Il caso del servizio di sabato del Tg3 – Piemonte

Giampiero Amandola, a destra, autore del servizio contestato (Fonte foto: web)

TORINO – Alcuni si distinguono dalla puzza, altri dal cervello lento, inceppato e talvolta del tutto assente. La sfida al vertice tra Juventus e Napoli in quel di Torino non è stata e non poteva essere una semplice gara di campionato. Due fazioni contrapposte, due stili di vita totalmente diversi, amore e odio che si mescola con grande facilità come quel sacro e profano che a Napoli, e in tutto il Sud, è all’ordine del giorno. Sfottò, frasi pesanti e ingiurie sono cose che arrivano dalla curva. Beceri alcuni cori a sfondo razziale che possono infuocare il clima anche più del dovuto. In certe situazioni, gli addetti ai lavori sono costretti a inventarsi “arbitri” nelle immagini, nelle dichiarazioni e nella morale, ma se un arbitro sbaglia in una frazione di secondo ci può anche stare, ma la stessa cosa non può essere detta quando un giornalista, o pseudo tale, monta un servizio per la tv pubblica montandoci volutamente puerilità, razzismo e volgarità. In quei casi, gli occhi si sgranano, la pelle si accappona e i denti cominciano a digrignare dal disgusto, forse perché è fin troppo scontato che alla fine nessuno prenderà provvedimenti in merito, solo parole di fumo, tanto per oscurare ciò che realmente non accadrà e dovrebbe accadere. La povertà italiana è tutta racchiusa qui, in piccole e ricorrenti situazioni che danno una risposta ben precisa al perché, l’Italia, sia una delle ultime in Europa per considerazione e affidabilità, riconoscenza e storia.
Il fatto. Ore 19 e 30 di sabato 20 ottobre 2012. Il big match del sabato è da poco terminato con la Juventus vittoriosa sul Napoli. Immagini e dichiarazioni si rincorrono tra web e televisioni con telegiornali, locali e nazionali, a diffondere piccoli frammenti, immagini e goal della tanto attesa sfida tra Nord e Sud. In onda il Tg3 – Piemonte, e dallo studio viene lanciato un servizio a firma Giampiero Amandola che ritrae il pre-gara all’esterno dello Juventus Stadium. Gira il microfono tra tifosi azzurri e bianconeri, un bambino canta l’inno della Juventus, in modo quasi incomprensibile ma allo stesso tempo anche dolce e simpatico, poi il microfono si sposta su due soggetti che cantano “O Vesuvio lavali tu”, un coro del genere nella tv pubblica, un grandissimo esempio d’intelligenza, e non tanto da parte dei due soggetti visibilmente eccitati dalla possibilità di essere inquadrati da una telecamera facendo a tutti i costi la figura degli stupidi.Il servizio, un’accozzaglia d’immagini, va avanti e il “gelato” passa ad un altro tifoso juventino che rimarca come i napoletani siano ovunque, anche tra gli stessi tifosi bianconeri, ed ecco la fuoriuscita da fenomeno, la battuta goliardica che non fa ridere a proprio: “Li distinguete dalla puzza, con grande signorilità”. Alla faccia della signorilità con quel sorrisetto azzardato quasi a voler nascondere dietro una battuta la grandissima gaffe o, comunque, la dimostrazione d’inciviltà languida e subdola. Quasi subito, l’indignazione scavalca i confini piemontesi e fa il giro d’Italia attraverso il web. L’Ordine dei Giornalisti di Roma, attraverso il presidente Vincenzo Iacopino, ha chiesto l’apertura di un procedimento disciplinare verso il giornalista mentre l’Ordine di Torino si scusa per gli apprezzamenti (reiterati, aggiungeremo noi) nei confronti dei napoletani giustificando in questo modo l’accaduto: ” … anche il collega protagonista dell’episodio abbia riconosciuto di essere incorso in un incidente dovuto alla fretta con la quale ha dovuto montare il servizio”.
Sempre la stessa storia. Fretta per montare un servizio? No, la scusa non regge, anzi, indigna ulteriormente perchè diviene un’offesa maggiore all’onestà intellettuale di ogni spettatore. Montare un servizio per 90° minuto o per gli Highlights tra primo e secondo tempo comporta una certa velocità nel montaggio, ma un servizio andato in onda nel post partita e inerente alle ore 16 non è possibile. L’eccesso di zelo da parte del giornalista è inequivocabile così come l’inadeguatezza sia del servizio che dell’enfasi stessa. Come si può giustificare come errore l’immagine di un coro che inneggia al Vesuvio? Come si può essere così leggeri in quella stupida e ignobile frase? Certo, se proprio vogliamo dirla tutta, qualcuno viene riconosciuto anche dalla puzza che spesso arriva da sotto il naso e conferma l’incessante corto circuito cerebrale. Purtroppo, certi personaggi riconoscibilissimi, arrivano da ogni parte d’Italia, d’Europa e del Mondo, non certo solo da Torino o Napoli. “Meglio tacere e  passare per stupidi che aprir bocca e dissipare ogni subbio” diceva Abraham Lincoln, e dubitiamo che questo signore, poco importa sia da dove viene sia la sua fede calcistica, possa conoscere tale personaggio dopo la “bella figura” mostrata in tv e per giunta in tutta Italia. Un sorrisino ebete quasi a sbeffeggiare la stessa gaffe, rimarcarla, dando dimostrazione di ciò che si è in realtà, della pochezza culturale, di coscienza e senso civile. Spendere altre parole in offese sarebbe inutile e volgare, meglio lasciare che il polpo si cuocia nella propria acqua, anche perché dubitiamo di quei procedimenti invocati poiché, questa, non è la prima e non sarà l’ultima volta che la stupidità razziale, pagata dai contribuenti, sfogherà la propria frustrazione. Contento lui, contenti tutti. Dopo un bell’applauso al signor simpatico, si fa spallucce e si va via con un motto del napoletano per eccellenza: “Signori si nasce” e lei,caro Amandola, non lo nacque…
 

Fabio D’Alpino