Al teatro Nuovo di Napoli in scena "Il soccombente"

NAPOLI – Al Teatro Nuovo di Napoli arriva la tournée di “Il soccombente”, ovvero il mistero di Glenn Gould di Thomas Bernhard, che si avvale dell’interpretazione di Roberto Herlitzka, attore fra i più intensi della scena teatrale e cinematografica italiana. Per la prima volta in Italia, lo spettacolo sarà in scena da martedì 16 a domenica 21 aprile 2013 alle 21.

In occasione delle repliche partenopee dello spettacolo, giovedì 18 aprile alle 18, nello Spazio Nea, in via Costantinopoli 53 – Piazza Bellini 59, Roberto Herlitzka, Marina Sorrenti e Nadia Baldi incontrano il pubblico. Modera il critico e musicologo Dario Ascoli.
Presentato da Teatro Segreto e Neraonda, l’allestimento vede impegnata Nadia Baldi alla regia di un capolavoro della letteratura mondiale del Novecento, in una versione teatrale curata da Ruggero Cappuccio, che si concentra sulla solitudine, l’illusione, l’alienazione nel lirismo di una realtà che non è più o che non è mai stata, ma vive fresca nella memoria come ricordo presente.
Il flusso vulcanico del romanzo di Bernhard esplode in tutta la sua lancinante bellezza, illuminando i temi cari all’autore e all’Arte del Novecento con una lucidità di scrittura assoluta e chirurgica. Il genio, il suo fatale isolamento, l’amicizia, l’amore, l’inquietudine come farmaco e veleno per sopravvivere alle crudeltà dell’esistenza umana, si sprigionano dalle parole di Bernhard attraverso il racconto di una vicenda esemplare.
“Il soccombente” racconta il fittizio rapporto tra il famoso pianista canadese Glenn Gould e due suoi giovani compagni di studio (il narratore anonimo e Wertheimer), giunti al Mozarteum di Salisburgo per un corso di perfezionamento condotto dal Maestro Vladimir Horowitz. Di fronte al genio artistico e al virtuosismo di Glenn Gould nell’impeccabile esecuzione delle Variazioni Goldberg di Johann Sebastian Bach, i due provano un forte senso d’inferiorità verso tale perfezione musicale, e decidono entrambi di abbandonare la carriera pianistica, perché incapaci di continuare a suonare senza sentirsi inadeguati e falliti. Fra i tre amici il “soccombente” è Wertheimer. E sarà, infatti, proprio lui a trovare nel suicidio l’unico rimedio alla propria sconfitta artistica.
“Il soccombente” è un romanzo in parte autobiografico di Thomas Bernhard. Brillante meditazione su successo, fallimento e fama, l’opera è come un ininterrotto monologo, in cui Herlitzka è il narratore di questa storia che analizza le reazioni estreme dei compagni di Glenn Gould, costretti ad abbandonare gli studi di pianoforte appena si rendono conto della superiorità del genio canadese.
La messinscena, con le ambientazioni videografiche di Davide Scognamiglio e le musiche di Marco Betta, invita il pubblico a entrare nella più profonda seduta analitica che la letteratura abbia prodotto nell’ultimo secolo. Il successo, il fallimento, le speranze, le disillusioni, l’amore per chi si odia e l’odio per chi si ama, le creature di un passato che non passa, rivivono attraverso il corpo di Berhard/Herlitzka con stupefacente vivezza, allineandosi al genio di Bach, come la ricerca delle variazioni infinite sull’essere e sul vivere.