario di partito d’origine comunista, ora partito democratico (di nome.)
Grande si è dimostrata la fiducia del presidente della repubblica su di questo quasi giovane nuovo presidente del consiglio, il quale come tutti i suoi predecessori, in primis appena assunto il comando del governo ha imposto il canonico aumento dei carburanti, malattia endemica presidenziale evolutasi da Fanfani ai giorni nostri.
Il governo Letta, ha resistito al potere sei mesi. I ministri erano stati scelti ed imposti dal partito. Di suo vi fu un accordo politico raggiunto con i fuoriusciti  dal partito di Berlusconi stanchi della leadership del capo, spostatisi dal centro verso sinistra. Un piccolo gruppo ma rilevante che ha permesso la costituzione del nuovo governo di centro sinistra,
L’onorevole Alfano capolista del nuovo partito trtnsfugo, di supporto al nuovo governo Letta, fu nominato per amore o per forza di cose ministro dell’Interno,un ministero delicato che si dà di solito a persona di alta capacità e integrità morale. Altri ministri furono  nominati in forza dell’accordo di governo  in punti chiave per ordini superiori, o di accozzaglia, tutti assieme  non portarono alcun  beneficio al Paese.
L’onorevole Letta, investito dall’improvvisa ed inaspettata celebrità, credeva di risolvere i problemi svendendo il capitale pubblico. Fece così molti viaggi all’estero, allo scopo di proporre la svendita delle industrie e proprietà di stato, e così far cassa. Compì visite di stato ad oriente e ad occidente comportandosi come un grande statista, senza tener conto del malumore che serpeggiava nel suo stesso partito.
In realtà nei sei mesi di governo non ha spostato una virgola nell’ambito delle condizioni generali della nazione, anzi ha ulteriormente allargato la voragine del debito pubblico. Un’inesorabile voragine che crolla giorno dopo giorno sotto i nostri piedi, che sta mangiando  qualsiasi sforzo di noi cittadini, incapaci di risollevarci dalla ennesima crisi.
Un giorno, vorrei dire sciagurato, mi venne in mente di scrivere a Matteo Renzi una mail, nella quale lo incitai a togliere dalle mani di Enrico Letta il comando del governo, perché l’allora presidente incaricato dal capo dello stato non combinava nulla. Ogni decisione che lo stesso prendeva non aveva né capo né piede, mille tentativi nessun risultato, e la nave Italia affondava sempre più.
Matteo prese la palla al balzo. (senz’altro la mia mail non ha avuto alcun effetto su tale decisione, non sono così presuntuoso da pensare d’essere ascoltato a livello dirigenziale!) Però inviai una seconda mail, inviata di tutta fretta a Matteo nel momento in cui formava il nuovo governo, e al mistero degli esteri era accreditata da tutti i telegiornali la nomina di Emma Bonino, la pasionaria erta a difesa dei due marò! (Irresponsabili personaggi che hanno sparato ai due pescatori indiani per passatempo). Sottolineavo che la rinomina della Bonino al vertice della politica estera, avrebbe incancrenito il rapporto con lo stato indiano.
A corredo della mail avevo inserito il mio scritto “I pirati dell’oceano Indiano”. M’ero permesso di inviarla  con la dicitura«Chiunque la riceva e la legge la recapiti con urgenza al primo ministro incaricato».
Vuoi per uno strano caso, ma qualche ora dopo agli esteri veniva nominata la neoministro Mogherini.  Il tutto è da  considerarsi senz’altro una fortuita casualità.
Allora credevo in Matteo e nelle sue parole, nei suoi proclami roboanti: «Il mese venturo facciamo questo …  il secondo mese facciamo quest’altro …» e così via. Dopo poco tempo ho capito di che pasta era fatto.
Certo che oggi sono trascorsi più di duecento giorni dal suo insediamento e di risultati concreti politici, sociali e economici non se n è visto l’ombra.  Dice di aver messo in tasca a degli Italiani – fra l’altro non proprio veramente bisognosi – 80 € il mese. Ora vuol dare ulteriori soldi a chi mette al mondo un figlio: una carità per l’acquisto di pannolini? Sono provvedimenti  che vengono realizzato togliendo soldi a tutti, ossia attraverso nuove tasse.
Quanto fatto finora da Renzi ed dal suo governo non è di certo una  politica economica importante. Con i soldi devoluti a pioggia,  doveva pagare alcune scadenze del debito pubblico, non aumentarlo esponenzialmente come in realtà sta facendo, con la conseguenza  che il fardello degli interessi da pagare cresce sempre di più e a pagare sono tutti gli Italiani.
Renzi ha deluso sia la destra sia la sinistra, e sopratutto il centro: non credo che se si andrà ad elezioni anticipate potrà raggiungere il risultato delle Europee. Di certo i due e più milioni di voti del centro destra accreditati momentaneamente al centro sinistra in forza di tante promesse e premesse, cambieranno sicuramente direzione. È da notare, come la prima prova di forza sia stata in questi giorni la carica della polizia contro i pochi manifestanti della ThyssenKrupp  che rischiano il licenziamento. L’Italia con queste premesse potrà aspirare solo ad un futuro difficile ed impoverito,
Non esistono oramai più le piccole aziende artigiane e commerciali che l’hanno fatta grande, non esiste un piano di risanamento del debito, né un piano economico industriale, le scuole obsolete nella struttura e nell’insegnamento continuano imperterrite a sfornare studenti che di cose reali e pratiche sanno poco o quasi nulla.
I giovani in cerca d’improbabile lavoro, oggi disoccupati per non diventare cronici se ne devono andare all’estero, in cerca di sopravvivenza. Così facendo s’impoverisce la madrepatria del sangue di ricambio, si regala ad altri Paesi quello che è il nostro futuro.
Intanto il debito pubblico italiano ha ormai raggiunto in valore nominale quota 2.200 miliardi di euro. La sua incidenza sul prodotto interno lordo oggi è pari al 136%  e nei prossimi anni ne è previsto l’aumento esponenziale visto che l’artigianato ed il commercio sono in inesorabile declino, così pure la produzione industriale.
È un fardello che condizionerà le scelte di politica ed economica per i prossimi anni. Fin tanto che il governo mantiene una tassazione unita al prelievo fiscal che sommati superano il 75% non vi sarà alcun imprenditore che si avventurerà nella lotta quotidiana contornata di regole  e discipline che strozzano chi vuol fare.
Nel valutare il debito pubblico nasce il pensiero che l’Italia non sia fondata sul lavoro bensì su la schiavitù del denaro. di cui ha avuto bisogno per sopravvivere fin dal primo vagito.
Qualcuno tanto tempo fa mi insegnò che un bel tacer non fu mai scritto, per questo parlo poco e scrivo tanto.
Pensiero ed interpretazione degli eventi a cura di

Gilberto Frigo, l’uomo del Nord

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